Cloe

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-Terra chiama Cloe- vedo una mano apparire nel mio campo visivo, mentre Giulia cerca di attirare la mia attenzione. Distolgo lo sguardo dalla scena raccapricciante che ho davanti agli occhi e le faccio un sorrisetto di scuse. Lei sbuffa.
-Non capisco cosa ci sia di tanto interessante in tuo fratello che si da da fare con la sua nuova ragazza- alza gli occhi al cielo -non è che questa sia una scena molto originale, comunque- dice, scostandosi una lunga ciocca bionda dal viso sottile. Io riporto velocemente lo sguardo su Christian che, seduto sotto ad una tipa mezza nuda, si diverte a mangiarle la faccia. Faccio una smorfia disgustata prima di abbassare gli occhi sulle mie patatine.
-È come quando hai davanti un incidente automobilistico- cerco di spiegare -è una visione terribile ma non puoi fare a meno di guardare- faccio spallucce, portando alle labbra il mio bicchiere di coca e rum. In realtà non so bene nemmeno io perché mi interessi, ma in qualche modo è così. Vedo Christian passare da una ragazza all'altra da due anni ormai, e anche se so che non c'è nulla di male ad avere un paio di relazioni occasionali, mi piacerebbe che per una volta instaurasse un rapporto vero con qualcuno. Da quello che ho visto nemmeno i suoi amici lo conoscono davvero, fatta eccezione forse per Marco, ma so che si sono allontanati ultimamente. A volte mi sento un idiota a preoccuparmi per lui: di sicuro non è una delle mie persone preferite, visto che non fa altro che rendermi le cose difficili, ma una piccola parte di me (ok, forse non così piccola) non si è ancora rassegnata alla sua perdita. Per un breve periodo  siamo stati davvero amici, Christian ed io. Quando i suoi genitori mi hanno portata via dall'ordanotrofio per regalarmi una nuova vita, cinque anni prima, lui sembrava aver preso bene l'idea di una nuova sorella. Parlavamo spesso, uscivamo con la stessa compagnia; poi, ad un certo punto, senza motivo, è cambiato tutto. Ha conosciuto gente nuova, ha cominciato ad uscire di nascosto sempre più spesso, a bere, e i suoi voti sono in caduta libera ormai. Per non parlare del suo atteggiamento nei miei confronti. È diventato freddo e incurante; non gli importa più un fico secco di me. E ormai dovrei averlo accettato, lo so. Ma quando lo guardo, con quei suoi profondi occhi marroni, mi sembra quasi di vedere il mio vecchio amico sotto la superficie. Poi di solito apre bocca e rovina tutto, ma la speranza non tarda a tornare.
-Lo stai rifacendo- sbuffa la mia migliore amica, incrociando le braccia sottili sul petto. Io tiro fuori il mio sorriso più smagliante -ok, hai ragione Giu, ora la smetto, anche se- faccio una smorfia -cavolo, dovevano proprio mettersi nel tavolo dietro al nostro?- alzò gli occhi al cielo, come a rimproverare una qualche divinità intenta ad infastidirmi.
-E tu ignorali dannazione- Giulia appoggia i gomiti sul tavolo e, con fare cospiratorio, mi si avvicina il più possibile -e comunque, tra poco dovrai girarti visto che il tuo ragazzo sta per cominciare a suonare- dice con voce bassa e maliziosa. Io la guardo male mentre sento le guance andare a fuoco.
-Luca non è il mio ragazzo- sbuffo -siamo amici-. Giulia si limita a guardarmi ammiccante e io apro la bocca per ribadire il concetto, ma vengo interrotta da una profonda voce femminile. Mi giro con la sedia e mi ritrovo a pochi metri da una ragazza alta, con corti capelli neri che le incorniciano il volto a cuore, due penetranti occhi marroni e un paio di labbra sottili tirate in un sorriso spaziale.
-Ciao a tutti!- dice sicura di sé -noi siamo i Lex Arcana e questa sera vi faremo compagnia- toglie il microfono dall'appoggio e accarezza il filo con le dita affusolate prima di tornare a parlare -alla batteria abbiamo Federico Sebastiani- dice indicando con un gesto calcolato un ragazzo alto e magro, dalla pelle molto chiara e con una massa disordinata di capelli rossi che, subito dopo, fa un piccolo assolo meritandosi un applauso -alla chitarra Luca Turci- dice, spostando l'attenzione su un ragazzo seduto in fondo al piccolo palco, che smette momentaneamente di collegare dei cavi alla sua chitarra blu, per fare un cenno di saluto al pubblico. Inutile dire che sia stupendo con quei suoi capelli biondi, gli occhi scuri e profondi, i lineamenti regolari e quel corpo da paura. Quando muove le braccia riesco a vedere i suoi muscoli guizzare sotto alle maniche corte e il tatuaggio tribale che si è fatto recentemente con loro, attirando il mio sguardo. Quando i nostri occhi si incontrano accenno un sorriso timido e lui mi fa un occhiolino in risposta. Cerco con tutta me stessa di non diventare un peperone ma non credo di star facendo un ottimo lavoro, così abbasso la testa, improvvisamente molto interessata alle mie ginocchia nude.
Sento Giulia sghignazzare dall'altra parte del tavolino quadrato -solo amici è?- dice -Non si direbbe dal tuo colorito!-. Io mi giro per lasciarle un'occhiataccia, cosa che la fa ridere ancora di più, quando noto Christian poco più in là che sembra essersi ghiacciato. Aggrotto la fronte notando che la sua ragazza, credo si chiami Laura, gli sta accarezzando il petto mentre gli sussurra qualcosa all'orecchio. Ma lui sta fissando con due tizzoni ardenti al posto degli occhi qualcosa dietro di me; mi giro cercando di capire cosa l'abbia fatto arrabbiare, quando i miei neuroni vanno in tilt notando che Luca mi sta ancora guardando.
-E io sono Marta, la cantante del gruppo- riprende la ragazza sul palco. Vorrei guardarla, ma i miei occhi non sembrano volersi staccare da quelli Luca, che comunque non ne sembra molto scontento.
-Stasera- Marta fa un passo in avanti preparandosi per il primo pezzo -vi faremo ascoltare delle canzoni un po' diverse dal solito, che non passano spesso in radio, ma che spero possano comunque piacervi- si gira verso gli altri due componenti del gruppo, chiedendo silenziosamente come sono messi, e dopo un piccolo cenno da entrambi, cominciano. Mentre ascolto una canzone che non avevo mai sentito prima, dalle note delicate ma piacevoli, mi chiedo come sia possibile sentirsi così a proprio agio su un palco. Io probabilmente al loro posto mi sarei già sciolta in una pozza di sudore, oppure sarei scappata a gambe levate. Evidentemente la vita da musicista non fa per me, anche se mi è sempre piaciuto cantare. Sono più una di quelle che ama restare nella propria comfort zone, immagino. Non per niente i miei interessi sono tutti abbastanza tranquilli: mi piace disegnare, a volte scrivo dei racconti brevi, e amo alla follia la lettura. Tutte cose che molte persone riterrebbero noiose.

Baci Rubati (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora