Il palmo della mia mano sta ancora bruciando, va a fuoco e formicola per la troppa forza -inaspettata- che ho impresso contro la sua guancia.
Lascio che il vento mi sferzi tra i capelli mentre sto ferma a fissare il vuoto davanti a me, seduta su questo muretto che circonda le mura antiche del castello.
È andato via. Dylan ha preso il motorino e mi ha lasciata qui, praticamente da sola visto che non so come tornare al villaggio.
Credo che per questa notte dormirò in una delle stanze di questo vecchio posto. Non voglio dare più fastidio di quello già arrecato al resto del gruppo.Ho già parlato con Liam, ovviamente non era entusiasta per la mia idea, mi ha proposto di far restare qui Iris o addirittura di rimanere lui. Gli ho detto che non ce n'é bisogno, ho intenzione di trovare Dylan per cercare di chiarire più cose possibili.
Non mi ha neanche fatto parlare, non mi ha chiesto spiegazioni, non ha pensato. Ed io lo so il perché.
Quando si arrabbia perde la ragione, la mente gli si offusca come una nebbia fitta in piena palude e a notte fonda. Non è la prima volta che mi accusa o mi offende, ma con questa, ha superato il limite.Quello schiaffo in pieno viso se l'è meritato, anche se non volevo arrivare a quel punto così difficile.
《Cherie》sussulto presa alla sprovvista
《Liam, hey...》
《Sei sicura di voler restare qui? Se Dylan fosse tornato al villag-》scuoto la testa interrompendolo
《Lo conosco... starà girovagando qui intorno per schiarirsi le idee》dico con estrema sicurezza.Liam annuisce poco prima di avvicinarsi al mio corpo e stringermi in un abbraccio rapido.
《Come vuoi tu...》mormora andando via.-
《Si, una camera singola》ripeto monocorde al ragazzo dietro il bancone.
Sbatto la punta del piede contro il pavimento in mattoni a vista, provocando un rumore fastidioso che fa girare un'anziana nella mia direzione.
Tiene per mano un bambino di sei anni -su per giù- che mi sorride nascondendo parte del viso dietro la mano libera. Ricambio il sorrisetto tirando fuori la punta della lingua, gesto che lo fa ridacchiare in imbarazzo e mi scioglie il cuore.
Questo bambino mi ricorda Dylan più o meno alla stessa età, le volte in cui mi fissava da lontano mentre ero in compagnia di qualche amica o amico. Inizialmente stava lì a guardarmi e sorridermi, anche senza alcun motivo, infatti mi ritrovavo a fargli sempre una linguaccia per cercare di farlo smettere; ma poi, dopo cinque minuti, mi si avvicinava e mi prendeva in giro davanti ai nostri amichetti.
Ricordo perfettamente il modo in cui si prendeva gioco di me e mi metteva in ridicolo, magari raccontando alcuni aneddoti che a quell'età ti mettevano in imbarazzo. Come starnutire e riempirti di muco, oppure dormire ancora con la luce accesa per paura che i mostri escano da sotto al letto per rapirti e portarti via.
E lui ci riusciva, mi metteva in difficoltà senza troppi indugi; gli bastavano poche parole per far ridere tutti tranne me.Lui è sempre stato bravo a farmi ridere, ma lo è ancora di più se si tratta di togliermi il sorriso.
《Okay signorina, inserisca il bancomat e digiti pin seguito dal tasto verde!》rinsavisco da quei ricordi dolci e a tempo stesso amari, seguendo così le istruzioni del ragazzo davanti a me.
Afferro le chiavi della stanza e con lo zaino in spalla mi dirigo alle scale a chiocciola che portano alle camere.
Quando entro resto un attimo stranita.
Credevo di trovare catene, palle di metallo agganciate a un bastone pronto per farlo roteare e colpire, credevo di trovare armature in acciaio e piume sui caschetti... invece è più moderna di casa mia.
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Greece In Peace, Maybe.
Fiksi RemajaCherie è una ragazza disagiata di vent'anni, lei e le brutte figure sembrano andare a braccetto. Ha un migliore amico altamente sexy da quindici anni, Dylan, con il quale anche quest'anno andrà in vacanza in un posto bellissimo, la Grecia. Prima...