All'uscita di scuola Alan si avviò di nuovo verso casa, soffiava forte il vento sui suoi capelli spettinati e sentiva molto freddo.
Le strade erano grigie e sconosciute, sembravano diverse rispetto a quelle percorse qualche ora prima; una folata di vento gli fece scivolare dalle mani gli appunti sulle sue storie che scriveva di nascosto durante le ore di lezione.
Alan si chinó per raccoglierli e riprese a camminare; non riusciva a capire dove si trovasse e fermandosi cercò di fare mente locale e riflettere, ma non vi era nessuno per la strada a cui chiedere indicazioni né alcun cartello.
Si sentì sperduto, proprio come i bambini delle sue storie, così in preda al panico iniziò a piangere.
Abbassó il capo e si rannicchiò, con la testa appoggiata sulle ginocchia e gli appunti stretti fra le mani.
"Ehi!"
Alan alzò lo sguardo, di fronte a lui vi era di nuovo Peter.
"Che cosa vuoi da me ancora?" gli urlò Alan.
"Nulla, voglio solo aiutarti!"
"Non ho bisogno del tuo aiuto" e dicendo così, Alan si alzò e riprese a camminare senza una meta.
"Io posso portarti dove sarai felice" disse Peter alle sue spalle;
"Ti ho già risposto, lasciami in pace"
"Io lo so che non sei così, hai solo bisogno di un amico, lo hai anche scritto nelle tue storie..."
"Come sai delle mie storie?-rispose Alan voltandosi-Io non le ho mai fatte leggere a nessuno"
Ma Peter non c'era più.
D'un tratto il vento cessò e un raggio di luce illuminó le strade; così finalmente Alan trovò la via per tornare a casa.
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I bambini sperduti
RandomCi siamo mai chiesti chi sono veramente tutti quegli orfani sull'isola che non c'è? 1 capitolo a settimana