《Perché ti stanno guardando tutti?》chiese chinandosi verso di me per allacciarmi la sua felpa alla vita.
Sbuffai, inserii i soldi nella macchinetta e digitai il numero dei biscotti.
《Lo sai, sempre il solito》alzai le spalle osservando la mia merenda scendere... Ah no.
《Cazzo...》con la mia solita fortuna si erano bloccati tra il vetro e la parte metallica.
《Gli tiro una spallata?》si offrì Hazza.
《Ti mandano dal preside se ti beccano, lo sai》gli ricordai fissando il cibo oltre il vetro.
《Faccio io. D'altro canto ho confidenza con la presidenza》dissi tirando due spallate, anche se la macchinetta non si mosse di un centimetro.
Qualcuno mi spostò leggermente passandomi da parte. Si rivelò essere Axel che tirò un pugno sulla parte superiore della macchinetta e fece cadere il cibo che tanto volevo.
Aprii lo sportello e tirai fuori il pacchetto.
《Ti ringrazio》accennai sorpresa e come risposta ricevetti un sorriso.
Wow, la prima cosa carina che faceva per me.
《Mi devi qualcosa》disse impassibile, mentre mi passava vicino con le mani in tasca.
《Ecco, come non detto. Lo vedi che è irritante o ti serve un'altra conferma?》domandai, facendo ridere Hazza.
《Almeno ho il mio cibo》scherzai prima che il ragazzo mi lasciasse da sola per andare dai suoi amici.
Camminai verso la classe, ma venni bloccata da una mano sulla mia spalla. Mi girai con una smorfia sul viso e i miei occhi si scontrarono di nuovo con i suoi.
《Mi dici cosa ho di così speciale per far si che tu sia sempre dove sono io?》chiesi sarcasticamente, scansando il suo arto.
《Mi devi qualcosa, ti ho aiutato》constatò sorridendomi con lo sguardo.
《Senti, non ti hanno mai insegnato che non devi pretendere per forza qualcosa dalla gente?》domandai alzando un sopracciglio e stringendomi la felpa del mio amico intorno ai fianchi.
《No, mi hanno sempre detto di fare il prepotente》mi scimmiottò, facendo un passo verso di me.
《Pure a me, quindi cerca di stare al tuo posto con queste mani》dissi riluttante, indietreggiando leggermente.
《Mmm. Sei realmente così aggressiva o in fondo in fondo sei un fiorellino adorabile?》ridacchiò con gli occhi socchiusi appena visibili dai vaporosi capelli biondi.
《In Giappone non ti hanno insegnato la parola distanza? Se vuoi ti spiego brevemente il concetto》annunciai facendo un passo indietro e un sorrisetto malizioso sul viso.
《Tesoro, sei già così sotto da chiedere al tuo amico di me? Ma che carina》niente, qualsiasi cosa dicessi, lui aveva la battuta pronta.
Sentii le guance andarmi a fuoco, ci passai una mano sopra per alleviare il fastidio.
Stavo arretrando senza avere nulla da dire, mentre lui avanzava a passi lunghi verso di me, come per prendersi tutto ciò che mi rimaneva.
《Io non ho chiesto di te, ho chiesto di Anselm. È lui che me lo ha detto》mentii, in fondo una mezza bugia non avrebbe fatto male a nessuno.
La mia schiena si scontrò con gli armadietti, lasciando che Axel mi chiudesse con la sua vicinanza.
《Ti dico una cosa. Non mi piacciono le bugie》abbassò di poco la voce, appoggiando la mano sull'armadietto vicino a me e spostandomi un ciuffo di capelli dal volto.
《Non fare così, mi stai mettendo in imbarazzo》commentai girando il viso per non guardarlo.
《Oggi sei stata un po' stronza, è il prezzo che devi pagare》con un dito mi girò il mento verso il suo volto.
《Perché hai litigato con la tua amica?》chiese inclinando la nuca di poco. I suoi occhi da quella distanza non sembravano freddi, sembravano due lapislazzuli che contornavano un buco nero.
《Ti importa?》ribattei a mia volta, assottigliando gli occhi.
《A dir la verità non molto. Non la sopporto. Però importa a te》commentò abbassando lo sguardo sul mio corpo per poi tornare a sulle mie iridi.
《Hai dei begli occhi. Grandi come quelli dei bambini》si complimentò per poi scendere sulle labbra.
《Sembri innocente》continuò allontandosi di poco.
《Fatti due domande》guardai a terra, mi stava mettendo in soggezione, soprattutto perché aveva preso a pieno chi fossi.
《Nah, è impossibile》cambiò subito idea, da un lato per me fu meglio così.
Non mi importava che lui vedesse chi io fossi realmente. Prima o poi ci sarebbe stato quel qualcuno che lo avrebbe capito subito, al volo.
Meglio non uscire da quella che era la mia comfort zone, il confine che conoscevo.
《Okay, non c'è motivo per cui tu continui a rompermi le palle》posai le mani sulle sue spalle, spingendolo.
Lui posò le sue sulle mie.
《Siamo amici, no?》domandó, facendomi scoppiare a ridere e ritirare i miei arti.
《Stai scherzando vero?》chiesi alzando un sopracciglio.
《Almeno dammi un biscotto》ignorò completamente la mia domanda.
Sbuffai tirando fuori dal pacchetto un biscotto.
《Tieni, ora non farti più vedere》gli feci cenno di andarsene, lui fece un passo indietro contento.
《Ci vediamo dopo》immancabilmente con il suo sorrisetto mi lasciò da sola.
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Stupid jokes - In Revisione
Romance(IN REVISIONE) «𝐒𝐞𝐢 𝐜𝐚𝐝𝐮𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐬𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐨, 𝐊𝐚𝐫𝐢𝐬𝐬𝐚. 𝐌𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞, 𝐦𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐢𝐚𝐜𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨. 𝐕𝐨𝐫𝐫𝐞𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐮𝐭𝐚, 𝐯𝐨𝐫𝐫𝐞𝐢 𝐧𝐨𝐧...