Capitolo 1

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Apro gli occhi e fisso il muro, questa notte non ho dormito molto perché ero cosi in ansia che non sono riuscita a chiudere neanche un occhio . Guardo l'orologio e sono le sei fra meno di venti minuti dovrei alzarmi e prepararmi per partire. Stranamente mia madre ancora non si è alzata, come non detto,^PARLI DEL DIAVOLO SPUNTANO LE CORNA^. Quest'anno mi sono diplomata e ho deciso di realizzare un sogno che mi tormenta fin da piccola andare in Australia e far parte di un'accademia di danza. Mi alzo completamente dal letto e guardo un attimo la mia camera e penso a tutti i momenti che ci ho passato. "Malia è ora di andare forza" eccola li mia madre che mi urla per l'ultima volta che sono in ritardo. "Arrivo 2 secondi" Umh si proprio due secondi <zitta Lila non ti ci mettere anche tu> Be anche la mia coscienza ha un nome ed è Lila, vi chiederete il perché immagino? All'età di 8 anni avevo un amico immaginario ed era Lila, ma quando cresci però ti rendi conto che in realtà non esisteva nessuno eri solamente tu che parlavi con un muro e il muro che parlava era semplicemente la tua coscienza e da li Lila iniziò a far parte della mia vita. Sono strana lo so ma a me non fa un piega perché mi piace la mia stranezza. Mi vesto semplicemente mettendo una maglietta non di quelle con cui tutti oggi sono fissati ,come Thrasher, Levis, supreme e cose varie, perché non mi piace seguire la massa ma essere diversa infatti già da Lila si dovrebbe capire e inoltre tutto non voglio essere una pubblicità. Rubo gli anfibi a mia sorella, mi piace molto farla arrabbiare soprattutto ribaltandole l'armadio tutto ordinato. Già da oggi neanche lei e le sue urla isteriche sentirò. Che peccato! "Ti vuoi muovere anche al tuo primo giorno di college vuoi essere in ritardo" "Hai il ciclo per caso?" "Malia ma che domande sono" scusate è vero non ricordavo quanto mia madre fosse suora e perfettina. "Malia a noi non ci saluti?" Mia sorella e mio fratello sono davanti alle scale Alicia ha 13 anni e José 8. Mi mancheranno cosi tanto soprattutto il piccoletto perché lui non sa ancora cosa è successo a nostro padre e fa male stare li ogni volta che chiede "ma papà quando ritorna? Voglio papà! " e tu non sai cosa rispondergli perché ancora è troppo piccolo per capire. Alicia invece è la sua fotocopia al femminile non si è ripresa ancora del tutto da quel giorno è molto scossa che a volte resta per giorni nella sua camera e non si mai quando esce. "Mi mancherete moltissimo, anche tu piccolo ballerino" José mi guarda con i suoi occhi a palla come marroni e prima di parlare mi salta in braccio e mi dice all'orecchio "Tu sei il mio papà" I miei occhi si riempono di lacrime e in quel momento l'abbraccio fortissimo perché con quelle due paroline mi ha reso la persona più felice del mondo. Quando papà non c'era io mi sono presa cura della mia famiglia come un padre dovrebbe fare proteggendola. Faccio scendere José dalle mia braccia e gli do un un bacio e ad Alicia gli dico semplicemente di prendersi cura della famiglia e di mantenere alto il nostro cognome come ho fatto io in tutti questi anni. Salgo in macchina e mi giro verso il vetro per scrutare una volta per tutti i loro volti perché chissà quando li rivedrò. Parto e tutti i miei ricordi si fanno strada insieme alle note di Emili Sande con read all about it part 3. Oggi se sono qui in partenza è grazie a mio padre ed alla promessa che gli ho fatto e che non spezzerò mai perché gli devo tutto, per avermi fatto diventare una donna forte come voleva lui. L'aereo dovrebbe partire fra due ore ed io stranamente sono in anticipo. Entro nell'aeroporto di Milano e parcheggio la macchina che fra qualche ora dovrebbe venire a riprendere mia madre. Prendo la valigia e tiro fuori tutti i documenti il biglietto tutto quanto per fare il check-in . Oltrepasso l'entrata e mi dirigo verso il check-in dove poso i bagagli e loro mi danno l'etichetta dove c'è scritto il volo nel quale viene imbarcato. Dopo aver fatto tutti i controlli necessari resto seduta ed aspetto che chiamino il mio volo. Manca meno di cinque minuti ed io ancora non mi rendo conto che sto per partire e che lascerò tutto qui in Italia. Finalmente chiamano il mio volo ed io mi preparo all'imbarco, supero le così dette "passarelle" ed entro nell'aereo e mi preparo per il volo. In tutti i miei 20 anni questa è la prima volta che prendo un aereo e provare quella sensazione nel vuoto un po' mi spaventa , ma solo perché sto affrontando tutto da sola e non ho nessuno con me. Prendo le cuffiette e me le infilo e il testo di Suga Suga parte ed io non mi rendo conto che mi sto addormentando.

<Malia sono qui corri vieni da me><Papà non riesco a muovermi ti prego salvami><devi solo saltare più in alto puoi riuscirci ><Papà non ce la faccio aiutami non ho più le forze ><Non posso Malia devo andare><No, no, non puoi andartene José ha bisogno di un padre, noi abbiamo bisogno di te><Ci sei tu che sei forte puoi farcela><No no no aiuto, PAPAAAAAAAA><Sei e sarai sempre da sola Malia ><Chi parla? Tu brutta strega corri finché puoi che se ti prendo ti uccido con le mie mani dovevi morire tu non lui > All'improvviso tutto si fa buio ed io cado contro qualcosa. Mi sveglio di soprassalto e mi rendo conto che siamo atterrati ed è ora di scendere . Esco dall'aereo e respiro l'aria che mi accompagnerà in quest'avventura. Preso il bagaglio e avendo finito un' altra volta tutti i controlli mi reco all'uscita dove chiamo un taxi ed intanto che aspetto mi arriva una telefonata al quale rispondo e sento una voce che non sentivo ormai da anni parlare mia cugina . Saranno ormai otto anni che non mi cerca e chissà perché proprio oggi mi chiama da lei e le altre siamo sempre state usate io ed Alicia e dopo la morte di nostro padre non abbiamo voluto avere più contatti con nessuno di loro perché ci siamo accorte di quanto false siano stati con noi solo per avere in parte tutta l'eredità di mio padre che nella sua vita ha messo da parte. "Malia sono io Sabrin volevo solo avvisarti che fra poco ci saranno le pratiche in tribunale e quindi di smetterla di fare guerra e condividere con noi tutti quei soldi che avete o scusa volevo dire quello che il tuo caro paprino defunto ha messo da parte" Tutta la rabbia che in questi anni si è accumulata dentro di me esce con solo queste parole spezzanti ridotte in un sussurro "Dovrete passare sul mio corpo per prendere anche un centesimo fottiti puttana" e le chiudo il telefono in faccia. Dovrei calmarmi in questo momento ma penso l'unica cosa che devo fare è salire in un taxi e andare al più presto nel dormitorio dove alloggerò.





Eccoci qui con il primo capitolo 

Malia parte e lascia la sua famiglia in custodia alla sorella l'emozione per il college si fa sentire e i primi problemi incominciano ad arrivare irritandola ancora di più, ma questo è solo l'inizio, il problema più grande arriverà nel prossimo capitolo

Chi sarà Dylan chi lo sa? 

Al prossimo capitolo, un saluto 

GRETA 

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