Alla corte del re sole

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Fu proprio in Francia che la danza classica si sviluppò maggiormente e si ufficializzò, grazie a Luigi XIV, detto Re Sole. Luigi XIV, tra le tante Accademie istituite per sua volontà, creò nel 1661 anche quella dedicata al ballo, l'Académie Royale de danse. È qui che ha origine la danza classica come la conosciamo oggi. Pierre Beauchamp, maestro e coreografo dell'"Académie", codificò le cinque posizioni classiche (già stabilite in precedenza dai maestri di ballo delQuattrocento e del Cinquecento) assumendole come regola per iniziare e terminare i passi, e fissò le norme per l'esecuzione dei principali passi di danza allora conosciuti stabilendone anche la terminologia.

 Pierre Beauchamp, maestro e coreografo dell'"Académie", codificò le cinque posizioni classiche (già stabilite in precedenza dai maestri di ballo delQuattrocento e del Cinquecento) assumendole come regola per iniziare e terminare i passi, e fissò ...

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Pierre Beauchamp

All'inizio tutti i danzatori erano uomini. La prima donna a ballare, M.lle de La Fontaine, salì sul palco nel 1681 nel balletto Le Triomphe de l'amour, coreografato da Pierre Beauchamp. Nel 1700 Raoul-Auger Feuillet raccolse in un libro tutte le posizioni e i passi base della danza, ancora oggi utilizzati, pur con le trasformazioni apportate nei secoli successivi[2].

Nel Settecento la danza classica sviluppò la sua tecnica e ampliò i virtuosismi, soprattutto maschili, fino al punto di scadere nella mera acrobazia. Nel 1735 fu fondata l'Accademia imperiale russa, che darà poi vita alla tradizione del balletto russo.

Le riforme dell'Illuminismo

A fine secolo, in pieno Illuminismo, vi fu chi si risentì di un tale decadimento e auspicò una riforma perché la danza trovasse forme espressive più genuine e consone alla sua nobile origine e soprattutto non abusasse di movimenti "innaturali": John Weaver, aLondra, eliminò le parole dai suoi spettacoli, cercando di rappresentare i concetti attraverso l'espressività del movimento; i ballerini e coreografi Gasparo Angiolini in Italia e Jean-Georges Noverre in Francia si adoperarono per il balletto pantomimo (Angiolini) e per il "ballet d'action" (Noverre) in concomitanza con la riforma della musica operata da Christoph Willibald Gluck.

A fine secolo, in pieno Illuminismo, vi fu chi si risentì di un tale decadimento e auspicò una riforma perché la danza trovasse forme espressive più genuine e consone alla sua nobile origine e soprattutto non abusasse di movimenti "innaturali": Jo...

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Vi fu un rinnovamento estetico anche nei costumi dei danzatori: nel XVIII secolo questi erano coperti da maschere, indossavano grosse parrucche e scarpe col tacco. Le donne indossavano gonne larghe e lunghe, strette nei loro corpetti. Anche gli uomini portavano costumi pesanti e coprenti. Furono due donne a cambiare le cose, considerate le due migliori ballerine della loro epoca: la belga Marie-Anne de Cupis de Camargo scelse scarpe senza tacco, accorciò le gonne rendendole meno ingombranti e abbandonò le maschere; la sua rivale, Marie Sallé, abbandonò i pesanti costumi per abiti di velo leggero, simili alle tuniche greche. Il corpo delle danzatrici venne gradatamente liberato dalle lunghe gonne ingombranti sorrette dai "paniers" e dai corpetti stretti. Allo stesso tempo, Noverre riformò il balletto togliendo parrucche, abiti goffi, movimenti legati a regole rigide e precise e cercò di restituire libertà di movimento al corpo.

OTTOCENTO(prende forma il balletto classico )

Nell'Ottocento, secolo nel quale la danza femminile prevalse su quella maschile, le gambe iniziarono a divenire visibili, e poco dopo la metà del secolo venne introdotto un gonnellino più corto, il tutù e iniziarono ad apparire le scarpette da punta

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Nell'Ottocento, secolo nel quale la danza femminile prevalse su quella maschile, le gambe iniziarono a divenire visibili, e poco dopo la metà del secolo venne introdotto un gonnellino più corto, il tutù e iniziarono ad apparire le scarpette da punta. La tecnica delle punte viene avviata nel 1823, per lo più per due o tre passaggi, ad opera della danzatrice italiana Amalia Brugnoli nel balletto La fée et le chevalier, coreografia diAugusto Vestris, celebre danzatore e virtuoso.

Nel 1828 vennero inserite per la prima volta nei balletti delle "prese" della danzatrice da parte del partner. Negli anni Del Romanticismo il balletto subì il fascino di personaggi, scenari, temi letterari caratterizzati da situazioni tragiche e sentimenti esasperati, così come da ambientazioni fantastiche o tratte da leggende e temi medioevali, in cui facevano la loro comparsa creature magiche, spesso alate, così come fate o spiritelli.

 Negli anni Del Romanticismo il balletto subì il fascino di personaggi, scenari, temi letterari caratterizzati da situazioni tragiche e sentimenti esasperati, così come da ambientazioni fantastiche o tratte da leggende e temi medioevali, in cui fa...

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      Carlotta Grisi in Giselle

Nel 1832, per la prima volta, Maria Taglionidanzò l'intero balletto La Sylphide, coreografia del padre Filippo Taglioni, sulle punte. La Sylphide cambiò moltissimo lo stile dei balletti nella tecnica, nella storia e nei costumi e in un certo senso ispirò uno dei grandi capolavori romantici del balletto: Giselle, interpretato per la prima volta all'Opéra di Parigi nel 1841 daCarlotta Grisi. Anche qui il tema del sovrannaturale è dominante. Nel secondo atto di Giselle i fantasmi delle Willi indossano il tutù bianco già reso popolare da La Sylphide. In occasione della prima rappresentazione del balletto nel 1832, vennero sperimentate innovazioni teatrali che avrebbero influenzato gli allestimenti nel secolo successivo. Il costumista Eugéne Lamy disegnò per la Taglioni il primo tutù bianco lungo fino alle ginocchia, con due piccole ali applicate all'altezza delle scapole, le scarpette da punta rosa adottate per dare l'impressione che la danzatrice si alzasse sulle punte per volare ed infine l'acconciatura “à bandeaux”.

 Il costumista Eugéne Lamy disegnò per la Taglioni il primo tutù bianco lungo fino alle ginocchia, con due piccole ali applicate all'altezza delle scapole, le scarpette da punta rosa adottate per dare l'impressione che la danzatrice si alzasse sul...

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