Feste di rappresentanza.
Feste di rappresentanza ovunque, eppure non ne capisco il senso.
Nessuno è interessato alle feste di rappresentanza, forse neppure i rappresentanti stessi.
Mentre me ne sto tranquillo a mangiucchiare la mia brava liquirizia, non disturbato, al tavolo coi miei compagni di classe, a parlare di cose senza senso, dopo forse il decimo o ventesimo bicchierino di sambuca, ecco che scoppia un violento temporale.
Tutte le persone intente a fare chissà cosa, a fumare erba, a fumare e basta, a fare porcherie, corrono ai ripari.
Poveri stupidi - penso - mentre continuo a mangiucchiare la mia brava liquirizia e cerco di non perdere il filo del discorso.
-Hai il coraggio di baciarla?- sta chiedendo Gabriola a Felicira.
Elespina fa una brutta smorfia. -Lo faccio io- dice, e si piega a toccare le labbra di Felicira con le sue.
Si sta avvicinando un ragazzo incappucciato. Che fatica eh? Sì, perché per loro - i rappresentanti - intenti solo a distinguersi dalla massa e per niente interessati ai reali problemi degli studenti, è una vera fatica avere a che fare con noi.
Siamo tutti oppositori, contro la società, o troppo legati ai vecchi schemi.
-Che combinate?- chiede Danigo.
Ci pensa Gabriola a spiegare il gioco: baci a stampo fra persone dello stesso sesso.
-Bah...- risponde, e con quel sospiro, monosillabo, insignificante, cattura l'attenzione di tutti.
-Io lo voglio con la lingua, altrimenti non ha senso- aggiunge.
Puah, che spudorato! Non ha capito che si tratta solo di un gioco puro e casto.
Ha ancora gli occhi tutti fissi su di lui, il nostro nuovo rappresentante d'istituto. Stupido antipatico, almeno secondo me.
Elespina mi chiama improvvisamente: -Camiso!
Ma è troppo tardi.