Capitolo Unico.

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Jonathan, alto, bello e sempre sorridente e gentile con tutti. La sua figura slanciata che spiegava con minuziosa attenzione mi faceva battere il cuore all'impazzata. Era affascinante senza nessun termine di paragone, misterioso come un uomo d'altri tempi. Ero follemente innamorato di lui nonostante fosse il mio professore. Ci dividevano una ventina d'anni. Io con i miei diciotto e lui con i suoi trentasei. Quel giorno l'avrei fatto mio ad ogni costo, avrei trovato una voce a cosa realmente provavo. Non sono mai stato interessato ad un altro uomo, con lui era tutto diverso. Era tardo pomeriggio ed io ero rimasto a scuola per sbrigare delle faccende che avrei potuto tranquillamente svolgere a casa. Sapevo che lui sarebbe rimasto a darmi una mano, era fatto così. Il rosso dell'arancione riscaldava l'aula ormai vuota. Eravamo soli ed avevo il respiro affannato per la sua sola presenza. Non mi facevo notare particolarmente, non ero atletico o brillante ma quest'uomo mi faceva sentire l'essere più speciale di questo mondo. Mi avvicinai lentamente guardandolo negli occhi e lo baciai con un coraggio mai avuto prima. Il suo sguardo dapprima confuso diventò complice del peccato che stavamo per commettere. Ero un suo studente, questa storia era impossibile eppure tutto ciò era maledettamente perfetto. Eravamo divorati dalla nostra stessa passione. La sua lingua lambiva ogni centimetro del mio esile corpo con una maestria ed un esperienza a me sconosciuti. Mi sentivo impazzire. Scese più giù lentamente slacciandomi il pantalone ormai rigonfio. Ero inchiodato alla sedia come prigionierio di ciò che mi stava facendo. Prese il mio membro in bocca, era calda e bagnata. Non avevo mai provato nulla di simile. Mille scintille si irradiarono conducendomi a quel calore che conoscevo ormai bene. Ero già al limite e mi riversai tra le sue labbra gonfie di desiderio. Non era abbastanza, nulla lo sarebbe stato per saziare la mia impetuosa voglia di lui. Mi piegò gentilmente sul banco e dopo avermi leccato a fondo fino a farmi gemere mi penetrò lento e deciso. Poi sempre più veloce ormai non riuscivo a distinguere la mia voce dalla sua. Era dolore e piacere in eugual misura. Il paradiso per me. Calde lacrime mi scorrevano sul viso. Poi una voce d'improvviso mi riportò alla realtà. ''Kris, Kris stai piangendo''. Mi svegliai di sorpassalto nella stessa aula arancione, lo stesso uomo di fronte a me. La persona che amavo ma che non avrei mai avuto il coraggio di approcciare. Presi la cartella e corsi via. Tornai alla realtà in cui ero un suo semplice studente.

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