Capitolo 1

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Era una fredda giornata di Novembre. Sembrava tutto normale, finché non guardai l'orologio e mi accorsi che dovevo andare a scuola.
Erano le 08:10, ero appena arrivata a scuola. Mi incontrai con la mia migliore amica Giulia che mi abbracciò. Ci dirigemmo verso la classe parlando dei giorni precedenti, dato che io sono stata a Madrid e lei a New York. Mi raccontò di quanto è bella New York, e io le raccontai di quanto è bella Madrid. Entrammo in classe... Silenzio. Strano! In genere i nostri compagni erano già in classe, ma quel giorno no. Li vedemmo da lontano mentre si dirigevano verso la classe. Nel frattempo, io e Giulia, notammo una macchia rossa nel pavimento. I nostri compagni entrarono in classe ma non capirono il perché io e Giulia ci fissavamo, finché Luca, un nostro compagno, ci chiese "Ma... Cosa avete? Perché vi comportate così?". Restammo in silenzio per qualche secondo, dopodiché, io e Giulia indicammo il pavimento, nel quale c'era una macchia di sangue. Luca ci guardò e non disse più nulla.
Erano le 09:40, la professoressa non arrivava. Tutti insieme andammo dal bidello e gli chiedemmo se la professoressa era assente o era in ritardo. Il bidello ci disse che non lo sapeva nemmeno lui.
Ormai passate le prime due ore di scuola, suonò la campana della ricreazione. Io e Giulia andammo alle macchinette. Vidi un ragazzo che mi salutò e mi chiese di avvicinarmi. Mi avvicinai. Lui cercò di baciarmi, Giulia però si mise in mezzo perché era il ragazzo che le piaceva o almeno così pensai. Suonò la campana e entrammo in classe.
Erano le 10:45, dovevo prendere un po' d'aria. Chiesi al professore di Latino se potessi andare in bagno che annuii e andai in bagno. Di fronte al bagno delle ragazze c'era quello dei ragazzi. Lì vidi il ragazzo che cercò di baciarmi qualche minuto prima che Giulia mi allontanasse e che suonasse la campana di fine ricreazione. Si avvicinò e mi baciò. Lo guardai e lo baciai, di nuovo. Avevo paura di essermi innamorata di lui. Dopo mi accorsi che era proprio così: mi ero innamorata del ragazzo che piaceva alla mia migliore amica. Si chiamava Tom, era biondo, alto e occhi azzurri. Restai lì a baciarlo per dieci minuti circa, dopodiché tornai in classe. Passarono altre tre ore di scuola.
Passate anche queste tre ore, io e Giulia, ci dirigemmo verso la fermata del pullman per tornare a casa.
Appena arrivammo alla fermata notammo che, nel marciapiede, c'era una macchia di sangue simile a quella vista in classe. Pensammo che magari era di un bambino che si era fatto male. Ci sbagliavano. Prima di poter pensare altre cose su quella macchina di sangue, arrivò il pullman e ci portò di fronte a casa di Giulia che mi invitò a dormire. Io accettai, chiamai mia madre e la avvisai che sarei rimasta a dormire da Giulia. Mia madre disse che andava bene e che mi portava dei vestiti per potermi fare una doccia il giorno dopo. Mia madre arrivò dopo 30 minuti dalla telefonata. Io e Giulia uscimmo fuori, ci dirigemmo verso la macchina di mia madre, prendemmo i vestiti e rientrammo in casa. Passai un pomeriggio stupendo con lei. Arrivò l'ora di pranzare. La mamma di Giulia, Stefania, ci preparò tante cose buone. Quando finimmo di mangiare, andammo in camera di Giulia a guardare Harry Potter. Io e lei amavamo Harry Potter. Lei era tassorosso e io serpeverde. Lei, dato che era molto intelligente come un personaggio di Harry Potter, la soprannominai Hermione. Passammo tutto il pomeriggio usando i cellulari e guardando film.
Arrivò l'ora di cenare. Stefania ci chiese come volevamo la pizza e le ordinò.
Cenammo. Appena finimmo, io e Giulia, tornammo in camera sua.
Erano le 23:30, avevamo sonno. Ci addormentammo con i cellulari in mano, infatti Stefania, ci svegliò e ce li fece mettere in carica per il giorno dopo.

La professoressa scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora