Il principe Guglielmo e il mostro del lago scarlatto

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C'era una volta un principe che abitava in un castello circondato da magnifici boschi. La sua vita procedeva serena quando un giorno fu annunciato a palazzo l'arrivo di un messaggero delle Terre Lontane.

"Vostra Maestà ho un messaggio per Voi", disse tristemente il messaggero, "porto gravi notizie da parte di Re Arduino".

Guglielmo, questo era il nome del principe, era stato di recente nel piccolo regno di Terre Lontane e conosceva bene Re Arduino e la bella figlia Minerva. Disse quindi: "Parla dunque, non lasciarmi nell'incertezza!".

Il messaggero proseguì: "La principessa di Terre Lontane si è ammalata gravemente ed il re teme per la sua vita. Mi ha mandato a cercarVi nella speranza che possiate aiutarlo a salvare sua figlia. Re Arduino ha già chiesto consiglio ed aiuto a maghi e stregoni del suo regno, ma nulla è riuscito a liberare la principessa dalla stregoneria che l'ha colpita. Il re ha anche consultato l'oracolo, che così ha parlato:

Solo un cavaliere di stirpe reale

potrà salvare Minerva dal suo grave male.

Egli dovrà sostenere l'ardua prova

di vincere l'orribile creatura, ogni volta nuova.

Seguirà il consiglio del mago

nell'affrontare lo scarlatto lago.

Del mostro allora conoscerà l'aspetto

nato dal cuore nel suo petto.

Se il principe infine uscirà vincitore

donerà a Minerva la vita e l'amore".

Il principe disse: "Ma che stranezze racconta l'oracolo? Che prova è mai questa?". Il messaggero non aveva altro da riferire e Guglielmo lo congedò dicendogli: "Vai ora e torna dal tuo re. Digli che farò di tutto per aiutarlo e che in premio chiederò la mano di Minerva".

Quando il messaggero fu partito, Guglielmo fece subito chiamare il mago di corte: "Re Arduino ha bisogno dell'aiuto di un principe per salvare sua figlia Minerva da un incantesimo che ne minaccia la vita. Dovrò affrontare e sconfiggere un terribile mostro di cui nessuno conosce l'aspetto. Cosa mi consigli mago?"

Nell'ombra altre orecchie ascoltavano con interesse le domande che il principe rivolgeva al mago di corte. Erano di Uri, fratellastro del principe, anch'egli di stirpe reale ma senza regno e senza corona. Stava nascosto dietro un'apertura segreta e origliava non visto, animato da invidia e malvagità. Uri bisbigliò a Rapa, il suo servitore: "L'occasione per sbarazzarmi del mio odiato fratellastro sta arrivando. Presto diventerò l'erede al trono e sarò ammirato e corteggiato molto più di lui. Corri alle stalle e dai al cavallo di Guglielmo questo potente sonnifero. Voglio vederlo appiedato proprio in mezzo alla prateria". Detto questo, e allontanato con un gesto Rapa, Uri si avvicinò ancora di più all'apertura per ascoltare la risposta del vecchio mago: "In ciascuno di noi c'è un lato oscuro, maestà. A volte la malvagità cresce a dismisura, esce allo scoperto e domina il cuore delle persone, che diventano velenose e crudeli. Altre volte il lato oscuro invece resta addormentato per tutta la vita. E la persona ci appare buona e gentile, pur non essendolo nella sua interezza. Ma solo chi ha la forza di scoprire e affrontare la propria malvagità sopita e di eliminarla definitivamente saprà vivere di puro amore per gli altri. Recati nella Valle dei Mille Occhi e specchiati nel Lago Scarlatto. Sono acque fatate e dal tuo riflesso prenderà vita il mostro che vive segretamente dentro di te. Dovrai sconfiggerlo e potrai salvare Minerva dal suo male. Ma affrettati, il maleficio avanza ed è rimasto poco tempo per lei".

Il principe sellò il cavallo e partì con fiducia per affrontare la prova annunciata dal mago.

Rapa però lo aveva preceduto, arrivando alla stalla prima di lui. Aveva versato nell'acqua un potente sonnifero e vi aveva abbeverato il cavallo reale, pochi istanti prima che arrivasse Guglielmo.

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