3- Why?

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Grazie a @-pistacchia per la cover MERAVIGLIOSA❤

«Why?»

Tenevo gli occhi puntati sulla possente figura della dimora e la mente faticava ad elaborare l'evento. Fui torturata in quella casa, umiliata e derisa, e l'ultima cosa che avrei mai voluto era proprio ritrovarmi lì. Poche volte ho avuto paura nella mia vita, ma quel giorno tremavo per l'ansia che montava nel petto secondo dopo secondo. Certo, non avrei mai mostrato la mia debolezza, soprattutto alla presenza di un Malfoy, eppure sentivo le viscere fremere e le dita muoversi appena nell'aria fredda e tetra del posto. La grande casa costruita su tre piani, in periferia del Witshire ed immersa nel verde, era avvolta da una foschia inquietante e il gelo della sera cominciava a farsi sentire sempre più intensamente. Ero emotivamente e fisicamente provata: i dolori tornarono all'improvviso -seppur non forti come ore prima- e i ricordi di un passato che avrei preferito seppellire cominciarono a ritornare in mente. Per un attimo, mi sembrò di riuscire a sentire le urla di Bellatrix Lestrange echeggiare intorno alla dimora.

Scossi la testa e chiusi gli occhi per qualche attimo. Avevo decisamente bisogno di riposare e mangiare, ma non mi fidavo di Draco Malfoy, del ragazzo che mi aveva fatto sentire inferiore moltissime volte. Eppure non potevo fare altrimenti in quel momento.

Ero persa nei pensieri, ancora con lo sguardo puntato sul quella tetra dimora, quando percepii un tocco caldo sul braccio, all'altezza del gomito. L'algido Malfoy mi aveva afferrata in una morsa stretta ma non soffocante né dolorosa, tuttavia decisa. Mi voltai verso di lui e lo guardai perplessa, in cerca di spiegazioni, tuttavia egli tenne gli occhi chiari puntati davanti a sé alzando il capo in segno di superiorità. Non capii perché del suo atteggiamento. Ovviamente era stato altezzoso per tutto il tempo, ma in quell'attimo mi parve diverso, come se dovesse dimostrare a qualcuno quanto minaccioso in realtà fosse; lo trovai alquanto forzato.

«Se mai dovessimo incontrare qualcuno, lascia parlare me.» disse distaccato cominciando a camminare, trascinandomi con lui. «Non aprire bocca, intesi Granger?»

«Quindi non sei solo ... fantastico.» ribattei ironica, alzando gli occhi al cielo e seguendolo senza opporre resistenza.

Il silenzio in cui versava il posto mi fece pensare ad una casa disabitata; il disagio sentito fin dentro le ossa era lo stesso. In cuor mio sperai che la prima impressione fosse giusta, che Draco vivesse da solo e non fossi, dunque, costretta a convivere con un viscido e schifoso quale era Lucius Malfoy. Non so per quale motivo, d'altronde aveva le stesse colpe del figlio, eppure era difficile tollerarlo. Ciò che aveva combinato in passato sarebbe stato troppo da perdonare per chiunque. Per quanto riguardava Narcissa Malfoy le cose erano un po' diverse: ricordo ancora lo sguardo della donna quando, quel giorno, chiamava Draco a sé, con voce rotta e disperata. Mi chiedevo: "Ha davvero deciso lei da che parte stare?". Non l'ho mai davvero creduto nonostante fosse la matrona di una famiglia di Mangiamorte.

«Tieni il sarcasmo sotto controllo. Non c'è da scherzare.» ribatté serio, stringendo di più la presa contro il braccio. Iniziava a far male.

«È l'ultima cosa che voglio, te lo assicuro.» imitai il suo stesso tono, cercando di stare al passo.

«Buon per te.» rispose rilasciando un lungo sospiro; allo stesso tempo, allentò la presa sul braccio.

Avanzammo nel cortile principale, verso il cancello pesante e riccamente decorato. Intorno a noi, alte siepi verdi e rigogliose facevano da recinto non permettendo alla vista di vedere altro se non l'imponente Manor. Era tutto curato, tutto perfetto, avvolto in un silenzio angoscioso.
Il buio scendeva piano sul Witshire, dunque l'atmosfera era alquanto inquietante e tesa, proprio come Draco.

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