In un altra epoca

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Stanchezza pensai mentre raccoglievo questa maledettissima pianta, il cotone.
Sono troppe le lune che sto passando in questo posto, la mattina mi alzo sapendo che non giocherò, non avrò un buon pasto, non starò con la mia famiglia, insomma... non potrò più avere la vita di prima.

Prima, la mia vita di prima, mi svegliavo la mattina al levar del sole, e dopo un piccolo pasto, accompagnavo mia madre a cingere l'acqua.Quando tornavo alla mia casa, ricordo che nonostante la stanchezza della lunga, apparentemente infinita, passeggiata, andavo e stavo con i miei fratelli, le mie sorelle e i miei amici.Loro poi continuavano a giocare fino al calar del sole, io invece, da lì in poi, fino al calar del sole, andavo con mio padre e la sua compagnia di uomini a cacciare, tutto ciò per via della mia età e per il fatto che stessi diventando adulto.

Lo ammetto, io non cacciavo, ma comunque mi addentravo con loro in quelle foreste abissali, ed ogni giorno ero un passo più vicino dal conquistare la mia lancia, avrei potuto avere un duello fatale con il Re della giungla, il leone, avrei potuto vincerlo, e i miei discendenti avrebbero narrato delle mie imprese per generazioni.

Ma non fu così, non fu così per colpa di quegli uomini dalla pallida carnagione.

Una mattina mentre ero sul tragitto per il pozzo, con mia madre, le mie sorelle, i miei fratelli, gli altri bambini o bambine e tutte le donne del villaggio, li vidi per la prima volta.

Fui il primo a notarli, erano in lontananza ma si stavano muovendo nella nostra direzione.Inizialmente la loro era una camminata tranquilla, ma quando furono a pochi metri da noi, e tutti si accorsero della loro presenza, loro cominciarono a correrci in contro, uno di loro mi prese per i polsi e mi fece cadere a terra, evidentemente avevo battuto la testa contro qualcosa che che si trovava sul suolo, svenendo, perché di quell' attacco improvviso non ricordo nulla.

Mi risvegliai, il terreno sotto di me non era stabile, che poi tanto terreno non era, pareva del legno, ma non allo stato di albero, delle travi, o qualcosa del genere, c'erano dei pali che mi impedivano di uscire da quella che in seguito ho scoperto si chiamasse "giabbia", o qualcosa del genere.Poco dopo il mio risveglio arrivo uno di quegli uomini dal viso pallido, che mi diede una ciotola di cibo e mi disse qualcosa in una lingua che allora mi era COMPLETAMENTE incomprensibile.Quell'uomo giornalmente mi veniva a far visita con un po' di mangiare e quando non mangiavo, scambiavo due chiacchiere con altri bambini, oppure dormivo.

Una o due Lune più tardi, rividi il sole. Non mi trovavo sulla terra ferma ma riuscivo a scorgerla in lontananza, voi vi chiederete, "come facevi a galleggiare sull'acqua?", non ero io a galleggiare ma mi trovavo su un trasporto che ora so si chiama veliero. Appena arrivati sulla terra, notai delle strane abitazioni di un materiale diverso dalle legno o dalla pelle un tipo di roccia, credo.Da lì, con dei trasporti a me all'ora occulti, ci portarono in una zona di coltivazione, coltivazione di cotone.

Da quel giorno in poi, come ho già detto, non faccio altro che raccogliete cotone, nutrirmi il giusto necessario per non morire, dormire quelle poche ore che mi servono a non farmi morire durante il lavoro e ascoltare persone che mi gridano contro pur di non farmi mettere fine a questa crudele routine.




HappyFox2303
Mi dispiace di non aver messo tutta me stessa in questa One shot, ma ho avuto una settimana abbastanza pesante.
Spero vi piaccia comunque :)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 08, 2018 ⏰

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