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Sebastian's pov
Ricordo perfettamente quel giorno.

Da quello in poi, la mia vita cambiò radicalmente e non saprei dire se in meglio o in peggio.

Da quando adottammo Amanda, tutto si trasformò.

Fosse stato per me, non avrei mai adottato un figlio, ma Jasmin insisteva.

Mi promise che l'avrei potuto educare io e che sarebbe potuto venire con noi alle cene importanti.

Perciò decisi di cercare una ragazza, innanzi tutto.

Se avessi preso un ragazzo, sarebbe stato mille volte più difficile.

Loro sono più ribelli e nel periodi dell'adolescenza, a dir poco incontenibili.

Mentre, da ciò che avevo potuto vedere, le donne erano molto più tranquille.

Doveva poi essere abbastanza grande da non aver bisogno di troppe attenzioni, almeno da parte mia, e abbastanza bella da poterla sfoggiare con orgoglio.

Perciò, quando ci presentarono Amanda, mi sembrò perfetta.

Appena la vidi, non so spiegare cosa sentì, ma fu come un istinto incontrollabile.

Volevo provarla, vedere di che pasta era fatta, capire fino a dove poteva essere spinta, qual'era il suo punto di rottura.

Accantonati subito quella stupida sensazione e mi concentrai sul suo aspetto fisico.

Era a dir poco perfetta.

Di una bellezza vera, naturale.

Era chiaro che non le interessasse apparire attraente, ma, semplicemente, lo era.

Peccato solo che dovessi ancora conoscerla.

Anche se, dalle prime parole che disse, capì che lei non era la classica adolescente modello.

Tuttavia, non mi sarei mai aspettato un carattere duro come il suo.

Ricordo lo sguardo di sfida che mi rivolgeva i primi mesi.

Ricordo la sua determinazione e la tenacia con la quale si rifiutava di eseguire i miei ordini.

Non le importava quanto male le facessi, a lei interessava solo tenere alto il suo orgoglio.

L'ammiravo per questo, ma lei era diventata la mia sfida, ed ero determinato a vincerla.

Inizialmente mi dispiaceva tantissimo doverla trattare in quel modo, ma odiavo chi si crede superiore.

Poi, con il tempo, mi sono convinto che fosse una cosa giusta, normale.

Pensavo che quello fosse l'unico modo che avevo a disposizione per renderla educata.

Ma ora ho capito che mi sbagliavo.

Sbagliavo quando la costringevo a sottostare alle mie regole, spesso e volentieri inutili.

Così come sbagliavo quando la punivo solo per testarla.

Trovavo ogni piccola scusa per farla allenare e vedere se si sarebbe arresa, se mi avesse chiesto di farla smettere.

Ogni volta mi stupivo quando vedevo che, nonostante fosse palese la sua sofferenza, non si fermava.

E tanto meno toglieva il suo sguardo di sfida.

Quella ragazza era incredibile.

Ma più passava il tempo e più pretendevo da lei.

Quando, una volta lasciato solo, mi resi conto di aver esagerato.

Beautiful DemonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora