Capitolo 4: Alice nel Paese delle Meraviglie

38 3 0
                                    

Avete  presente quando si ha la sensazione che stia per accadere qualcosa, ma non avete la benché minima idea di cosa, non sapete se sia una cosa bella, brutta o se vi renderà triste, felice o se...<<Claire, posso entrare?>>, la voce di mia madre ed il ticchettio delle sue scarpe attendono, impazientemente , una risposta << Si, Mamà, puoi entrare>> .

Detto ciò, la porta si spalanca e io mi ributto con la faccia sul cuscino, ma un profumino di caffè appena fatto mi riporta sull'attenti, sveglia più che mai, apro un solo occhio per sbirciare e automaticamente un sorriso compare sul mio volto insieme alla consapevolezza che, il motivo di questa strana sensazione, era causato dal primo giorno di Università.

Un primo giorno posticipato di un anno, perché beh mi ero completamente rifiutata di andare all'Università, avevo accantonato tutto, i miei sogni, le mie passioni, tutto era finito in un cassettino profondo, ma, nonostante ciò, erano cose che non potevano essere dimenticate , perchè d'altronde quanto a lungo puoi dimenticare una parte di te stessa? Il mio cassettino è stato chiuso per un anno, fin quando la mia mano, le mie idee e la matita non hanno toccato quel diario, da quel momento  è stato come se mi fossi risvegliata e l'amore per le piccole le cose, per la letteratura e per la scrittura è ricomparso.

Riprendo coscienza dai miei pensieri e balzo in piedi come una molla, bacio Mamà sulla fronte e rubo il caffè dalle sue mani per poi fiondarmi in bagno, perché ovviamente l'unica cosa che doveva cambiare e non è cambiata è il mio essere in ritardo.

Un filo di trucco, capelli sciolti e svolazzanti, una camicetta azzurra, jeans stretti a vita alta, converse bianche, cardigan blu scuro, cappotto e pancake preso al volo dal piatto di mio padre e sono in strada per le vie di Milano, cercando di riuscire ad intravedere il numero del pullman che mi porterà proprio di fronte l' Università.

Mentre aspetto il pullman, è inevitabile pensare a quest'ultima  settimana e ai cambiamenti che ha portato. Ho vissuto una settimana intensa e tra cene di famiglia, gite per Milano e dintorni sono già riuscita a crearmi dei ricordi. 

Una settimana che ha portato il sorriso sulle mie labbra, gioia in chi mi circonda e speranza nei miei occhi. 

Sarà che la fortuna oggi sembra girare dalla mia parte, ma il pullman arriva e trovo anche un posto libero ed è così che sulle note di "Benvenuto" arrivo proprio davanti l'Università, scendo e sempre col sorriso sulle labbra controllo l'orario sul cellulare.

E' risaputo che se le giornate iniziano troppo bene c'è  qualcosa che non quadra o semplicemente il mio essere Alice nel Paese delle Meraviglie si fa sentire nelle situazioni meno opportune e così mentre cammino, immersa come sempre nei miei pensieri, vado a sbattere contro qualcuno e mi cadono tutti i libri, che avevo preso per la lezione, mi abbasso e mentre li raccolgo,  alzo lo sguardo per chiedere scusa alla persona colpita e mi accorgo, così, che quella sensazione con cui mi ero svegliata non era l'Università  o il nuovo inizio, ma era proprio una brutta sensazione, un presentimento, un cattivo presagio perché davanti a me, ecco palesarsi quegli occhi ghiaccio, che ero totalmente sicura di non rivedere mai più, ma soprattutto che non pensavo avrei mai rivisto proprio qui. 

Un solo sparoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora