Lo Specchio Magico

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Viola mangiò appena mentre Ragnor nonostante la convalescenza mangiava di buona lena e con appetito. Dopo il secondo piatto di pasta che mangiava, gli offrì anche metà del suo.

L'uomo gliene fu grato. – Siete molte gentile e bella, Viola. –

La ragazza arrossì, non capendo cosa centrasse il fatto che fosse bella.

– Siete promessa in sposa a qualcuno? – s'informò l'uomo con la stessa naturalezza con cui le avrebbe chiesto se poteva passargli il sale.

Viola rise portandosi una mano alle labbra.

- No. – sbottò come se fosse ovvio.

L'uomo annuì poggiando sul tavolo il bicchiere dal quale aveva bevuto.

– Se mi riporterete nel mio tempo per sdebitarmi vi prenderò in sposa, sarete la Signora di Villacorta. –

Viola arrossì fino alla radice dei capelli: - Sei molto gentile, ma il matrimonio è una cosa molto importante, sicuramente saresti più felice di sposare qualche altra donna. –

L'uomo la fissò incredulo: - Siete bella, gentile e potente. Cosa potrebbe chiedere un uomo di più? –

Viola scosse il capo cercando di cambiare discorso: - Comunque sia io non credo di essere in grado di riportarti a casa. –

Come sempre Ragnor non si lasciò scoraggiare: - Quando ero un fanciullo mia madre era solita rivolgersi a una strega, talvolta mi portava con lei e ho assistito a diversi suoi incantesimi. Strega Gwendra aveva visioni guardando l'acqua. Forse voi potete fare lo stesso, cercando di sapere come farmi tornare a casa. -

Viola si alzò nelle spalle: - Non vedo perché non si possa provare. –

Poco più tardi Viola sedeva sulla poltrona accanto al caminetto, tra le sue gambe era poggiata una caraffa di vetro contenente dell'acqua. Ragnor sedeva sul divano e i suoi penetranti occhi grigi la scrutavano intensamente. Da dieci minuti buoni Viola fissava la superficie dell'acqua sentendosi una sciocca e niente appariva, forse era lo sguardo dell'uomo a deconcentrarla.

- Ragnor, - lo chiamò. – forse è meglio se tu esci, non mi riesco a concentrare se mi sento i tuoi occhi addosso. -

L'uomo si alzò dal divano e uscì senza protestare. Viola trasse un sospiro e tornò a fissare l'acqua. Smise di domandarsi di Ragnor e l'acqua prese una consistenza diversa nella sua mente. Le sembrò di stare guardando attraverso la superficie di uno specchio trasparente. Poi vide il suo viso che si specchiava nell'acqua come all'interno di una cornice dorata, come all'interno di uno specchio bordato da legno dorato. Viola aveva già visto quello specchio ma non si ricordava dove. Era piccolo e ovale, sembrava un oggetto prezioso. Sbatté le palpebre e la visione sparì.

Alzandosi depose la brocca sul tavolo e uscì in cerca di Ragnor. L'uomo contemplava con gli occhi rivolti al cielo le stelle e sentendola uscire riabbassò il mento.

- Avevi ragione, ha funzionato. – esordì lei correndogli incontro.

- Cosa avete visto? –

- Uno specchio, uno specchio ovale bordato d'oro. -

Quella notte Viola dormì in completa privacy sul soppalco dato che Ragnor aveva insistito per dormire sul divano, come se mettendosi in uno dei letti al piano superiore le avrebbe arrecato una grave scortesia. Viola non indagò sul bizzarro comportamento dell'uomo e si mise a letto prendendo sonno mentre ascoltava il cavaliere che si preparava per la notte. Presto si addormentò e i suoi sogni furono placidi e tranquilli, lo sconosciuto sotto il suo stesso tetto non la impensierì affatto.

La Strega e Il CavaliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora