CAPITOLO 1 ~ Mia

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«Miaaa è tardi! Alzati!»

«Mamma, ancora cinque minuti, ti prego.»

«Sono le otto meno dieci, io sono stufa di accompagnarti ogni mattina perchè perdi il pullman. Hai fatto di nuovo tardi ieri sera, eh? Quando hai spento il telefono? Alle tre come al solito? Non è possibile che ogni volta sia sempre la stessa storia, ma dico, cosa dovrete mai dirvi tu e Hope tutta la notte? Io non vi capisco.»

«Mamma, calmati! Ora mi alzo, non c'è bisogno di farne una tragedia! E poi, non capisci chi e che cosa?»

«Non capisco voi adolescenti, sempre con questi telefoni in mano. E se non è il telefono è il computer. Va a finire che passerete l'intera vita chiusi in casa attaccati a questi dannati aggeggi elettronici. Non capite che vi rendono schiavi? Esistono anche dei centri di disintossicazione, sai? Oltre al fatto che aumenta la possibilità di avere un tumore in un futuro neanche poi così lontano.»

Lo sapevo, e aveva anche in parte ragione, ma non c'era altra soluzione per me e Hope.

Da piccole ci vedevamo ogni estate. Andavamo al mare nella stessa spiaggia, papà aveva avuto in eredità una casa che aveva risistemato col nonno prima che morisse.

Poi mio padre aveva deciso di abbandonare me e mia madre, il suo primo, vero, amore. Per un'altra donna. Inutile dire che io non la sopporti, è una tutta snob e perfettina che se non si fa notare da tutti gli uomini non è contenta. Insomma, il contrario di me.

Intanto, nel tempo in cui mia madre si era lamentata, mi ero già lavata e vestita.

Potevo andarci anche a piedi a scuola, se il problema era solo accompagnarmi.

Esistono problemi ben più gravi che prendere la macchina per portarmi in centro a Torino. Voglio dire, ci sono posti ben più lontani, e questa non può che essere una sfortuna. Come ad esempio, Napoli.

Basta Mia, basta!

Tutti questi chilometri mi stanno facendo girare la testa. Da quando i miei hanno divorziato, io e mamma non andiamo più in Toscana al mare, dato che la villa appartiene a papà.

E dall'ultima estate in cui ero stata là, io e Hope combattevamo contro la distanza ogni giorno.

Se quando eravamo piccole, potevamo vederci una volta all'anno, non ci rendevamo neanche conto di quanto ci mancassimo a vicenda. Insomma, quando si è piccoli, non si hanno preoccupazioni e mancanze, no?

E ultimamente,  mi manca da far schifo.

Finisco per pensare a lei giorno e notte, ogni cosa che faccio mi riporta a lei. Vaffanculo, vaffanculo proprio.

Bene, ora sono di cattivo umore. Cominciamo bene la giornata, poi se le prospettive per la mattinata sono un compito di chimica e un'interrogazione di inglese..

Chissá Hope cosa starà facendo, a 893 fottutissimi chilometri da me.

La distanza allontana, non separa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora