Il suicidio è solo un modo come un altro per andare via. [Zayn Malik fanfiction]

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Il suicidio è solo un modo come un altro per andare via.

Stanca di vivere. Non poterne più. Stanca di non poterne più. Guardare il mondo dall'alto di una collina e vedere tutto in bianco e nero, mentre gli altri sette miliardi di persone godono della presenza dei colori. Delle mille sfumature delle cose.

O bianco, o nero. Lei vedeva solo quei due colori, che fosse dalla cima di quella collina o dal tetto di un grattacielo. Non aveva importanza. Non faceva differenza. Non le importava, in fondo.

Nere, erano le occhiaie sotto ai suoi occhi. Neri, erano i suoi capelli, ormai perennemente legati in una treccia quasi sempre sfatta. Nere, erano le nuvole sopra la sua testa. E neri erano anche i suoi ricordi, fin troppo sfruttati, usati e malconci.

Bianche, erano le ali degli angeli. Bianca, la pelle traslucida della ragazza, attraverso la quale si poteva vedere il reticolo delle vene e delle arterie. Bianco, il fumo della sigaretta, che le scivolava via dalle labbra dischiuse.

Bianco, il mare di lapidi su quella collina.

Nero, il filo di inchiostro sulla pelle della ragazza, sotto il seno sinistro. Quanto più possibile vicino al cuore. Un tatuaggio. Una scritta indelebile. Un nome. Nero, come i suoi capelli, i suoi occhi, il suo stesso animo.

Zayn.

«Ehi, bellissima…». Ricordava ancora l'inflessione straordinariamente sexy della sua voce. Ricordava il modo in cui non smetteva di passarsi la lingua sulle labbra guardandola. L'odore del suo respiro, quando si era avvicinato. Sapeva di alcool. E di sigaretta. E aveva cercato di avvicinarla a sé, di toccarla.

Ma lei gli aveva sorriso, schiaffeggiandogli la mano tatuata, sempre più vicina al suo fianco. Aveva scosso la testa, con un sopracciglio inarcato. «Bellissima? Sei ubriaco, chiunque ti sembra bellissima, non funziona così?». Aveva mantenuto il sorriso, continuando a guardarlo negli occhi.

Caramello. Miele. Oro fuso. Cioccolato fondente. O il buio più totale, quasi tutt'uno con la pupilla. Erano così i suoi occhi. Cambiavano. Erano strani, curiosi. Tremendamente sexy, maliziosi. Ridevano, i suoi occhi, ancora prima che a lui venisse in mente di scoppiare a ridere.

Ed era scoppiato a ridere, mentre lei si allontanava agitando leggermente le dita della mano, nascondendosi nel buio, tra la gente, tra un corpo e l'altro. Aveva bevuto, ballato, ma i suoi occhi e il suono della sua risata avevano continuato a seguirla ovunque, tutta la sera.

E la sera successiva, in un'altra discoteca. Si erano incontrati di nuovo. Senza parlare. Lui le aveva offerto un drink, era ancora sobrio, poi si era volatilizzato, lasciandola con un baciamano terribilmente imbarazzante e un sorriso. L'aveva intravisto alla postazione del dj, con le cuffie, mentre sembrava giocherellare con tutti quei pulsanti colorati, che a lei erano sempre sembrati tutti uguali.

L'aveva guardata, per un momento. Come se vedesse solo lei, prima di far partire Tsunami. Era la sua preferita. E lui sembrava saperlo, mentre la guardava muoversi con le amiche, sorridendo. Mani al cielo, sorriso sul volto, ballava con la propria migliore amica.

Senza riuscire a staccare gli occhi dai suoi.

E quella era solo la prima volta di tante. Troppe, le volte in cui si erano rivisti, quasi per sbaglio, sempre mezzi sbronzi, o totalmente ubriachi. Senza parlare. Era uno scambio di sguardi. Sguardi che soffocavano, da quanto erano intensi. Sguardi che non facevano che aumentare la tensione sessuale, un secondo dopo l'altro.

Una sera lei non lo vide. Pensò che forse il caso, il destino, o chi per lui, quella sera non fosse dalla sua parte. Dopo un mese, si erano visti praticamente tutte le sere, per un motivo o per l'altro. E quella sera, niente. Lui non c'era. Continuava a guardarsi intorno, tra un drink e l'altro. Perché, anche se odiava ammetterlo, si era abituata alla sua presenza. E le piaceva da impazzire il suo sguardo addosso.

Il suicidio è solo un modo come un altro per andare via. [Zayn Malik]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora