Chapter 4

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«Ragazze ho i piedi che urlano, vi prego fermiamoci un secondo.» mia sorella si lamentò, andando a cercare un po di ombra sotto le scale della tribuna sopra i box.

«Beh, abbiamo fatto circa sedicimila passi, direi che possiamo permetterci una pausa.» la assecondai, guardando il contapassi del mio cellulare e raggiungendola.

«Cosa? Sedicimila passi?» Alessia strabuzzò gli occhi.

«Io concordo con Bea, ho bisogno di una pausa.» Vale si lasciò cadere sugli scalini, accanto a noi.

«Tutto merito dei piloti, ringraziate loro per il movimento che ci hanno fatto fare.» Anna scrollò le spalle, poi continuò, sedendosi accanto alla mora: «Comunque un break ci può stare, anche i miei piedi chiedono pietà.»

«Sono sicura che la metà del tragitto labbiamo fatta per trovare Marc e Vale, sembravano delle palline da flipper, ed il bello è che non li abbiamo ancora beccati!» Iri rimase in piedi, appoggiandosi al corrimano.

«Li riusciremo a vedere in un modo o nellaltro, dobbiamo solo continuare a fare le stalker per due giorni.» Ire le mise una mano sulla spalla.

«Devono capire che ho quasi 21 anni, non posso farmi venire un infarto per inseguirli, non sono più giovane come una volta.» scherzai, ma un briciolo di verità la dissi. Per tutto il giorno li avevamo tallonati entrambi, ma di riuscire a fermarli un secondo non cera stato modo, sapevamo che più andavamo avanti con i giorni e più gente arrivava nel paddock e avremmo avuto meno possibilità di vederli fuori dal loro box o motorhome.

«Ma va via!» disse Vale, scherzando e scuotendo la testa.

«Ecco la cazzata delle 17:21.» Anna alzò gli occhi al cielo, dopo aver guardato il suo orologio.

«17 e 21? Er Diggia è sempre presente.» disse Ire, con gli occhi che le brillavano, provocando a tutte noi una risata.

«Ma se sei quella più allenata tra di noi, che cavolate spari?» mia sorella, mi tirò una leggera spallata.

«Non è tecnicamente vero, abbiamo una pallavolista qui» indicai con un cenno della testa la mora accanto a me, ma prima che qualcuno potesse rispondermi una voce richiamò la nostra attenzione.

«Scusate, sapete che ore sono?» una ragazza dai capelli lisci color cioccolato e corti fino alle spalle si avvicinò.

«Certo, sono le 17:22.» rispose langelo tutto pepe, mentre io continuavo ad osservare quella ragazza, sapevo di averla già incontrata, ma non riuscivo a ricordare dove.

«Grazie mille e scusate se vi ho disturbato, ma il mo telefono è morto.» ci ringraziò, appoggiando a terra il suo zaino e prendendo un sorso della sua bottiglietta dacqua.

«E di chè.» le sorridemmo.

«Che sbadata, non mi sono ancora presentata, io sono Francesca.» si tolse gli occhiali da sole e li tirò su per tirare indietro i capelli ed a quel punto capii, quegli occhi li conoscevo molto bene.

«Franci?» domandai retorica io, togliendomi a mia volta gli occhiali.

«Cate?» mi riconobbe anche lei.

«Oddio, quanto tempo!» esclamai, alzandomi per poterla andare ad abbracciare.

«Troppo, davvero troppo tempo!» mi rispose lei, stringendomi in una piccola morsa.

«Come stai?» mi chiese, subito dopo esserci di nuovo accomodate sulle scale.

«Tutto bene, e tu?» le dissi.

«Tutto okay, sempre di corsa, ma tutto bene.» scherzò.

«Non vorrei interrompervi, ma noi sei non ci staremmo capendo una beata minchia.» disse Ale, alzando una mano e noi due scoppiammo a ridere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 19, 2018 ⏰

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