Era il giorno piu brutto di tutta la mia vita. Volevo che non arrivasse mai. L'unica persona che mi era rimasta nella mia vita se ne era andata. Mio fratello. I miei genitori avevano avuto un incidente e, dopo 5 mesi di coma, hanno lasciato me e mio fratello di 19 anni da soli. Io ero stata affidata a lui. Ma adesso ero affidata a me stessa. Una rissa per difendere la ragazza me lo aveva portato via. Quella notte non riuscii a dormire. Rillimanevo in quella stanza a fissare la bara con dentro lui. Le lacrime scorrevano sul mio viso mentre ricordavo i bei momenti che passavamo assieme. Guardai l'ora e notai che era gia mattina. Sospirai, andai al piano di sopra e mi feci una doccia. Cercavo di non pensarci. Era impossibile. Mentre mi lavavo le lacrime rincominciavano a scendere. La mia ormai non aveva piú senso. Tutti se ne erano andati. Uscii e mi vestii con dei semplicissimi jeans neri e una maglia nera. Raccolsi i miei capelli in una cosa e scesi. Sentii qualcuno bussare alla porta. Andai ad aprire e mi ritrovai la ragazza di mio fratello con tutti gli amici. Li feci entrare. L'ora per potergli dare l'ultimo saluto si avvicinava sempre di piu. Venne l'agenzia funebre che chiuse la bara. Sembrava tutto un cazzo di incubo. Mio fratello doveva rimanere rinchiuso li dentro per sempre. Non poter più ricevere il suo buongiorno la mattina, la sua buonanotte. Non vederlo più girare per casa. Non sentire più le sue racomandazioni prima di uscire. Ma purtroppo era tutto vero. Lo caricarono nel carrofunebre e sistemarono tutti i fiori. Guardavo quella macchina e mi ricordavo quando davo l'ultimo saluto ai miei. Guardai la ragazza che era in lacrime. Salii in macchina con un amico di mio fratello seguimmo il carrofunebre. Fu un viaggio molto silenzioso. Arrivati in chiesa scendemmo dalla macchina ed entrammo in chiesa. Andai a sedermi nelle prime bancate sempre in silenzio. La chiesa era piena. Tutti gli amici, i parenti che piangevano. Guardai verso la porta l'ingresso e vidi la bara bianca che entrava lentamente. Abbassai la testa e rincominciai a piangere. Come misero la bara davanti a me il funerale iniziò. Era straziante. Proprio come quello di mamma e papá. Non c'é la feci. Mi sedetti e scoppiai a piangere come non mai. Ero sola. Non avevo nessuno. Il funerale continuava e io continuavo a fissare quella bara bianca. Il prete benedisse la bara e il funerale finí. Ricaricarono la bara sul carrofunebre e ci dirigemmo verso il cimitero. Tutti i ricordi dell'ultima volta che avevo fatto tutto quel processo inizarono a vagare nella mia mente. Scesi dalla macchina. Camminai a testa bassa dietro i signori che portavano la bara dentro il cimitero. Arrivammo davanti al loculo. Era proprio tra mamma e papa. Le lacrime, che stranamente ero riuscita a placare, rincominciarono a scendere. Sentire quel silenzio totale per poi essere stroncato da quel colpo di martelletto per chiudere il loculo era straziante. Rimasi immobbile a fissare. Come volevo che fosse tutto un incubo. Rincominciare da capo. Le sofferenze e tutto. Orribbile. Misero i fiori e se ne andarono. Gli unici che rimasero eravamo io e la ragazza, ormai ex. Ci sedemmo davanti a lui e iniziammo a fissare la sua foto. Era cosí bello. Perche a lui? "Mi sento cosi in colpa"disse Emily, la ragazza, tra le lacrime. "Ti voleva difendere e quella testa di cazzo lo ha sparato"dissi abbracciandola lacrimando.
