II

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...

...

...

Bam-...

....

...

...Bambi-...

...

...

...BAMBINA! BAMBINA SVEGLIATI!.

...sentivo questa voce, ma il suono era ovattato...così dolce...

...

...

...BAMBINA!

Mi spaventai e mi misi a sedere di scatto. Guardai intorno spaesata. Vidi gli occhi di Benjamin a qualche centimetro dai miei. Trattenni un urlo per la paura, ma a quanto pare il terrore è chiaro sulla faccia dei bambini, perché Benjamin mi guardò stranito.

-che c'è?- chiese.

-sei pieno di sangue- risposi io.

-anche tu hai la bua qua!-ribattè lui indicandomi la fronte.

Mi toccai in quel punto ed effettivamente sentivo la carne lacerata sotto ai miei polpastrelli bruciare e sanguinare per quel contatto. Ritirai la mano schifata.

-Hai qualcosa per medicare le ferite?- dissi io con un tono calmo, anche se in realtà ero in ansia.

-Hey calmati bambina, ci sta già pensando la pioggia da quando ti sei fatta la bua-

Calmati? Pensavo di essere più brava a nascondere le emozioni. Forse Eleonora non mi aveva insegnato bene. O forse Benjamin aveva un'empatia strabiliante.

Aspetta, pioggia? Ero talmente tanto concentrata sulla mia ferita che non mi ero accorta che stesse ancora piovendo. Mamma mi avrebbe sicuramente sgridato!

-Hey! Bestia chiama bimba!-
Mi risvegliai dai miei pensieri.

-dove mi trovo?-

-nel giardino sul retro di casa Rogers-

-ah, quindi sono a casa tua?-

-questa non è casa mia-

Rimasi confusa...come non era casa sua? Era casa Rogers! Era il giardino di casa sua!

-cosa?-

-questa non è casa mia!-

-avevo sentito benissimo, ma in che senso non è casa tua?-

-questa non è la mia vera casa-

-eh?-

-sei la prima persona oltre a Mary con cui ne parlo, quindi ritieniti fortunata-

-non capisco-

-nessuno capisce-

-no! Ti prego spiegami!-

-io non appartengo a questo posto. Voglio tornare a casa mia...-

Non so perché ma avevo l'impressione che potesse mettersi a piangere da un momento all'altro. Però non avrei visto la differenza tra le gocce di pioggia e le lacrime. E questa cosa faceva sentire triste anche me.

-non c'è un modo perché tu possa tornare a casa?-

-sì, c'è-

-dimmelo! Io ti aiuterò!-

-promettimelo!-

-promesso!-

-devi insegnarmi a usare quell'affare-

Indicò un oggetto colorato e allo stesso tempo pieno di ruggine

-l'altalena?-

-sì-

-e che cosa dovrai farci una volta che ti avrò insegnato ad andarci?-

-ti spiegherò quando saremo riusciti a farlo funzionare-

Avevo letteralmente degli enormi punti interrogativi che mi giravano intorno al cervello. Non mi aveva spiegato nulla. Ma il fatto che lui si fidasse di me, dava a me una strana familiare fiducia verso di lui.

...Ci incamminammo verso le altalene...

...Ci sedemmo insieme sull'ampia seduta...

...Ci stavamo perfettamente...

-basta solo spingersi avanti e indietro...così!-

...Gli mostrai...



...Lui mi copiò...


...Io diedi una spintarella con i piedi...


...Ci coordinammo...



...E finalmente andammo in altalena insieme...


...CONTINUA...

Angolino autrice

Okay ecco a voi il nuovo capitolo.
A cosa servirà mai l'altalena a Benjamin? Qual è la sua vera casa? E la sua famiglia? Chi è Eleonora? Chi è Mary?

Lo scoprirete tra poco....

LA BESTIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora