L'ultima lettera

La lettera

Era una mattina come tante altre, sveglia alle 6;30, sistemare il letto, preparare le colazioni e sistemare le stoviglie della sera prima.

Tutto nella norma. Tutto in ordine al solito posto...ma c'era qualcosa che non tornava, qualcosa di storto che impediva l'equilibrio perfetto di quella casa. Poi ad un tratto eccola, bianca e fragile da poter essere spezzata con il tocco di un solo dito, eccola li, appoggiata sul bancone sotto il centro tavola, quasi timida che tentava di nascondersi,che si vergognava, che non voleva essere vista....Ed invece la vedo, sembra quasi che mi fissa. La fisso; sembrano attimi interminabili quelli in cui non mi muovo decidendo il da farsi.

"Forse mi vuole solo dare il buongiorno", ma in realtà so' bene che non è cosí. Ho paura a guardare in salotto, non voglio sapere cosa mi attende, non voglio leggere quella candida come innocente lettera, che di innocente aveva ben poco...Non voglio vedere, non posso, farebbe troppo male,ormai già lo so...

Ma non posso continuare cosí, alla fine prendo una decisione,la devo prendere. Scosto leggermente la tendina che separa cucina e sala da pranzo ed eccolo lì, immobile con gli occhi sgranati che fissano il vuoto, la pelle chiara sembra fatta di porcellana,sembra perfetto...Ma non lo era; sotto quell'immagine da bambola si nascondeva una scura chiazza di sangue, ormai diffusa in gran parte della stanza, e una pistola... "Non sapevo possedesse una pistola", primo pensiero assurdo che mi ha attraversato la mente.

Rimasi lì, immobile e impassibile ad attendere qualcosa,qualsiasi cosa, un suo gesto, un suo movimento, ma nulla.

Ancora confusa presi la lettera dal bancone e cominciai a leggerla...Non era destinata a me, ma ai miei figli, hai nostri piccoli e innocenti bambini...