Ten Reasons Not To Die
Day 1- Mallory
L'orfanotrofio è sempre silenzioso e vuoto le domeniche mattine. Molti bambini, devo dire che sono di anni più giovani di me, vanno con la suora in chiesa ogni domenica. Le suore ti danno la possibilità di scegliere se andare o no, ma ho sempre preferito non andarci, solo perché non sono una persona molto religiosa.
Mi sedetti nel lungo tavolo mangiando un toast asciutto come colazione con una ragazza dell'orfanotrofio che nemmeno lei andava in chiesa. Era seduta accanto a me, intenta a tagliuzzare del pane secco in pezzettini, immergendolo poi in una marmellata di fragole fatta in casa da noi con l'aiuto delle suore.
"Quando pensi che verranno ad adottarmi una mamma e un papà?" La dolce voce di Mallory chiese, e quegli occhi blu che cercarono i miei con una luce che danzava in essi.
Alla tenera età di sei anni, Mallory sapeva molte cose per la sua età. Era molto intelligente, e sapeva molto più di un normale bambino di sei anni. Sapeva che sua mamma la lasciò sulle scale dell'orfanotrofio da neonata, ma questo non sembrò toglierle l'umore ottimista. Dice sempre che le cose succedono per una ragione.
"Un giorno la famiglia giusta verrà a prenderti." La assicurai, bevendo un sorso dal mio contenitore d'acqua.
Mallory annuì, mettendosi una ciocca dei capelli biondi dietro l'orecchio "Okay." Mormorò, prendendo il suo cucchiaio, e mangiando la marmellata di fragole direttamente dal barattolo.
Trattenni una risata, mentre guardai Mallory mangiare la marmellata disordinatamente. C'era della marmellata rossa sulle sue guance, ma era ancora troppo giovane ed innocente per preoccuparsi del suo aspetto.
Improvvisamente suonò il campanello, allarmando l'intero orfanotrofio con le sue forti campane. Mi alzai dalla sedia, e mi incamminai verso l'entrata principale tirando le porte a scrigno.
Alzai gli occhi e vidi Evan Woods, le cui guance erano tinte di rosso dal freddo invernale. Mi accigliai, mordendomi il labbro inferiore. "Perché sei qui?" Sibilai, mentre tirai di più le porte per farlo entrare. "Come hai fatto a scoprire dove vivo?"
Evan fissò l'intero orfanotrofio, notando che era piuttosto grande. Non sapeva che io fossi un'orfana, quindi avrà pensato che questa fosse casa mia, che questo enorme orfanotrofio fosse la mia villa.
"Remy! Chi è alla porta?" La voce stridula di Mallory mi chiamò dalla sala da pranzo, facendo eco in tutto l'orfanotrofio.
Sospirai, afferrando il braccio di Evan, tirandolo con me nella sala sala da pranzo. Proprio quando pensai che Mallory non avrebbe potuto fare peggio, adesso aveva della marmellata nei capelli, e su tutta la maglietta.
"Mal, com'è successo?" Le chiesi, precipitandomi verso di lei con un tovagliolo per tamponarle le guance macchiate di rosso. Non mi prestò nessuna attenzione, poiché i suoi occhi si gettarono oltre la mia spalla sulla figura dietro di me.
"Chi è?" Chiese con una piccola vocina.
Tamponai il tovagliolo nell'acqua, cercando di mandare via il pasticcio che aveva fatto sulla maglietta. "È solo un ragazzo della mia scuola." Mormorai, rinunciando a pulire la bambina di sei anni. "Non funzionerà mai. Vai di sopra e fatti una doccia prima che arrivino le suore."
Mallory annuì rapidamente, lanciando un'altra occhiata a Evan, prima di affrettarsi verso la grande scala. Scuotendo la testa, buttai il tovagliolo nel sacchetto della spazzatura. Cominciai a pulire il tavolo, mentre Evan mi aiutò a raccogliere i piatti sporchi.
"Cosa intendevi con suore?" Chiese, portando i piatti dietro di me, mentre aprivo la porta della cucina.
Mi leccai le labbra, buttando via tutta la spazzatura mentre Evan aprì il rubinetto per lavare i piatti. "Non devi lavarli. Lo farò io." Gli dissi, prendendo la spugna.
Si tolse di mezzo, "Allora? Cosa intendevi con suore?" Ripeté.
Corrugai le labbra, strofinando i piatti per pulirli. "Suore, ovvero i nostri tutori."
"Tutori?" Chiese con la voce piena di confusione. "I vostri genitori non si prendono cura di voi?"
Gli lanciai un'occhiata, scuotendo la testa. "No. Sono morti."
Nella sua testa deve essere scattato qualcosa, perché si guardò intorno di nuovo, notando le altre porte nel secondo piano. "Q-quindi tu abiti in un orfanotrofio?"
Finito di lavare i piatti, cominciai ad asciugarli con un panno. "Si, Evan. Sono un'orfana."
Evan inghiottì, i suoi occhi verdi brillarono di colpa. "Oh." Fece una pausa, così alzai un sopracciglio. "Ma andiamo a scuola insieme da sette anni. Com'è che non lo sapevo?"
"Perché nessuno lo sa, a parte i professori eccetera." Sospirai, mettendo i piatti nella dispensa.
"È questo il motivo per il quale vuoi-"
"Morire?" Lo interrompo, ridendo amaramente. "Puoi ben dirlo. Voglio dire, andiamo, Evan. Sarò diciottenne tra un anno. Nessuno vorrà adottare un'adolescente di diciassette anni. Mi cacceranno di qui appena diventerò maggiorenne, e poi cosa succederà? Non mi potrò pagare il college, o un appartamento se è per questo. Finirò per strada, morirò lentamente e dolorosamente. Tanto vale farla finita ora, no?"
"Hai ancora un anno." Sottolineò. "Puoi trovarti un lavoretto ora, risparmiare per un appartamento, poi trovi un lavoro e vai a-"
"Non è semplice come credi." Scattai. "Tu hai dei genitori che ti aiutano e tutto. È meglio che io muoia."
La sua faccia si indurì, e serrò la mascella.
Ad ogni modo perché questo sconosciuto era così determinato a salvarmi la vita? Cosa ho fatto per lui?
"No." Disse. "Mi darai dieci giorni, giusto? Troverò dieci motivi per cui tu non debba morire prima che finiscano."
Sogghignai, spingendolo per dirigermi in cucina. "Buona fortuna. Primo giorno, qual è il tuo primo motivo?"
Evan rimase senza parole, e io scossi la testa.
Mallory arrivò dalle scale correndo con i capelli bagnati e una nuova maglietta.
"La suora Mary non è ancora arrivata, vero?" Chiese.Scossi la testa, scompigliandole la chioma bionda. "Non ancora."
Mallory tirò un sospiro di sollievo, dandomi un forte abbraccio. "Possiamo andare a comprare il gelato quando tornano?"
Risi baciandole la fronte. "Certo."
"Può venire anche lui!" Squittì, indicando Evan.
Diedi un'occhiata sopra la mia spalla, e vitti un sorriso allargarsi sul suo volto.
"Motivo numero uno, Mallory." Parlò Evan, facendomi irrigidire le spalle.
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Ten Reasons Not To Die
Romance"Dammi dieci giorni, e ti darò dieci motivi per non morire." Evan fece una pausa. "E se non ti faccio cambiare idea per allora, puoi saltare giù da quella scogliera." © All right reserved Original story by @RiceLover Italian translation by xgiuzx