"Un piccolo bacio sulla guancia. Ne sono sicura.
Poi delle parole...le persone che incontri sono un dono. Non è un riflesso di un mio pensiero recondito perché in questo momento penso tutt'altro. Le persone sono un dono e la concretezza di questa frase mi ha investita al risveglio. Ci ho voluto rimuginare, come è mia abitudine, ma ho dovuto accettarla. Ogni individuo è un pacchetto. Io vorrei farla breve e lasciarvi con questa considerazione, ma non ci riesco perché ho un'invasione nella testa, di parole e di ricordi, ma soprattutto di pacchetti mai aperti. Forse mi si spezza un po' il cuore a dirlo, ma è così. Ogni pacchetto ha la sua peculiarità: ci sono quelli perfetti, di carta ogni volta a tema, di nastrini e decorazioni, con gli angoli precisi e tesi su quello che contengono come una seconda pelle; ci sono quelli frettolosi, arrangiati, con troppa carta o troppo nastro; ci sono quelli fatti con la carta da pacco e lo spago, quelli messi in una busta, quelli un po' strappati, quelli riciclati, quelli rifatti mille volte. Insomma potremmo continuare a lungo, di doni ne abbiamo ricevuti tanti o pochi, l'importante è averlo aperto il pacco. Non è assolutamente una cosa banale, anzi, è un atto di coraggio perché quello che c'è dentro potrebbe non piacerci affatto. Dissimulare il primo impatto non è semplice: Adesso cosa me ne faccio? Questo non mi serviva affatto? E' bellissimo, ma dovo lo trovo il tempo per cambiare la taglia? Si vede proprio che non era per me, sono la seconda scelta! Ok, un respiro, tanto lo metterò sulla mensola alta quando verrà a trovarmi...; oh cazzo, ma si è rotto!
Eppure appena ricevuto, ogni dono fa il suo effetto. Almeno per me è così. Mi scombussola, mi imbarazza, mi emoziona anche se è il mio turno e me lo aspetto, me lo aspetto da tanto.
Ho un caratteraccio, me lo ripetono da quando a nove anni ho tolto subito il vestito della prima comunione, per scappar via, in bicicletta, dalla mia festa. Il contraddittorio ce l'ho nel sangue da quando nel seggiolone giocavo con mia mamma a pesce/pollo ( ma questa non ve la spiego perché è solo nostra). Ho un caratteraccio è vero e spesso lascio i pacchetti lì, all'angolo della mia vita, al svolta a destra o sinistra e io tiro dritto. Ma non lo faccio perché mi piace l'involucro delle cose, anzi. A volte trovo stucchevole la confezione che si appioppa a un gesto. Mi piacciono le cose come sono, nella loro essenza. A volte tiro dritto perché mi sento inadeguata al dono, a aprirlo col dovuto rispetto, senza ferirlo tirando il nastro, perché non sono capace di trovargli un posto che sia adatto; biasimerei me stessa se deludessi, con la verità che ho negli occhi, chi me l'ha fatto.
Però ho una parte del mio corpo, quella sbilenca, che è così probabilmente per il peso di questo mancato coraggio. Ci sono doni impolverati dalla mia assenza.
Poi ho pensato che, se tanto mi da tanto, anch'io sono un dono e mi è venuto da ridere, quasi quanto ho pianto.
Per distrarmi dall'immagine dei doni che ho lasciato sotto un albero spento ho immaginato il mio involucro, al primo impatto. La carta un po' sgualcita perché sono chiusa da tanto tempo, il nastrino tutto spettinato, i colori scoordinati, un angolo dritto e un angolo storto, come decorazione fiori di campo, il biglietto scritto a mano e il FRAGILE messo sotto, dove non serve proprio a niente.
A volte qualcuno mi ha chiesto cosa ci sia lì dentro e comprendendo che le sorprese possono non piacere, ho detto semplicemente: A volte tutto, a volte niente!"
La verità spesso mi scende dagli occhi fino alla bocca, non posso farci niente.
Comunque inutile allungare il concetto, è una storia che ci ripetiamo con saggezza popolare, nel momento in cui affermiamo che quando vogliamo far spazio a qualcuno nei nostri giorni dobbiamo accettare tutto il pacchetto.
Vero, tranne per quel verbo così inutile quando si parla di persone; io non accetto, semplicemente abbraccio solo che lo faccio con un movimento dell'anima, non proprio con le braccia...altro mio difetto. Come si fa a sentire l'abbraccio di un'anima non so dirvelo, a me è capitato ed è un misto di sgomento e euforia, come in un lunghissimo compleanno che non è il tuo, ma è tuo lo stesso.
Abbracciare tutto il dono, qualsiasi sia il momento.
Ma siamo il tempo delle esitazioni, delle paure, delle certezze scritte col pennarello sulle garanzie di successo, di uniformità, con le scadenze in bella vista.
Così capita di volersi donare e di consegnarsi con la postilla mi puoi cambiare.
Sono un pacchetto impolverato, non c'è dubbio. Lo sarò per tanto tempo, perché voglio contenere a volte tutto, a volte niente e voglio sentire ancora quel calore immenso, incontrato per caso quando non pensavo fosse il caso.
Era un piccolo bacio sulla guancia in piena notte, ne sono sicura e profumava di un misto di tabacco e paura ma ha trovato lo stesso il coraggio di mettersi nel punto tra lo sguardo e le parole, che è il punto esatto dell'amore."
