Kate's pov.
Da quando mamma se ne è andata non sono più la stessa, questo è certo.
Peró sinceramente non so se sono cambiata in negativo o in positivo, o forse in entrambi i modi, a dipendenza del punto di vista.
In ogni caso ora la vita mi pesa di meno, o forse è soltanto ciò che continuo a ripetere a me stessa, ma mi sembra che gli avvenimenti mi scivolino addosso come pioggia. Come la pioggia che oggi si riversa sulla strada e scorre in rivoli veloci accanto alle mie scarpe. Un sacco di cose hanno perso importanza mentre poche altre hanno acquistato valore.
Prendo qualche moneta di quelle sparse nel fondo del mio zaino e mi dirigo alle macchinette.
Appena giro l' angolo scorgo un volto famigliare intento a schiacciare i tastini con i numeri per scegliere gli snack... "
"Connor!" Gli vado incontro con un sorriso che nemmeno pensavo di possedere, è il mio unico amico in questa gabbia di matti al momento e sono felicissima di vederlo. Lui alza lo sguardo verso di me e appena mi vede scoppia a ridere.
"Ma che ti sei messa in testa??"
"Hai qualche problema con la mia cuffia a forma di pesce?"
Ribatto indignata.
Lui ride di nuovo.
"No no, nulla in contrario... sei solo... insolita."
"In effetti non sei il primo che me lo dice" dico ricordandomi del ragazzo che ho incontrato sulla collina e che dopo avermi guardata in faccia era scappato via come se avessi la lebbra.
Guardo Connor e mi accorgo di una leggera somiglianza con lui... o forse è solo la mia immaginazione...
Qualcosa interrompe i miei pensieri, diversi prodotti della macchinetta si stanno riversando giù dagli scomparti e Connor mi getta un occhiata soddisfatta.
"L' avevo detto io che sono un Dio greco degli snack."
"Mi piego dinanzi a lei, sua maestà, e la imploro umilmente di prendermi come sua apprendista." Gli rispondo ridendo.
"Terrò i miei segreti per me ancora per un pò... mi può venire comodo vederti implorare" mi dice lui di rimando.
Allora con un movimento che in teoria doveva risultare veloce e scattante mi butto sul distributore e cerco di afferrare alla cieca quanto più cibo mi sta nelle mani. Poco dopo Connor capisce la mia idea e infila anche lui le mani nell' apertura tastando alla ricerca di qualche snack rimasto fuori dalla mia portata. Mentre cerca afferra per sbaglio la mia mano e la stringe, poi mi guarda e con una lentezza struggente intreccia le sue dita con le mie, mentre abbiamo ancora le mani dentro al distributore. Per un momento dei brividi percorrono il mio braccio e poi la mia schiena.Chi ci ha visto deve aver pensato che siamo per forza dei pazzi.
Quando togliamo la mano da lì le nostre dita si sfilano delicatamente e restiamo lì a guardarci per qualche secondo, poi lui sorride in un modo che avrebbe fatto risorgere anche i morti e alla fine annuncia "ti do 5 secondi di vantaggio per scappare con il cibo."
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Gli altri non ricordano.
De TodoSiamo gettati in questa vita impotentemente, dove, dopo una precedente esistenza che abbiamo dimenticato, siamo destinati a essere rifatti, rinnovati, temprati dalle sofferenze, dalle lotte, dalla malattia, dalla passione, dal dubbio, dalla morte. N...