Sebastian, figlio mio, il tuo potere mi stupisce ogni giorno di più. Non mi sarei mai aspettato una tua crescita così ben riuscita, sono fiero del mio lavoro, tu sei il mio esperimento meglio riuscito. Anche se, un'imperfezione incrina la tua anima, e purtroppo è colpa mia. È triste, sai? Sapere che il tuo miglior risultato è imperfetto, sapere di non essere riusciti a raggiungere la perfezione.
Ormai è tardi, ma meglio tardi che mai.
Il tuo difetto, la tua macchia, è il rimorso. È un brutto male, il rimorso... si insinua in un angolo della mente, minando tutte le tue certezze, mettendo in dubbio i tuoi ideali... una bestia da debellare.
Come eliminarlo del tutto? Tu, figlio, sai bene che prediligo la praticità alla filosofia. Io ho avuto la fortuna di avere un padre che mi soccorresse in questo compito gravoso e, anche se non ho la stessa possibilità d'azione che ebbe lui, cercherò di aiutarti a mia volta, raccontandoti come lui ha aiutato me.
Quando ho iniziato l'accademia, c'era un bambino dotato di un'attitudine al combattimento grande quasi quanto la mia. Iniziammo ad allenarci assieme, migliorando tantissimo, fino a raggiungere una situazione di parità. Geoff era il suo nome, un ragazzo solare, con un futuro meraviglioso che lo aspettava. AVREMMO VOLUTO (?) Volevamo diventare Parabatai un giorno.
Una sera, tornato dall'allenamento quotidiano con Geoff, non avrò avuto più di dieci anni, e mio padre mi portò nella serra. Mi fece vedere due orchidee nello stesso vaso: meravigliose. Lui mi chiese cosa pensassi delle due piante, ed io gli risposi che erano stupende. Non era la risposta che avrebbe voluto. Mi ricordo ancora il dolore di quello schiaffo, dritto al viso, inaspettato. Allora mio padre prese un pugnale, recidendo la prima delle due piante. Mi disse che non erano stupende, ma sprecate. Poi mi portò alle gabbie, dove stavano i nostri due cani da caccia. Di nuovo mi chiese cosa pensassi dei due animali. Io gli risposi che erano entrambi forti, allora mi chiese cosa li rendeva forti. L'intesa che avevano dalla nascita, risposi. La lama gelida del suo pugnale mi lacerò lo zigomo. Rimasi immobile, trattenendo le lacrime a stento. Ero abituato al dolore. Allora lanciò la sua arma, uccidendo il mio cane da caccia. Passarono le settimane, i mesi, e io continuavo a non capire... ma quando passai alla serra, finalmente capii cosa voleva insegnarmi. La seconda orchidea, quella superstite, avendo tutta la terra per sè, era diventata ancora più florida e rigogliosa... e lo stesso accadde con il cane di mio padre: non dovendo più condividere il cibo, era diventato ancora più forte e resistente. Gli altri sono solo un mezzo per aiutarti a raggiungere il massimo potenziale.
Quando Geoff arrivò in palestra per il nostro allenamento, non esitai un secondo ad assassinarlo.
Ed era giusto così, ne ero sicuro. Se si vuole raggiungere il massimo potenziale, bisogna eccellere singolarmente. È stato lecito per me ucciderlo, come lo è stato uccidere chiunque altro. Perché devi provare rimorso se hai ragione? Di cosa devi pentirti? Sappi, figlio, che la nostra causa era, è e sarà sempre nel giusto.
Spero che questa lettera ti possa rassicurare... spero di aver avvicinato di più il mio esperimento quasi perfetto alla perfezione.
Tuo padre,
Valentine Morgenstern
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multifandom games - partecipante
FanfictionUn raccolta di one shot multi fandom per il concorso di @xsheeranssmilex