Mania Erinni
Data: giorno 27 del mese n. 19 (60 anni dopo la scoperta del Nido)
Luogo: in mezzo a Maze (nord-ovest del continente)«Questa è la terra della Morte» dissi tra me e me.
I raggi del sole erano cocenti come se fossi dentro una fornace.
Sentivo ogni granello di polvere posarsi sulla mia pelle secca.
L'aria afosa insopportabile, che mi rendeva difficile respirare.
Mi riposai un secondo sul bordo della parete che avevo appena cautamente scalato, asciugandomi il sudore che mi colava dalla fronte.
Sotto di me c'era una gola profonda un kilometro circa, di più anche.
Mi alzai in piedi e ammirai quel luogo: altre gole andavano a intrecciarsi con la "via principale" che portava la città più vicina, Ashes Remain, alle cave di minerali.
Da quassù non sembrava chissà cosa, bastava seguire la strada per nord e basta, ma quando sei lì sotto ti senti confuso, perdi l'orientamento e hai il costante terrore che sbuchino fuori i vermi del deserto o qualche altra bestia, finché non ti abbandoni alla disperazione e muori in un angolo, pregando che la morte venga a prenderti presto.
Io stessa ero stata sopraffatta da quella sensazione di terrore e saltavo come una molla ogni volta che sentivo un rumore.
Più volte ero dovuta tornare indietro perché mi ero infilata nelle strade senza via d'uscita, sicura che fosse quella giusta.
La sesta volta mi ero arrabbiata e decisi di scalare la parete che mi bloccava la strada.
Maze era un nome più che perfetto per questo luogo.
La parete era larga 3 metri e molto molto instabile, un passo falso e mi sarei ritrovata spiaccicata in fondo alla gola, morta.
Da qui vidi la fine di Maze alla mia destra.
Quelle cave minerarie mi avevano lasciato l'amaro in bocca!
Non c'era nessuno lì quando sono arrivata io.
Sbuffai irritata.
«Devo trovare qualcosa di interessante da raccontare a Mor...» mi lamentai tra me e me.
Sicuramente non gli sarebbe interessato sapere che Maze ha la terra rossa come il fuoco o che l'aria è difficile da respirare o che ho ucciso 3 vermi del deserto.
Guardai il cielo azzurro con una lieve sfumatura di verde pensierosa. Mi piaceva il cielo del Nido, soprattutto di notte.
Diventa nero con le stelle rosse e verdi e c'è una scia bianca a dividerlo di traverso. "Braccio della galassia" lo chiamano.
Bah, non capisco perché debbano dare un nome a tutto.
Sentii un formicolio salirmi lungo la schiena e mi girai di scatto.
Dietro a me un figura nera ed incappucciata se ne stava in piedi a contemplare l'orizzonte.
Piu lo guardavo più il mio stomaco si contorceva e la mente urlarmi impazzita "SCAPPA".
Io? Scappare? Ma figurati!
Presi il machete che era appeso alla mia schiena, per sicurezza.
La figura non era armata, così sembrava.
Non riuscivo a vedere nulla del suo aspetto, solo quella lunga tunica nera e il cappuccio che gli copriva il volto.
Si girò verso di me.
Nulla.
Non aveva volto, solo un vuoto nero.
Ghignai.
Sì, sarebbe stato interessante uccidere quella cosa.
Il mio corpo stava fremendo dal desiderio di conficcare la lama nella sua carne, sempre che ne avesse, ma non feci neanche un passo che il terreno sotto ai miei piedi andò a pezzi e facendomi precipitare dritta verso morte certa.
Col cavolo che io muoia così!
Conficcai il machete nella parete e cercai di rallentare la caduta con i piedi.
Ora non precipitavo più, cadevo solamente ad una velocità poco consigliata per la mia incolumità, ma ovviamente non sarei morta, no?
Alzai lo sguardo e notai che non solo il terreno su cui stavo cadeva a pezzi... Ma per tutta la lunghezza della parete!
Poco prima dal fondo feci leva e saltai lontano, ruzzolando via per qualche metro.
Una nube di sabbia mi avvolse riempiendo i miei polmoni e la mia bocca.
Che schifo il sapore della terra!
Mi alzai e cercai il mio adorato machete, non averlo accanto mi rendeva nervosa e irascibile.
Lo trovai conficcato nel terreno poco lontano.«ahhhhh mi dispiace tanto! Ti prometto che non succederà più!»
Lo presi e spazzai via la polvere sulla lama per poi stringerlo forte.
Appena alzai lo sguardo vidi di nuovo quella figura.
Ghignai elettrizzata e stavo per urlare dalla gioia quando lui si voltò verso di me e mi fece segno di stare in silenzio con artigli neri.
Non me ne stupì più di tanto che quella cosa avesse artigli, ho visto di peggio.
So che ce ne sono di peggio.
Ma non per questo non lo considero un essere pericoloso e proprio per questo non vero l'ora di ucciderlo.
Un brivido percorse tutto il mio corpo.
"No, Mania, stavolta devi ubbidire..." mi sussurrò dolcemente una voce femminile nella mia testa.
Mi costrinsi a chiudere bocca, anche se il sangue ribolliva nelle vene.
Non si deve disubbidire mai alla mamma.
Poi l'essere...anzi, il Phantasm, schioccò gli artigli e il paesaggio attorno a me cambiò.
Le rocce rotolavano di qua e di là, la polvere sembrava uno sciame di api che rispondevano al comando della loro regina, le pareti cadevano e si innalzavano in posizioni diverse, creando nuove strade.
E in pochi minuti mi ritrovai, sempre in fondo al canyon, ma in un tratto di strada mai fatto prima.
In una Maze tutta nuova.
La figura scomparve poco dopo lasciandomi sola in mezzo al nulla e senza nessuna idea di come uscire, frustrata e soprattutto disorientata.
Rimasi li in piedi con la faccia da ebete per qualche minuto, con il machete impugnato lungo i fianchi, sporca di terra e polvere dalla testa ai piedi.
E ora?
Li sentii agitarsi nella mia testa.
E ora come li sfamo?
Iniziarono a lamentarsi, prima con sussurri fievoli, come se venissero da lontano, poi si fecero più insistenti fino a ritrovarmi le loro urla.
Avevano sete. Molta sete.
Il canyon era così silenzioso che il rumore del motore rimbombò tra le pareti, avvertendo del suo arrivo kilometri prima di poterlo vedere sbucare da dietro una curva.
Poco dopo una jeep senza tettuccio si fermò davanti a me e ne uscirono 4 persone.
Una "donna" e tre uomini armati fino ai denti.
«È uno scherzo? Cos'è sto schifo? Da dove salta fuori eh?» disse uno guardando la parete che bloccava la precedente via per raggiungere le miniere.
«Di nuovo! Vedi?! Tu non ci credevi razza di imbecille».
La donna si chinò davanti a me sorridente «Ciao piccola, ti sei persa per caso?» disse dolcemente.
Era una bella donna, seducente, molto formosa e dallo sguardo intrigante.

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Il nido dei Phantasm
Fantasía"Nido dei Phantasm" è il nome del pianeta scoperto 60 anni prima dagli avvenimenti della storia. In questo mondo i Phantasm sono esseri che non possono essere visti ad occhio nudo o con qualunque altra tecnologia esistente, ma esistono. Alcuni attac...