3.

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Non appena i due ragazzi lasciarono l'ufficio di Liam, Harry stava già troneggiando su Louis, guardandolo truce. "Mettiamo una cosa in chiaro, solo perché ora sei il mio assistente, non significa che saremo amici. Non significa che mi piaci o che mi piacerai mai-" Fece una pausa per un momento. "Sono stato chiaro?"

Louis, che in realtà era un po' spaventato dal tono della voce di Harry e dallo sguardo minaccioso dei suoi occhi, annuì rapidamente. "S-si. Ho c-capito."

Harry indietreggiò, prima di continuare. "Bene, ora vai a prendermi un caffè, niente panna, due di zucchero."

Louis incespicò, saltando in macchina e allontanandosi immediatamente. Quando arrivò al bar, si assicurò di fare l'ordine corretto (potrebbe o non potrebbe esserselo scritto sulla mano, per paura di sbagliare) per il bene di se stesso e di Harry.

"Grazie." Disse gentilmente alla signora dietro il bancone, infilando 5 sterline nel barattolo delle mance prima di lasciare velocemente il piccolo bar.

Quando arrivò allo studio, solo pochi minuti dopo, Harry si stava già truccando per la scena successivacon un caffè in mano.

Si voltò verso Louis quando notò la sua presenza, sogghignando mentre si portava la tazza alle labbra, sorseggiando lentamente. Quando finì, girò la testa verso il ragazzo, ancora sogghignando. "Era ora."

"Cosa?" Disse Louis, completamente sconcertato e confuso. Era stato via solo per tipo, 7 minuti!

"Ho chiesto a Taylor di prendermi un caffè, dato che sembra che passi il tempo a spassartela." Disse Harry, mentre una ragazza alta, magra e bionda entrava nella stanza.

Aveva i capelli corti, gli occhi blu e un culo secco. Non aveva un minimo di curve.

Si avvicinò ad Harry e un sorriso seducente le giocava sulle labbra. Harry lo ignorò e le porse la tazza vuota. Lei fece una smorfia, cercando chiaramente di non renderlo ovvio (ma fallendo), e si incamminò verso Louis, ringhiandogli in faccia e prendendo la tazza di caffè dalle sue mani, portandolo nella spazzatura e gettandolo insieme alla tazza vuota. Ma che cazzo?

Quando finalmente se ne andò, Harry parlò, monotono. "Comunque, Piccoletto. Volevo dirti che ho una settimana intensa davanti e Liam mi ha incaricato di farti trasferire a casa mia, così puoi stare con me tutto il tempo."

Aspetta. Cosa?

"S-stare... a c-casa tua?" Chiese Louis (abbastanza stupidamente).

"Nooo, a casa di mia madre."Disse Harry sarcasticamente. "Si, a casa mia!"

Louis respinse l'impulso di roteare gli occhi, invece si morse il labbro e annuì lentamente.

Ragazzi, aveva appena iniziato quel lavoro e voleva già smettere.


-


Louis era in soggezione mentre guardava la casa di  Harry, che era più una villa che una casa.

Liam aveva chiesto a Louis di trasferirsi il prima possibile, così Harry lo aveva mandato a preparare subito le valigie dopo l'incidente con il caffè.

"Piccoletto!" Louis saltò mentre si riprendeva dallo stupore.

Scese dalla macchina, Harry non si preoccupò nemmeno di aspettarlo mentre entrava, chiudendo quasi la porta in faccia a Louis.

Stronzo.

"Zayn, prendi le cose di Piccoletto dal portabagagli e portale nella stanza degli ospiti." Disse Harry ad un ragazzo dai capelli corvini, non più vecchio di 25 anni, che indossava un completo. Era indubbiamente il maggiordomo, rendendolo ovvio quando disse, "Si, Signorino," uscendo fuori per andare verso la macchina.

A Turn Of Events - Larry Stylinson [Italian Translation].Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora