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《È da quando abbiamo 5 anni che ci mettiamo in questa posizione》mormora con voce roca, quasi assonnata.

Inclino il viso a sinistra per poterlo guardare, trovando subito il suo bellissimo profilo che ormai conosco da anni. Per la precisione quindici togliendo i primi cinque di vita.

La mia mano si muove lenta, ormai abituata a questi capelli morbidi e scuri; ogni tanto, quando un po' di umidità si fa presente diventano addirittura mossi, ancora più belli anche se a lui non piacciono.
Osservo i suoi occhi chiusi, sapendo ovviamente da me che sotto quelle ciglia lunghe e le palpebre calate si nasconda un azzurro così strano che ancora oggi non riesco a concepire; è tra il blu e l'azzurro chiaro, bellissimo.

Sorrido quando con un movimento veloce della testa mi fa capire di non fermare le dita tra i suoi capelli.
《Potresti smetterla di usarmi per i grattini?》metto un finto broncio e con un tono di voce triste riesco ad attirare la sua attenzione.

《Ma se a te piacciono i miei capelli》esclama ovvio, strappandomi dalle mani il mio povero libro usato.
《Ridammi il libro Dylan!》

《No, Cherie!》il suo tono cantilenante e il suo sopracciglio alzato mi fanno scattare in ginocchio sul materasso
《Sei il solito bambino, facevi così a cinque anni e lo fai anche adesso che ne hai venti!》ribatto infastidita.

Gli salto addosso aggrappandomi alle sue spalle muscolose, non ha nemmeno avuto il bisogno di andare in palestra, semplicemente è cresciuto negli anni e, insieme a lui, anche i suoi pettorali e il suo fisico.

《Mi fai male stupida!》
Si dimena come un pazzo mentre continuo a morsicare il suo collo, fregandomene se gli faccio male.

《Dammi quel dannato libro!》

《Cherie, cazzo! Mi fai male!》urla dolorante alzandosi dal letto, con me ancora attaccata alla sua schiena.
《Molla il libro e io non ti morsico-》

《Ragazzi! Sempre la solita storia》esclama mia madre improvvisamente.

Dylan si ferma di scatto e nello stesso momento ci giriamo verso la donna che ci guarda a braccia incrociate
《Potresti dire a tua figlia di non mordermi?》sgrano gli occhi prima di tirargli uno schiaffo sul petto
《Mamma!! Mi ha rubato il libro!!》

《Cherie, scendi immediatamente dalla sua schiena!》mi rimprovera con le mani saldamente attaccate ai fianchi《E per l'amor di dio smettila di mordere come un cane.》
Dylan ridacchia soddisfatto mentre io resto sconvolta. Ha davvero difeso lui e non sua figlia?

《E tu, Dylan, dalle subito quel libro. Lo sai che i libri sono sacri e non bisogna toccarglieli!》esclama ovvia facendomi ridacchiare contenta.

Allungo una mano verso il mio migliore amico, invitandolo a ridarmi ciò che appartiene a me.
Alza gli occhi al cielo dopo avermi colpito in testa e fatto imprecare, lasciando infine scivolare il libro nella mia mano aperta.

《Bambini, la cena è pronta!》esclama mamma prendendoci in giro, ridendo davanti alle nostre facce imbronciate e contrariate mentre lei torna al piano di sotto.

《Sei un idiota!》diciamo all'unisono, guardandoci per cinque secondi buoni prima di scoppiare a ridere e iniziare a spingerci gioiosamente.

Ci siamo conosciuti in prima elementare, lo ricordo ancora come fosse ieri quel ragazzino timido che non parlava con nessuno.
Stava sempre da solo, noi giocavamo e lui stava in un angolino, facevamo merenda e lui stava in disparte. Finché un giorno mi decisi a volerlo coinvolgere in quello che facevamo noi.

Era timido ma anche dannatamente testardo, ci avevo messo una settimana a convincerlo ad unirsi a noi, avevo fatto sette giorni a stare da sola con lui. Era di una noia mortale.

Greece In Peace, Maybe.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora