Pioggia.

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Adesso, ho lo sguardo rivolto al cielo.
Una fitta nube grigia mi impedisce di vedere il colore nitido dall'atmosfera che mi circonda.
Nessuna figura è riconoscibile ad occhio nudo, tutto pare indeforme.

Alcuni istanti prima avevo la sensazione di cadere nel vuoto, di non avere più la percezione dello spazio e del tempo.
Ora sono in ginocchio, in mezzo alle macerie di una città distrutta, ormai in fiamme.

Credo che la mia mente si sia riavviata dopo un blackout durato un'infinità di secondi.
Ora ho un'emicrania lancinante.
Un forte ticchettio rimbomba sonoramente nella mia testa:

preferisco morire,
o forse,
sto morendo?

I miei sentimenti mi divorano come un pericoloso uragano nel bel mezzo di una folta foresta.
Più cerco di sbarazzarmene e più rischio di soffocare in mezzo a loro.
Nessun movimento mi è concesso e nessun respiro è dato per scontato.
Mi bloccano come catene.
Catenacci ben saldati lungo le mie braccia e il mio torace.

Che siano veramente catene quelle che vedo avvolte a me?
O sono semplicemente dei fili rossi?

Si, dei fili rossi, così stretti e resistenti da tagliarmi di netto la pelle.
Ho come l'impressione che mi stringano i polmoni impedendomi di inalare aria a sufficienza, e la gola, dalla quale non riesco a liberare le urla soppresse dalle mie forti emozioni.

Rivolgo lentamente lo sguardo a terra.
Piccole gocce di pioggia rigano il volto della persona che giace tra le mie braccia.
Le nuvole sopra alle nostre teste pur di eliminare l'orribile tono grigiastro presente nell'aria si scatenano in una violentissima pioggia gelida.

Sento un'irritante bruciore agli occhi. Di certo non mi è venuto per la pioggia che picchia prepotentemente sul mio viso coperto da ogni mio difetto.

Sapevo che questo momento prima o poi sarebbe arrivato e dovevo essere mentalmente pronto.
Evidentemente quando pensavo a ciò non mi resi conto di quanto fosse difficile pensarla così.

Soprattutto perdere la persona di cui casualmente ti eri innamorato.
E di non averglielo mai detto a causa del tuo carattere di merda.
Perché la colpa è solo tua, per non aver aperto prima gli occhi facendolo con il sorriso, ma di averlo fatto solo ora, con le lacrime.

Già per causa mia.
Che non l'ho protetto,
Che non l'ho salvato,
Che non l'ho aiutato,
Che non l'ho fatto sentire amato,
Che non l'ho confessato.
per causa mia.

L'emicrania peggiora.
E non credo che potrà migliorare di questo passo.
Ho la sensazione che mi resterà finché i miei sensi di colpa non cesseranno di esistere.

Da domani in poi avrei bisogno di una pillola, che mi possa rendere felice.
Una pillola che possa sostituire il suo sorriso imbarazzato, che forse, è l'unica cosa del quale ne ho veramente bisogno, e del quale, non potrò più farne uso.

Probabilmente se avessi fatto quel che non ho fatto le cose sarebbero andate diversamente.
Chi può dirlo?

So solo che il mio cuore batte ancora.
Il suo non più.
Prima del suo ultimo respiro le uniche parole che sono riuscito a dirgli non sono state un "ti amo" o "resta con me"
Ma un:

"Scusami
Deku."

"Migraine"  •bakudeku•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora