– Sakura?
La ragazza si voltò di mezzo busto, sovrappensiero. Si era soffermata a guardare il tramonto dalla finestra dello spogliatoio. Erano nell'edificio addetto agli anbu, pronti per partire in una missione di recupero.
Il tramonto a Konoha era così ammaliante. Il fotografo che aveva realizzato la foto del team 7 le aveva detto che quello era il momento della giornata che erano soliti chiamare "l'ora dorata". Non riusciva a capire però perché sembrasse così malinconica.
– Sei pronta?
Si voltò verso Sai, socchiudendo gli occhi appannati, dopo aver guardato troppo a lungo il tramonto.
– Quante volte ti ho detto che non puoi entrare nello spogliatoio delle ragazze?
– Ma non c'è nessuno.
– Lo so, ma è una questione di... insomma non puoi.
L'altro era confuso. – Ma se so che non c'è nessuno, perché non posso entrare?
– Perché magari entrerà una ragazza fra poco!
– Beh, allora me ne andrò.
Era come parlare con un muro. Sai faticava a volte a vedere oltre la logica, le convenzioni sociali gli risultavano fin troppo insensate.
– Potevo essere nuda – borbottò contrariata.
– E quindi? Ti ho già vista nuda.
Ciò che la irritava era il fatto che non avesse basi su cui replicare. Sai faceva sempre giuste osservazioni, giuste in un modo contorto.
Avvertì le sue dita che sfioravano le sue. Ci metteva sempre un'attenzione particolare. Non smetteva mai di essere curioso quando la toccava, come un bambino. Era vissuto troppo tempo senza quel tipo di legame. Non che lei ne sapesse molto di più, ma Sai a volte le sembrava un alieno sbarcato da un qualche pianeta lontano. Era sempre così fuori luogo.
– Questa volta arriveremo prima di Naruto al Cercoterio.
Sakura non era molto convinta. – Ormai ne rimangono solo due. Il Quattrocode e Bee. Io dubito che arriveremo in tempo, non arriviamo mai in tempo.
– Però stavolta è stato il Cercoterio a contattarci. Quindi magari abbiamo un vantaggio.
– Forse.
La sua voce era monotona. Ormai era davvero esausta di quella storia. Era quasi un anno che correvano ovunque dietro ai Cercoteri, per poi arrivare tardi. I mesi erano volati fra riunioni di emergenza, missioni di ricerca, spionaggio. A volte era andata segretamente a trovare Sasuke al rifugio di Orochimaru, aggiornandosi con lui e facendo il punto della situazione.
Non era servito a niente.
Stava perdendo la speranza. Naruto avrebbe preso tutti i Cercoteri senza neanche farsi vedere. La freddezza di quella situazione era surreale. Si era aspettata qualcosa di più, un rincontro tragico, un messaggio inviato all'ultimo, qualsiasi cosa. Invece Naruto era davvero sparito. Ormai l'unica incognita riguardava Killer Bee. Lo avrebbe attaccato? Ucciso? Prima o poi si sarebbe dovuto fare vivo con lui e centinaia di shinobi erano pronti a riceverlo.
– Sakura, mi stai ascoltando?
Si riscosse. – Sì – mentì, poi si corresse – volevo dire no.
– Forse Sasuke arriverà prima di noi.
La ragazza si bloccò, senza parole e alzò gli occhi su quelli neri di Sai. Si era accorto di qualcosa? Aveva scoperto che lei e il maestro Iruka passavano informazioni a Sasuke?
– Chissà.
– Di sicuro, se quei due dovessero incontrarsi, per prima cosa se le daranno di santa ragione.
Sakura scoppiò a ridere. Forse per l'assoluta verità di quella frase, oppure perché il tono di Sai era stato estremamente calmo e razionale.
– Su questo non posso darti torto.
Si asciugò un occhio e si accorse che l'altro sorrideva. – Era da un po' che non ridevi così.
Si portò una ciocca rosa dietro l'orecchio. Si sollevò a dargli un leggero bacio sulle labbra. – Grazie Sai.
– Sasuke-kun? C'è un messaggio per te – esordì una voce quasi stucchevole.
Sasuke si voltò verso l'entrata buia dalla quale Orochimaru era emerso con un sorriso ambiguo. Si asciugò il sudore e vide Suigetsu e Juugo fare altrettanto.
La sala era spaziosa abbastanza per allenarsi, completamente spoglia e vuota, non si poteva neanche definire una "stanza". Gli era però stata davvero utile, soprattutto quando si era addestrato contro Orochimaru.
– Un messaggio? – domandò, andandogli subito incontro.
L'allenamento non lo aveva sfiancato granché. I suoi due ex-compagni erano forti, ma non era facile metterlo con le spalle al muro.
Prese il biglietto che Orochimaru gli porgeva. Aveva un'inusuale fretta. Da qualche mese non giungevano notizie né messaggi. Temeva che Sakura e Iruka si fossero rassegnati, ma invece a quanto pareva aveva frainteso.
Aveva tentato di trovarlo per conto suo, ma Naruto era un fantasma. Colpiva i Cercoteri senza un ordine di tempo, se la prendeva comoda, pur di non essere scoperto. Nessuno lo vedeva più, né avvistamenti né notizie. Girare a vuoto era stata solo una perdita di tempo; aveva ripercorso i suoi passi e visitato i luoghi dove era stato avvistato, ma non aveva scoperto nulla di utile.
In quei mesi Naruto non era tornato a spiarlo, o almeno così credeva, e nemmeno quella ragazzina stramba. A volte, però, non poteva fare a meno di sentirsi osservato.
Alla fine aveva deciso di usare quel tempo per addestrarsi, finché Iruka o Sakura o Orochimaru non avessero trovato un indizio concreto sulla posizione di uno dei pochi Cercoteri rimasti.
– Cos'è? – domandò Suigetsu.
– Il Quattrocode, hanno scoperto dove si trova ed è qui vicino. Il biglietto è da Iruka.
Suigetsu fece un verso annoiato. – E quindi? Tanto non arriviamo mai in tempo.
– Stavolta è diverso. Kakashi crede che ci sia una spia, ha svelato le coordinate solo a un numero esiguo di persone, quelle di cui si fida di più.
Karin apparve in quel momento, con un sorriso a trentadue denti. – Partiamo?
– Subito.
Orochimaru lo fermò, allungando una mano pallida coperta dalla manica del kimono. – Ricordi la tecnica che ti ho insegnato?
Sasuke annuì. – Certo.

STAI LEGGENDO
Spine
Fanfiction"Tutto inizia con una scommessa fra Naruto e Sasuke su chi porterà prima a termine la missione. Una banale provocazione si trasforma in un incubo quando Naruto non torna e sparisce nel nulla. Dopo settimane di ricerche da parte di Konoha, Sasuke lo...