on the river

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Tengo particolarmente a fare una precisazione:la specie, halfbeing non è di mia invenzione
L' ho letta nella storia 'half a being' di @httpsmims, che, sul suo profilo trovate tutto, ha copiato la storia da effp, da ambros
Se volete capirci qualcosa in più potete leggere questo piccolo spazio che trovate giù(le informazioni sono tutte prese dal libro), o direttamente leggere la storia(la lettura di essa è straconsigliata)
halfbeings:la loro caratteristica risiede nell' essere degli esseri a metà, umani che hanno uno stretto rapporto con la natura; alcuni lo esprimono con delle affinità, o a volte caretteristiche fisiche, se la metà viene scoperta precocemente.
elfi:gli elfi appartengono allo stesso genere di cui fanno parte gli esseri umani, ma a specie diversa(homo sapiens iuncuts naturae). Questa specificazione deriva dalla loro stretta comunanza con la natura.Le loro capacità soprannaturali:sono agili, forti e veloci, possiedono sensi molto sviluppati e per ucciderli completamente bisogna colpirli esattamente al cuore o il loro rapporto con la natura li riporterà in vita nel giro di mesi, settimane o anni, in base alla gravità delle ferite riportate.


Si appoggiò sulle ginocchia, respirando a pieni polmoni.
Ogni volta accadeva, e ogni volta si chiedeva perchè; ma non aveva bisogno di darsi una risposta.
Passava pomeriggi a danzare, sudava, si faceva maledettamente male e non riusciva a raggiungere il suo scopo, ma quel dolore, a livello fisico ed emotivo era nulla, nulla in confronto al suo amore per la danza, per tutto quello che continuava a provare giorno dopo giorno.
L' acqua del fiume scorreva lenta quel giorno, così Adele si appoggiò e la sfiorò con un dito
«Avresti dovuto fare il tombè meglio, quel piede era..terribile; e per evitare di finire sempre così dovresti provare a mettere un controtempo dopo il pas de bourrée»Adele sentì una voce roca da dietro le sue spalle e si girò immediatamente alzandosi.
C' era un ragazzo, un bel ragazzo.Basso, si , ma sicuramente più alto della sua figura, con dei ricci che schizzavano da tutte le parti, senza alcun controllo, ma la vera cosa che la colpì furono i suoi occhi; due pozze dorate, con sfumature tendenti al marrone, o era verde quello?
Erano i più belli che avesse mai visto, e fu anche fortunata.
I suoi occhi erano particolarmente verde smeraldo quel giorno; Darren pensò fu il clima, mite e a dir poco perfetto, anche se i brividi sulle braccia non erano certo dovuti al sole raggiante, alto in cielo.
La ragazza si guardò intorno confusa, stava per caso parlando con lei il ricciolino dagli occhi magici?
«Siamo da soli qui, non credo troverai qualcun' altro»fece il ragazzo con spiccata ironia.
«Com-come fai a sapere che mi succede sempre?»chiese Adele particolarmente agitata.
«Ti osservo da un po' ed ho capito una cosa, non mi poteva di certo sfuggire»dichiarò Darren, con lo stomaco sottosopra. Sarà stato il pranzo eccessivo, pensò istintivamente.
«Cosa?»sussurrò la ragazza, avendo quasi paura di farsi sentire da qualcuno che non fosse il ragazzo riccioluto davanti a lei, come se fosse troppo personale per poter riverlarlo al mondo intero.
«La tua passione. Non sei perfetta, ma si vede così tanto quanto ci tieni, dico bene?»continuò lui in un sussurro troppo intimo per due sconosciuti.
E lei non rispose, sorrise lievemente, mentre le sue pupille si assottigliavano e le orecchie spiccavano in sù.
Darren fece un passo deciso verso di lei, la guardó intensamente negli occhi, nei suoi banalissimi occhi marroni, per minuti interminabili per poi accarezzarle il viso con estrema dolcezza.
E a quel punto fu impossibile trattenere quel verso, identificato più come fusa.
«Beinghalf»mormorò Darren
«Come conosci questa specie?»continuò Adele, tentennante.
«Ho scoperto di esserlo giusto qualche anno fa, la mia metà è un lupo»sorrise il ragazzo «La tua, sicuramente, un gatto»
«Adele, piacere»fece lei sorridendo timidamente al ragazzo lì di fronte a lei tendendogli la mano.
«Darren, gattina» rispose stringendo la mano della ragazza con la sua.
Ma la scossa che partiva dalla schiena fino al collo non era dovuta nè al clima, nè al pasto abbondante, nè alle troppe ore passate a provare gli stessi passi.
E la voglia di immergersi entrambi, di nuovo, negli occhi altrui neanche.
E forse, avrebbero dovuto capirlo ma dare tempo al tempo, no?

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