«Jungkook..»
Il cuore mi martellava nel petto.
Aspettavo una risposta, volevo che si girasse, che mi dicesse "oh Tae da quanto tempo, mi sei mancato"
Ma una parte di me sapeva perfettamente che non sarebbe mai successo.
Jungkook non c'era più, se ne era andato chi sa dove e dovevo smetterla di pensarci, dovevo smetterla di aspettarlo.
Mal che andasse avevo solo fatto una figura di merda come tante.Il ragazzo però continuò a camminare.
Non si fermò.
Si limitò a girare leggermente la testa,
pensai non mi avesse sentito.
Il suo lieve movimento mi consentì di vederlo meglio in viso ma non riuscii comunque a distinguere alcun lineamento del mio piccolo Kookie.
Notai solo una piccola cicatrice sulla guancia sinistra che mi riportò alle mente lontani ricordi.«Attentooo!!»
...
«Diamine Kookie dovevi stare più attendo!!»«Maa Taee non è colpa mia! È comparso dal nulla quel palo»
«Ovviamente! Dai su fammi vedere.»
«Non è niente dai..»
«Ma stai sanguinando!» gli passai una mano sulla guancia.
«Davvero non è niente,ma se proprio vuoi fare qualcosa me lo dai un bacino sulla bua?»
«Ehhhh???» Urlai preso dal panico.
«Scherzavo tae..»
«Ah..emh..giusto..ah ah ah che ridere, sono stupido»
«Si lo sei, sei il mio stupido» non poteva sapere che quelle parole, inutili e senza senso per lui, in realtà mi avevano fatto scaldare il cuore.
...Non poteva che non essere lui. Mi ricordavo ogni singolo giorno passato con Jungkook e dimenticarsi di quel giorno era impossibile.
Il cuore iniziò a battere all'impazzata e iniziai a correre verso di lui sperando che chiamandolo da vicino avrebbe potuto sentirmi ma neanche il tempo di girare l'angolo ed era già scomparso.
Di nuovo.
L'avevo perso dinuovo.
Non riuscivo a capire se fosse stata un' illusione o meno.
Pensai di stare realmente impazzendo. Forse volevo credere talmente tanto che fosse lui da immaginarmi tutto.
Passai una decina di minuti a concepire il tutto per poi decidermi e tornare a casa.••••
La mattina mi svegliai con ancora in testa il pensiero fisso di quel ragazzo, non capivo se fossi io ad impazzire o se lo avessi realmente visto. Comprendevo perfettamente che era esagerato, ero esagerato.
Non potevo pensare costantemente ad una persona che non avevo nemmeno visto in faccia, era stupido e inutile. Decisi allora di non pensarci più, di lasciarmi tutto alle spalle, mi ero già ripromesso più e più volte di dimenticarlo ma adesso avevo raggiunto il limite.La campanella dell'intervallo suonò e mi diressi verso la classe di Jimin trovandolo insieme ad Hobi hyung.
Mi sedetti vicino a loro e iniziai a guardarli cercando di capire il motivo della loro discussione, rimasi zitto aspettando che terminassero evitando di intromettermi, non volevo ritrovarmi a dover dare una mia opinione in merito. Erano talmente agitati che avevo paura per la mia incolumità. Suonata nuovamente la campanella mi diressi nuovamente in classe dove aspettai la fine delle lezioni.«Tae tutto bene?» mi chiese Jimin improvvisamente notando la mia poca partecipazione alla conversazione.
«Mhh..» Mugugnai ancora assorto nei miei pensieri.
«Stavo dicendo, ti va se oggi pomeriggio andiamo da Hobi? Mi ha invitato e mi ha chiesto di portarti con me.»
«Lo hyung ha chiesto di me? Davvero?» chiesi stupito.
«Emh.. si(?)»
«Ci sono» sorrisi e Jimin fece lo stesso.
Mi incamminai come ogni giorno verso casa ma con una differenza, quel giorno ero felice, molto felice. Finalmente avevo trovato dei nuovi amici. Non mi era mai successo di essere invitato a casa di qualcuno che non fosse Jimin percui mi trovai a fantasticare su ciò che sarebbe potuto succedere. Mi sentii una dannata ragazzina alle prese con il primo amore.
Non mi accorsi di dove stessi andando e come per istinto entrai nella villa, l'attraversai tutta e solo quando mi ritrovai davanti ad un orologio capii.
Quell'orologio aveva significato molto quando era bambino e ancora oggi non smetteva di tormentarmi.
Quell'orologio sotto cui lo aspettai senza mai trovarlo, in cui tornai per un mese intero sempre alla stessa ora sperando di incontrarlo.
Mi ripromisi di non tornarci più, di dimenticare ma eccomi di nuovo lì. Condotto stavolta dall'istinto.
Mi avvicinai e mi persi a guardarlo ripensando a ciò che fosse successo.
Stavo per girarmi e tornare a casa quando sentii un sospiro alle mie spalle e mi impietrii.«Sapevo saresti venuto prima o poi»
La voce, il tono erano cambiati ma sapevo che era lui.
Le lacrime iniziarono a tracciarmi il viso mentre lui continuava a parlare.«Davvero in tutti sti mesi non ti eri accorto di me?»
Non riuscivo a voltarmi. Volevo farlo ma avevo paura di unire i nostri occhi e mi limitai a mugugnare qualcosa tra i singhiozzi.«Vieni qui Tae» mi abbracciò da dietro incrociando le braccia attorno ai miei fianchi.
«Perché» fu l'unica cosa che riuscii a dire.
«Shh,ora sono qui» sussurrò al mio orecchio. Mi lasciai cullare dalla sua voce e mi tranquillizzai.
«Kookie» mugugnai con la voce alternata da singhiozzi.
«Si Tae?»
«Ti puoi staccare così mi giro?»
«Mmm va bene» lasciò i miei fianchi e si ricompose. Mi girai e ci misi un po' prima di guardarlo negli occhi ma quando lo feci un brivido mi percorse e sentii una fitta al cuore.
I suoi occhi, i suoi bellissimi occhi di quando eravamo piccoli erano stati sostituiti da due sfere di ghiaccio, impassibili.
Da quello che era appena successo sembrava non fosse cambiato, sembrava il solito Kookie tenero e bambino di cui mi ero follemente innamorato, ma adesso, adesso che lo guardavo negli occhi sapevo che qualcosa si era spezzato in lui.
Tutto ciò che mi serviva in quel momento era tornare a casa, schiarirmi le idee e sfogarmi indirettamente con i miei amici, amici, esattamente plurale.
«È meglio se vado..»
Lui si limitò ad annuire e continuò a guardarmi mentre mi voltavo e riprendevo la mia strada.
Tutto ciò era talmente surreale. Ritrovarlo, andarmene. Sapevo fosse tutto un errore. Dovevo rimanere con lui, capire. Eppure mi sentivo tanto perso che non sarei riuscito a sopportare tutto in un solo giorno. Preferii andarmene.
Ero un vigliacco, ne ero consapevole.
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Blue spring ride [taekook]
FanfictionTaehyung ripensa alla sua infanzia e ricorda quel bellissimo sorriso che vorrebbe rivedere ancora, ma solo quando quella persona ritorna nella sua vita si rende davvero conto che nulla è più come prima.