Ancora non mi sono presentata. Mi chiamo Gemma, ho 16 anni, sono abbastanza magra, occhi azzurri, capelli biondi. Non ho migliori amici. Si, la mia vita é una merda. Da quando i miei sono morti non frequento piú la scuola. Sono dovuta andare a lavorare assieme a mio fratello per riuscire a pagare la casa e mangiare tutti i giorni. Adesso che anche lui se ne era andato non sapevo cosa fare. Baciammo la foto sulla tomba e ce ne andammo ogniuno a casa propria. Mentre camminavo per andare a casa continuavo a pensarci. Era più forte di me. Entrai in casa, corsi in bagno, presi una lametta e iniziai a tagliare sul mio braccio sinistro. Si sono autolesionista. Lo sono da quando i miei genitori se ne sono andati. Mio fratello era riuscito a farmi smettere, ma adesso nessuno riuscirá a farmi smettere nuovamente. Sentivo il sangue che scendeva lungo tutto il braccio. Il dolore fisico riusciva a colmare il dolore sentimentale. Piangevo ma continuavo. Ero a pezzi. A tutto un tratto sentii il campanello suonare. Buttai la lametta nel cestinetto, mi lavai piano il braccio e scesi ad aprire. Trovai Luke, il migliore amico di mio fratello. Cazzo era da un bel po che non lo vedevo. Era dovuto partire per studiare. "Scusa se non sono arrivato prima. L'aereo era in ritardo"disse lui scusandosi "niente. Tranquillo."risposi io "vuoi entrare?"continuai "certo"disse lui entrando. "Se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono. Hai il mio numero e sai dove abito. Non esitare a chiamarmi"disse guardandomi. Io e Luke nell'ultimo periodo ci eravamo avvicinati molto nell'ultimo periodo e stranamente a mio fratello non dava fastidio. Lo conosceva da tanto e quindi sapeva che é un ragazzo d'oro. "Grazie Luke"dissi accennando un piccolo sorriso. Lui mi sorrise e mi fece sedere sulle sue gambe. "Lui é qui"disse toccandomi il cuore "niente e nessuno potrá mai portartelo via da qui"continuó lui. Sorrisi. Lui sorrise a sua volta. "Torni a scuola?"chiese lui "non lo so. Devo anche lavorare e non credo di farcela."risposi io a testa bassa "per lo studio ti posso aiutare anche io. Sono bravo a scuola"disse lui. "Ma sei gia impegnato di tuo. Non voglio che perdi tempo con me. Tranquillo. Grazie."risposi "hei a me fa piacere aiutarti. Questo é il mio ultimo anno di scuola. Mi diplomo e poi finisco"disse "siamo nella stessa scuola e le materie sono le stesse"continuó "mmh. Ci penso. Grazie."risposi baciandogli la guancia. "Ora vado"disse Luke "se hai bisogno ci sono"continuò "mhmh. Grazie."risposi io. Lui sorrise e se ne andò. Nuovamente sola. La casa era vuota. Non c'era nessuno per farmi compagnia. Nessuno per coccolarmi o per farmi ridere. Mi alzai e andai in camera di mio fratello. Mi sedetti sul letto e iniziai a guardarmi attorno. I trofei delle gare i moto cros che aveva vinto. Le nostre foto appese al muro. Era proprio come lui la aveva lasciata. Sospirai e presi il suo telefono dal comodino. Come blocco schermo aveva una foto della ragazza e come schermata principale una foto di noi due assieme. Sorrisi iniziando, nuovamente, a lacrimare. Le asciugai e guardai le foto. Erano state tutte cancellate. Non ci feci caso, lo misi in carica e andai giu in cucina. Erano gia le 8. Passava in fretta il tempo per essere da soli. Aprii il frigo e lo fissai. Non avevo molta fame. Lo richiusi e andai a farmi una doccia. Mi spogliai ed enreai in doccia aprendo l'acqua lasciando che le goccioline mi bagnarono completamente. Era rilassante. L'unico posto dove riuscivo a non pensare. Si volatilizzavano completamente. Mi lavi corpo e capelli e uscii avvolgendomi con un asciugamano. Mi guardai il braccio pieno di tagli. Era da tanto che non lo vedevo cosí. E speravo di non rivederlo piú. Andai in camera, mi misi l'intimo e il pigiama. Aprii il letto e mi misi sotto le coperte. Rimasi a fissare il soffitto fino a quando non mi addormentai.
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Il mio angelo.
FanfictionGemma, una ragazza che ha passato un addolescenza molto difficile. Quando sta per arrendersi incontra un ragazzo. William. La sua salvezza. Come finirá tra William e Gemma?