Mi riscossi dall'incubo saltando giù dal letto neanche fossi una maratoneta, era il terzo giorno che facevo lo stesso sogno, ogni volta qualcosa si aggiungeva alla precedente come a voler svelare poco per volta l'ingarbugliata matassa di oscurità che l'accompagnava. Mi rimisi a letto coprendomi il viso con le mani, ero stanca di non riuscire a dormire una notte di fila. Guardai l'ora sul comodino, come volevasi dimostrare, le tre del mattino.
La cosa iniziava a preoccuparmi e a lavoro iniziava a risentire il rendimento. Non avevo mai sofferto di incubi notturni ed ero certa che in famiglia nessuno ne avesse mai avuto. Qualcosa stava disturbando i miei riposi e francamente non mi andava di mettere quei segreti pensieri nelle mani di uno strizzacervelli!
Il sonno era perso, nel corpo avevo tanta di quella adrenalina che probabilmente non avrei dormito per una settimana intera. Mi avvolsi nella coperta dove ancora permeava il calore del mio corpo, la fase dei brividi iniziava a farsi sentire. Mi sarei regalata ancora un po' di riposo, sembrava che la corsa l'avessi realmente fatta talmente mi facevano male le gambe.
Pareva fossero passati solo cinque minuti al suono della sveglia. Mi ero scordata di staccarla la sera prima, il sabato non lavoravo, almeno quella era una bella notizia. Sospirai e con un impeto di rabbia presi a pugni il cuscino al mio fianco, soffocando un urlo frustrato al suo interno. Avevo bisogno di una bella tazza di caffè.
Attraversai il corridoio che separa le camere da letto dal resto dell'appartamento, fermandomi ad ascoltare la segreteria telefonica che con un bip luminoso mi avvisava di un messaggio.
Il coro di voci mi fece sorridere:
"Ciao mamma, siamo arrivati, nonna dice che tutto è andato bene, ti chiama dopo. Adesso dobbiamo andare in albergo, ciao." il clic finale mi lasciò con una sensazione di vuoto dentro.
I miei tre monelli. Ero contenta che non fossero lì a guardarmi mentre uscivo di testa. Quelle due settimane che i miei genitori mi avevano regalato portandosi i nipoti nel loro viaggio in Emilia Romagna, erano una benedizione. Ultimamente il poco sonno mi aveva resa nervosa e spesso li sgridavo per sciocchezze. Non era da me. E quando i loro occhioni mi guardavano senza capire, il cuore perdeva il suo regolare battito.
Afferrai la caffettiera preparandola con una dose esagerata di caffè, mi ci voleva bello carico. Aspettai che l'aroma iniziasse a riempire il piccolo spazio della cucina osservando nel mentre le grigie nuvole oltre la finestra. Come ieri anche oggi il tempo prometteva pioggia.
A dirla tutta, mi piacevano le giornate uggiose perché andavano in sintonia col mio stato d'animo, le piogge invece, mi davano la sensazione che le lacrime trattenute dentro, riuscissero a uscire unendosi a quelle piccole perle cadenti, liberandomi momentaneamente di un peso troppo a lungo trattenuto. Ero indecisa se passare la giornata stando a casa, magari con un bel libro in mano seduta comoda nel divano, o telefonare a un'amica e organizzare una serata delle nostre. L'indecisione non durò a lungo.
Presi il telefono e composi il numero di Chiara.
"Sì, pronto." la voce assonata di lei mi accese una lampadina in testa, ma che cavolo di ora era?
"Accidenti, Chiara, scusami non mi ero accorta che fosse così presto, riattacco. Torna a dormire, ci sentiamo dopo." stavo per mettere giù quando la sua voce mi arrivò forte.
"No, Alessandra, sei tu? Che fai chiudi? Se mi hai chiamato vuol dire che è importante, che succede? No aspetta: non hai dormito neanche stanotte, vero?"
Risposi con il silenzio, era meglio di una risposta.
"Non puoi andare avanti così, devi fare qualcosa. Senti io oggi non ho nulla da fare, se ci vedessimo a fine mattinata? Passiamo la giornata da te, parliamo del più e del meno, magari ti faccio anche venire sonno." me lo disse con ironia "O se vuoi, usciamo e andiamo a vedere i negozi. Dimmi tu, io sono aperta ad ogni idea."
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Quel sottile confine tra noi
FantasyMi capitava spesso di sognare ad occhi aperti una situazione particolare con un uomo d'altri tempi, dove la galanteria, la passione e il mistero si mescolano in un connubio di perfette sintonie. Questo era l'unico modo in cui vivevo ciò che nella re...