capitolo 5

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Draco stava seduto sul letto a gambe incrociate e scriveva con il ragazzo che aveva chattato su wattpad per la prima volta una settimana fa. Aveva capito che era un ragazzo dal suo atteggiamento, dal modo di scrivere ed anche perché parlava al maschile e quando, poco prima, glielo aveva fatto notare il ragazzo fece una lunga pausa prima di scrivere e sembrava decisamente scoraggiato. Voleva conoscerlo. Si, Draco aveva bisogno di istaurare qualsiasi tipo di rapporto con quel ragazzo, gli interessava e parlare con questo lo aveva reso """gentile""" con Potter pochi giorni prima. Non sapeva come era successo e piano piano i suoi ricordi su quel giorno si sbiadivano come un sogno, la sua mente voleva dimenticare. Si era ripromesso tanto tempo fa di non essere gentile con Harry, il perché non l'ha mai raccontato a nessuno ma era colpa di un vecchio episodio che risaliva alle elemetari e che avrebbe voluto tanto dimenticare, ma non ci riusciva. Gli passò per la mente ma si diede uno schiaffo dandosi dello stupido. Doveva dimenticare, ma quando passava per la testa quel ricordo era difficile distrarsi. Salutò il suo "amico" -Draco cercava di capire se il ragazzo era suo amico o no- , buttò il telefono per terra e si stese sul letto. Che ore erano? Guardó di fronte a lui dove c'era l'orologio a forma di gatto che adorava tanto. Erano le due di notte, ecco perché era così stanco. Decise di schiacciare un pisolino, non gli avrebbe fatto male dormire. Chiuse gli occhi e sprofondó in un sonno profondo.

La pioggia si era fatta più forte e le gocce da poche erano diventate molte e scorrevano impetuose sul viso del bambino che correva via, con le lacrime che si confondevano tra la pioggia. Ma comunque continuava a correre. I suoi genitori avevano litigato di nuovo, non ne poteva più e così, dopo uno scatto d'ira del padre, decise di fuggire. Non gli importava se pioveva, voleva soltanto correre, correre, correre! Correre lontano dai genitori, dalla casa, da tutto e da tutti, rimanere solo era quello che cercava. Non accorgendosi di un sasso per terra inciampò e cadde. Si rialzò a fatica e corse zoppicando velocemente verso i tubi del parco, come se fossero un luogo immacolato per difendersi da tutto quello che lo circondava. Entrò dentro il tubo e si  accucciò dentro, diede un occhio al ginocchio che gli pulsava. Stava sanguinando. Si asciugò le poche lacrime che gli erano rimaste e guardò di fronte a lui la parete del tubo che rifletteva la sua testa deformandola.
"Ehy"
sussultò all'acclamazione e si girò da dove proveniva la voce. Un bambino che sembrava avere la sua età -7/8 anni circa- lo fissava con i suoi occhi grandi e vivaci, che erano ancora più grandi per via delle lenti che portava. 
"Chi...chi sei? E che ci fai nel mio tubo?"
Lo guardò sbattendo più volte gli occhi.
 "Il tuo tubo? Pensavo che visto che era un parco abbandonato...ecco...i tubi...non fossero di nessuno" Farfugliò le ultime quattro parole e non si quasi niente. Un momento di imbarazzo che veniva coperto solo dallo schizzichio della pioggia che toccava il suolo. 
"Oh fa nulla- ma che hai fatto al ginocchio?! Sta sanguinando!"
Il bambino calò la testa e non riuscì a trattenersi nel piangere. 
"H-Ho per caso detto qualcosa di sbagliato? Se è così scusami, davvero!"
Cercò qualcosa nella tasca del giubbotto con la mano libera, visto che l'altra era occupata a mantenere un ombrello, fino a questo momento non notato dal piccolo. Estrasse un fazzoletto con degli un adorabile disegno sopra e dello spago.
 "Sta fermo un attimo, per favore" Bagnò il fazzoletto con le gocce di pioggia e lo poggiò sul ginocchio del bambino di fronte a lui che sussultò al contatto. Fissò con lo spago il fazzoletto e fece un piccolo nodino per far restare attaccato il tutto. Alzò lo sguardo e guardò il bambino che lo aveva medicato, che gli tese la mano.
 "Emh...ti accompagno a casa, ti va?" Lo guardò sbalordito. Gli stava davvero offrendo un passaggio? Il bambino sorrise e uscendo fuori dal tubo afferrò la mano del coetaneo davanti a lui.

  "NO NON FARLO!"
Draco, ansimando si guardò in torno. Era stato solo un sogno. Il sogno che faceva ogni notte però, per fortuna, si era svegliato prima che potesse rivedere quello che non voleva rivedere. Si toccò la fronte impelata di sudore e si ristese sul letto.
"Merda... "
guardò l'orologio. Era passata solo mezz'ora. Avrebbe passato un' altra notte in bianco. Voleva che quella notte passasse in fretta, come le voleva da piccolo dopo quel maledettisimo giorno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2018 ⏰

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