Il tintinnio del grande orologio a pendolo scandiva i minuti e le ore nell'immenso e silenzioso castello di Arendelle.
Piccoli passi si affrettavano veloci a salire una rampa di scale, accompagnati da una risata cristallina.
L'austerità del castello sembrava piegarsi alla vivacità della bambina, che correva allegra e gioiosa noncurante della lunga scalinata che si stava lasciando alle spalle.Si fermò all'improvviso, come se avesse appena sbattuto contro un muro invisibile.
Con una piroetta allegra, si ritrovò di faccia alla porta bianca dai bei motivi blu.
La osservava, e riosservava, come faceva ogni giorno alla solita ora.
Ne conosceva ormai alla perfezione ogni curva , ogni sfumatura di colore, e ogni imperfezione.
Ma non conosceva altrettanto bene la persona che si celava al suo interno.La piccola dai capelli ramati, raccolti in due treccine, tirò un bel sospiro e preparò uno dei suoi migliori sorrisi.
Poi, bussò alla porta.- Elsaaaa... !!! - Nella sua vocina era possibile cogliere delle sfumature di eccitazione.
Nessuna risposta.
- Elsaaaa... - , Riprovò ancora, -... Giochiamo!!!?-
Gli occhi verde chiaro pieni di speranza della piccola continuavano a fissare la porta.
Le parve di sentire un rumore, ma ancora nessuna risposta.Irritata, si avvicinò per tentare di sbirciare dalla serratura della porta.
Niente.
- Neve!!! - Insistette, riferendosi alla candida coperta bianca che avvolgeva Arendelle in quel giorno.Si inginocchiò, disperata, per tentare di sbirciare al di sotto di quella barriera mascherata da semplice porta.
- Facciamo un pupazzo di neve insieme???- Chiese questa volta, con voce supplichevole.
Ricordava che a sua sorella piaceva giocare con la neve. E Ricordava che fino a pochi mesi prima amava giocarci con lei.
Delle volte si chiedeva se in realtà quei ricordi non fossero altro che sogni, come quella volta in cui un troll le baciò la fronte.
Le sembravano troppo assurdi, troppo diversi, da quello che vedeva ora.
Non sua sorella.
Solo una porta. Una maledetta porta.- ...Vattene via, Anna. -
Quelle parole la fecero sentire come la volta in cui, mentre correva con la sua solita spensieratezza puerile, cadde rovinosamente a terra e si ritrovò con un ginocchio sanguinante.
Forse queste però le fecero anche più male.
Abbassò lo sguardo, rattristita, e colse l'occasione per osservare le sue gambe. Le spesse calze in lana che la riscaldavano, erano bianche come la neve che la stava aspettando lì fuori. Il ginocchio non stava sanguinando. Eppure non riusciva a togliersi quella terribile sensazione di dosso.-Okay... ciao... -
Sempre a testa bassa, Anna si diresse sconsolata verso le scale. Al contrario dell'euforia iniziale, questa volta le scese lenta, accompagnata dalla malinconia.
Elsa si alzò da terra e cercò di asciugare le lacrime con la manica del suo vestitino blu.
Per quanto ancora sarebbe dovuta andare avanti così?
Suo padre disse che lo avrebbe imparato a controllare, quel potere.
Ma dopo quello che aveva fatto ad Anna, lo considerava di più una maledizione.
Si allontanò dalla porta, alla quale era stata appoggiata per tutto il tempo, e si distese sul letto.
Lo sguardo si perse nel soffitto, mentre una nebbia di dolorosi pensieri e di paure le attraversava il cuore.
Non riusciva ancora a perdonarsi per quel giorno.Chiuse gli occhi, e la rivide.
Vide il volto entusiasta della sorella mentre le chiedeva di fare 'la magia'.
La neve che riempiva l'atrio del castello, e Anna che abbracciava un pupazzo di neve.
Sentiva le loro risate, mentre giocavano insieme.
Poi si sentì scivolare, come quella volta, sul ghiaccio.
Vide Anna distesa a terra, priva di sensi.
Nessuna risata, il freddo aumenta, solo la sue grida disperate.
Vede i suoi genitori correre verso di lei.
I loro occhi.
Gli occhi di chi ha... paura.
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Do you want to build a snowman?
FanfictionSono passati mesi ormai dalla sera dell'incidente che ha costretto Anna a perdere la memoria ed Elsa e segregarsi nella sua stanza. Questa breve fan fiction segue una piccola vicenda di un nevoso pomeriggio ad Arendelle, sottolineando l'aspetto em...