1. Dieci giorni prima

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Louis era un gran bel ragazzo per stare con sua figlia. Non c'erano altri pensieri che avesse Marie guardandolo che non si potessero racchiudere in questa semplice frase: era davvero troppo per lei. Voleva bene a Heather, certo, ma non poteva negare che era veramente troppo pallida e i suoi capelli rossi spesso non sembravano altro che dei peli di un gatto spelacchiato, indomabili e scomposti. Per non parlare della sua voce, tremula, stridula – a volte si chiedeva come potesse essere sua figlia. Non si sentiva particolarmente in colpa per questi pensieri, perché era convinta che una madre dovesse essere giusta e severa nei confronti dei propri figli e Heather le era venuta fuori proprio male. Aveva ripreso da lei solo un tratto positivo, i suoi occhi azzurri, eppure era riuscita a rovinare pure quello, con delle occhiaie spaventose e una cura del trucco che, per Dio, sembrava l'arte di un bambino di cinque anni più che di una ragazza di venti. E poi i denti le erano ancora un po' storti, specialmente quell'incisivo invadente che le deformava la bocca, tanto che aveva dovuto arrabbiarsi parecchio con lei per farle capire che doveva sorridere a labbra chiuse, strette. E inspiegabilmente riusciva a sbagliare pure quello: in numerose foto che avrebbe voluto appendere alle pareti di casa, il labbro superiore di Heather si apriva leggermente proprio per dare visuale su quel brutto dentino che spuntava inglorioso a rovinare gli scatti più belli, che ora avevano avuto l'orribile e ingiusto destino di riempire uno scatolone nella soffitta della loro casa. E anche ora che la stava fotografando non poteva fare a meno di pensare che era così insignificante accanto a un ragazzo bello come Louis.

«Com'è venuta?»

Marie sospirò, trattenendo a stento una risposta sincera e forse troppo diretta per essere messa a nudo davanti al ragazzo di sua figlia. Le avrebbe detto cosa ne pensava davvero quando sarebbero state da sole. «Non male, però ne farei un'altra. Sorridi un po' forzatamente, tesoro, cerca di essere più spontanea.»

Era una specie di accordo tra di loro, sua figlia intuì subito che doveva migliorare il tipo di sorriso, e si rabbuiò per un secondo, finché non si strinse ancora di più al braccio di Louise e sorrise di gioia. Un sorriso più contenuto del precedente, più falso, ma almeno non dava sfoggio dell'incisivo centrale come un coniglio dei cartoni animati.

«Questa è migliore!» Le sorrise, tendendole la fotocamera.

Heather sbirciò la foto e sembrò soddisfatta. «Vado a riporla in camera, torno subito» mormorò con occhi sognanti a Louis, lasciandogli un leggero bacio sulla bocca. Sembrava un gesto incredibilmente intimo, e Marie pensò che fosse sbagliato essere presente.

Appena sua figlia si allontanò, in uno sgambettare sgraziato e che non si addiceva a una ragazza di vent'anni, Louis la guardò e lei sembrò arrossire. Aveva più di quarant'anni da un pezzo ormai, eppure sembrava che certe emozioni continuassero a farla sentire in soggezione come se fosse stata ancora un'adolescente che non riusciva a credere di essere guardata dal ragazzo più bello della scuola.

«Heather è un po' fissata con le foto, eh?» le chiese, con un sorriso.

«Molto, ne fa continuamente» asserì, sedendosi sul divano della cucina per cercare di non sembrare troppo rigida nei confronti di quel ragazzo. Davanti a lei, sul tavolino del salotto, c'erano due foto delle figlie, che Heather aveva così tanto insistito di farsi fare per essere ricordata. Era come se avesse paura di dimenticarsi tutto, sembrava trovare conforto in quegli scatti, e poco le importava – al contrario di Marie – che fossero belli. L'importante per lei era semplicemente che ci fossero. Non l'aveva mai capita.

«A me non piace molto» confessò Louis, sedendosi al suo fianco. Si sfioravano le braccia, Marie pensò di spostarsi per fare in modo di evitare quel contatto tra i loro corpi, ma era come confortata dalla sua vicinanza, dal fatto che lui sembrava non preoccuparsene. «Dico, fare le foto. Mi sembra un po' troppo forzato ricordare quei momenti. Sono belle se rubano attimi, non so se mi spiego.»

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⏰ Last updated: Jul 03, 2018 ⏰

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Dieci GiorniWhere stories live. Discover now