Parte 1

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Stava camminando tranquillamente per le strade di Los Angeles.

Era la mattina del 12 luglio 2018, faceva un caldo bestiale e Harry aveva un paio di giorni liberi prima delle ultime due tappe del suo primo tour da solista.

Aveva deciso di trascorrerli a Los Angeles perché non ci andava da tempo, eppure la riteneva così bella.

Era immerso nei suoi pensieri e quasi non si rendeva conto di quello che lo circondava.

Certo, quando una fan lo fermava ritornava per un secondo nel mondo reale.

Aveva sempre avuto un buon rapporto con loro, una sorta di complicità. Infinito amore e enorme rispetto reciproco erano ormai alla base di quella relazione, e Harry non poteva esserne più felice. I fan erano sempre stata la parte migliore, alla fine.

Fondamentalmente Harry era una persona insicura; aveva sempre dato forse fin troppo peso al giudizio degli altri e aveva sempre avuto l'irrefrenabile desiderio di sentirsi amato, e i fan in quel periodo più che mai erano gli unici che ci riuscivano.

E prima che riuscisse a bloccare lo stormo di ricordi che iniziava ad invadergli la mente, stava pensando di nuovo a lui.

Lui che lo aveva fatto sentire davvero amato per anni, nonostante tutto e nonostante tutti.

Lui che era capace di farlo sorridere in ogni situazione e riusciva sempre a fermare le sue lacrime quando credeva che tutto il mondo gli stesse cadendo addosso. Quando sentiva che era troppo, che stava per scoppiare, che non ce la faceva più, lui era lì, sempre e comunque.

O almeno fino a qualche anno prima.

Tutto era finito esattamente come era iniziato. All'improvviso. Dal nulla. Con un semplice "ops".

Ed ora che stava facendo Harry? Sentiva gli occhi bruciargli ma non poteva essere il sole, aveva gli occhiali. Erano lacrime? Eppure stava sorridendo.

Perché quando pensava a lui non riusciva a non pensare ai baci rubati, alle carezze date di nascosto, agli sguardi fuggiaschi, ai migliaia di viaggi sempre insieme, all'amore nelle camere d'hotel, ai dispetti organizzati senza ritegno alle spalle della security, ai tatuaggi combinati incisi per sempre sulle loro pelli, alle parole dette, alle canzoni scritte, ai giorni passati a proteggersi dal mondo, alle notti svegli a immaginare un futuro che non era mai arrivato.

Era di nuovo immerso nel suo mondo felice, quello dei ricordi belli, che preannunciavano sempre quelli che per Harry erano devastanti. Tutti le discussioni, i litigi, i torti. Harry ricordava bene la sensazione di sentirsi crollare il mondo e tutti gli altri pianeti addosso. Harry ricordava bene quanto aveva sofferto. Harry, in realtà, non aveva mai smesso di soffrire.

Ma i lugubri ricordi quella volta non ebbero il tempo di farsi spazio nella sua mente troppo vulnerabile, perché mentre Harry ripensava alla lontana notte di Halloween 2013, un ragazzo col cappuccio e gli occhi fissi sul cellulare camminando gli diede una spallata involontaria.

Harry alzò lo sguardo girandosi verso di lui, che intanto stava facendo lo stesso.

«Scusa» disse il ragazzo togliendosi il cappuccio.

Harry rimase impietrito. Si bloccò, e con lui il suo respiro. Paralizzato da un'overdose di droga che quegli occhi gli avevano sempre fornito.

«Louis?»

«H-Harry?»

Rimasero per qualche secondo a guardarsi in silenzio, secondi che ad entrambi sembravano  essersi tramutati in ore. Come se il tempo si fosse congelato: scorreva così lento da risultare impercettibile.

Come see me | Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora