CAPITOLO DUE: IDFC
"Tu vedrai Derek Hale, che ti piaccia o no!" gli urlò contro lo zio, per l'ennesima volta solo in quella giornata.
"Nemmeno sotto tortura!" gli diede addosso Stiles, stringendo forte il cellulare e allontanandolo giusto un attimo prima che lo zio riprendesse a inveirgli contro.
"Finirò col farlo, se non ti decidi ad incontrarlo una buona volta! Forse non ricordi quello che ti ho detto stamattina, Stiles, perciò mi prodigherò a fartelo tornare in mente per l'ultima volta..." inspirò a fondo e gli urlò attraverso il telefono. "È lui che sta torturando me! Hai la più pallida idea di quanto sia insistente? Ho la casella di posta intasata dalle sue e-mail, la cartella dei messaggi piena e almeno 28 registrazioni nella segreteria... e tutti contenente la stessa richiesta: un incontro con te! Mi spieghi perché ti ostini ad evitarlo? È solo un dannato cliente!"
Stiles avrebbe tanto voluto dirgli che non lo era, che era un suo ex, che portava solo guai, ma non sapeva proprio da che parte iniziare. "Non puoi rifilargli una scusa?"
"Sto per rifilargli la verità: ti ho ucciso per esasperazione! E la cosa bella è che sono sicuro che non possano arrestarmi per questo!"
Il sarcasmo era una delle molte cose che avevano in comune e se lo zio lo stava usando con lui voleva dire che era ad un passo dal perdono.
Si sentiva in colpa per i problemi che gli stava causando, anche perché non era il solo a subire le insistenze di Derek Hale.
Scott era tormentato tanto quanto lo zio, con lo stesso rituale fatte di chiamate, messaggi ed e-mail.
Forse, doveva cedere e acconsentire all'incontro, almeno per fermare questa catena di torture.
"Prometti, almeno, che ci penserai." sospirò lo zio, che Stiles sentì stanco anche tramite il cellulare. "Non posso darlo a Scott e non mi fido di nessun altro per un progetto tanto importante, lo sai."
"D'accordo." lo rassicurò Stiles. "Prometto che valuterò la cosa e ti farò sapere entro domani la mia decisione."
Salutò lo zio e riagganciò, lanciando poi il telefono sul divano del suo salotto.
Erano stati i tre giorni più impegnativi degli ultimi quattro anni.
Aveva evitato accuratamente il cantiere, il palazzo della società dello zio e lo studio che divideva con Scott, eppure Derek Hale lo stava perseguitando ovunque non andasse e Stiles non riusciva a comprendere cosa volesse da lui.
Lo aveva già messo abbastanza in imbarazzo di fronte ai tre dipendenti del cantiere che lo avevano visto scappare a gambe levate dal palazzo e detto ciò che voleva, che diavolo voleva di più?
Il ronzio di una vibrazione lo costrinse a riprendere in mano il cellulare.
From Scott to Stiles 18:14.
Senti, sono stufo. Tanto stufo. Il tuo caro ex mi sta davvero tartassando e non posso nemmeno ignorarlo perché è un cliente importante.
Quindi, ho deciso di fare ciò per cui ti manca il coraggio: ho fissato un incontro.
Ha fatto... COSA?
Stiles non si prese nemmeno la briga di rispondere al messaggio.
Compose il numero di Scott e lo insultò non appena rispose al secondo squillo. "Dimmi che non l'hai fatto davvero, dimmi che era solo uno dei tuoi stupidi scherzi e giuro... GIURO che ti risparmierò la vita!" gli disse a denti stretti.
"Prima che tu dia di matto..." si difese Scott, con un tono estremamente cauto. "... sappi che ho scelto il nostro locale per l'incontro..."
"Tu cosa?"
" ... che ci sarà lì Isaac in caso tu abbia bisogno..."
"Hai coinvolto anc..."
" ... e che ho scelto di proposito l'ora di maggior afflusso per assicurarti l'assenza di eventuali approcci sessuali non graditi."
"Scott..." Stiles tentò di non sembrare troppo duro, anche se aveva appena pronunciato il suo nome a denti stretti. "Apprezzo il tuo maldestro tentativo di far finire questa situazione del cavolo ed è solo perché hai coinvolto anche Isaac in tutto questo che accetto la tua trovata, ignorando la voglia matta di rasare a zero la tua bella chioma mossa e nera e prendere a pugni il tuo bel volto abbastanza forte da raddrizzarti la mascella e far riempire di lacrime i tuoi occhioni scuri di cucciolo messicano!"
Sentì ridere dall'altra parte, ma Stiles non ci trovò nulla di divertente nella loro conversazione.
Obbligato da uno dei suoi migliori amici ad incontrare un ex con il quale non voleva avere a che fare e, per di più, coinvolgendo Isaac che odiava stare in mezzo alla gente.
"Vedrai che andrà bene. L'ho fatto per te, fratello... è ora che tu chiuda questa storia una volta per tutte."
"Io l'avevo già chiusa, Scott."
"No, tu sei solo scappato senza affrontare Derek. Quel ragazzo era cotto di te e gli hai spezzato il cuore."
Quelle parole lo ferirono.
Non era Derek quello che aveva il cuore spezzato.
Era lui.
Lui aveva donato tutto se stesso ad una persona che non lo aveva mai amato davvero.
"Ma che cosa stai dicendo?"
"Senti, Stiles... Derek mi avrà chiamato un centinaio di volte e alla fine ho sbroccato e gli ho detto che non lo avresti mai incontrato perché ti aveva spezzato il cuore e sai cosa mi ha detto lui, a quel punto? Mi ha detto che lui le cose le ricordava diversamente e ha passato un'ora al telefono a raccontarmele e ho capito che dovevate parlare per risolvere questa grande matassa! Davvero, capisco il tuo punto di vista, ma secondo me voi..."
"Il mio punto di vista? Sul serio, Scott?" Stiles smise di fingere di non essere arrabbiato. "Non si tratta di una questione di punti di vista, si tratta di lui che non mi amava. Non me, per lo meno, ma solo il mio fottutissimo viso!"
"Non ho alcuna intenzione di litigare con te su una cosa del genere. Sai come la penso, non sono contro di te, voglio solo che Derek capisca di dover rinunciare. Punto, nient'altro. Il vostro incontro è alle sette allo Shining. Danny vi ha sistemati sul soppalco. Vacci, chiarisci e non dare di matto. Ci sentiamo dopo."
Dio, lo avrebbe ucciso.
Strinse forte il telefono nella mano e l'alzò con la voglia irrefrenabile di lanciarlo contro il muro e vederlo cadere a pezzi, ma non lo fece solo perché poi avrebbe dovuto recuperare tutti i numeri dei clienti e dei dipendenti della ditta dello zio.
"Cazzo..." quella di Scott era stata davvero una mossa meschina.
E mancava davvero poco all'incontro, non avrebbe trovato il tempo di inventare una scusa.
E poi Isaac... aveva messo in mezzo un uomo che preferiva i fiori alle persone, che odiava stare in mezzo a tanta gente e che il suo tempo libero lo trascorreva leggendo.
Perché chiamare lui e non Jackson?
Smise di porsi domande e mandò un messaggio all'amico.
From Stiles to Jackie 18:23
Sai cos'ha combinato Scott????
From Jackie to Stiles 18:25
Scott fa sempre e solo stronzate.
Per un svolta, non poteva dargli torto.
Lui e Scott non si erano mai piaciuti più di tanto, ma erano disposti a tollerarsi quando si ritrovavano tutti insieme.
From Stiles to Jackie 18:26
Ha organizzato un appuntamento tra me e Derek allo Shining. Devo vedermi con lui tra mezz'ora.
From Jackie to Stiles 18:27
Questa volta sono d'accordo con Scott, ha fatto davvero la cosa giusta.
Aspetta... che?
Anche lui era d'accordo?
Ma che diavolo avevano tutti quanti?
From Stiles to Jackie 18:30
Per caso state tutti cospirando contro di me? No, perché, altrimenti non si spiega questo improvviso desiderio che avete tu, Scott, mio zio e persino Isaac di spingermi ad incontrare Derek Hale!
From Jackie to Stiles 18:31
Sarò chiaro, Stilinski: quando sei scappato da Derek non hai chiuso nulla. Lui non sa come ti senti e tu non sai come si sente lui.
Vuole risposte.
Dagliele, chiudi questa cazzo di storia e torna alla tua vita.
So come ti senti, ma stavolta scappare non ti servirà.
Smetti di scrivere e a me e raggiungi l'unico uomo che è stato capace di far arrabbiare Lydia con la sua insistenza.
E non fare domande, ti racconterò tutto quando verrai a trovarmi per dirmi com'è andata.
A dopo, ansioso cronico!
From Stiles to Jackie 18:38
Odio il tuo conoscermi così bene.
A dopo, stronzo cronico.
Uscì di casa agitato, ma sorridente.
Tra lui e Jackson era sempre stato così.
Lui era quello ansioso, che non vedeva una soluzione dietro l'angolo senza prima rifugiarsi in un buon piano, mentre Jackson era quello stronzo, che non si preoccupava di avere già una soluzione, lui difendeva solo le persone a cui teneva.
Doveva molto a lui e a Lydia.
Lo Shining era vicino il suo appartamento e lo raggiunse in tempo per l'orario scelto da Scott.
Entrò a passo deciso, salutando un conoscente a sinistra e dando un'occhiata alla grande sala del locale, con tavoli e sedie dai colori contrastanti di azzurro cielo e blu notte e le tovagliette bianche.
Le vetrine a sinistra che davano sulla strada e il bancone bianco con delle funi da marinaio e delle ancore di legno a destra rendeva l'atmosfera piccola e accogliente.
In fondo, il soppalco raggiungibile da una scala a chiocciola.
Danny lo salutò da dietro al bancone, e Stiles gli strinse la mano, abbracciandolo per metà e dandogli una pacca sulla spalla. "Ehi, tutto ok?"
L'amico annuì e poi indicò il soppalco. "Lui è già arrivato e Isaac è a due tavoli dietro, che fa finta di ascoltare un audio ad un computer. Non c'è nessun altro a parte voi."
Stiles si strinse nelle spalle e fece un lungo respiro profondo, prima di avviarsi verso il suo incontro.
Non si era nemmeno cambiato, portava ancora i suoi amati jeans stracciati e una maglietta grigia, sporca sul bordo della tintura che aveva utilizzato per ridipingere la sua stanza.
Non si era cambiato e se ne pentì nell'istante in cui vide Derek alzarsi quando si accorse di lui.
Indossava un completo grigio scuro, con una camicia bianca e una cravatta nera.
Aveva la barba, che accentuava quel mento pronunciato e gli zigomi scolpiti ad arte, non era cambiato molto e i suoi occhi erano puntati dritti su di lui.
Si sentì mancare per un attimo, ma non indietreggiò facendo invece un primo passo verso quel tavolo.
"Non serve alzarsi in piedi. Non sono una donna." commentò Stiles, sedendosi frettolosamente e mettendo le mani chiuse a pugno sul tavolo.
Derek strinse le labbra e si sedette. "Un po' di galanteria non guasta mai."
"Anche la calma, sai?" domandò, prendendo il menù e facendo finta di leggerlo, anche se lo conosceva a memoria. Veniva allo Shining con gli amici quasi ogni sera. "Devi essere davvero un grande avvocato se sei riuscito a schierare tutti contro di me in meno di tre giorni."
Sapeva fin dal college che lo sarebbe stato.
Derek era figlio di avvocati, purtroppo morti, ed era stato uno dei migliori studenti del corso, non aveva dubbi sul fatto che sarebbe riuscito ad entrare nel gruppo di avvocati dello zio.
Stiles aveva dato una sbirciata al progetto che aveva Scott e il nome Hale's Law Office lo ricordava proprio come lo studio legale della famiglia di Derek.
"Quando voglio una cosa so come ottenerla." si allentò la cravatta e mise il cellulare in tasca.
"L'ho notato." Stiles si accorse che stava battendo ripetutamente le dita sul tavolo. "Allora!" iniziò, ritirando le dita. "Per quale motivo hai voluto vedermi?"
Derek alzò le sopracciglia, guardandolo di sottecchi. "Me lo stai chiedendo davvero?"
"Sei tu che mi hai cercato. Per me la storia è bella che finita da anni, credevo di essere stato chiaro, l'altra volta."
"L'altra volta mi hai solo confuso ancora di più." disse Derek, infastidito. "Ma va bene. Da dove vuoi che cominci? Ah, sì, ci sono! Perché non mi spieghi come hai potuto lasciarmi con un sms, sparendo nel nulla, la mattina dopo aver fatto l'amore per la prima volta?"
Stiles tirò indietro la testa e si morse le labbra. "Detta così, sembra che io sia il cattivo della situazione."
"Perché, lo ero io, invece?"
"Sei stato il ragazzo perfetto. Forse, avrei dovuto prestare più attenzione alla tua perfezione."
Derek si sporse in avanti. "Non starai di certo per propinarmi la cazzata che ero troppo perfetto per te, vero? Perché sarebbe davvero infantile, da parte tua."
Stiles rise e distolse gli occhi, cominciando a battere velocemente la punta del piede. "Ma chi ti credi di essere?"
"Credevo di essere il tuo ragazzo." un'affermazione dura, come il suo sguardo, che a Stiles non sfuggì. "Per come la vedo io, lo stronzo con la faccia d'angelo sei tu."
"Oh, ma tu ami questa faccia, non è vero, Hale?" Non credeva sarebbe arrivato al nocciolo della situazione così in fretta, ma si sporse in avanti e poggiò i gomiti sul tavolo. "È per il mio viso che mi hai cercato."
Derek trattenne il respiro e si ritirò nel suo piccolo spazio.
Stiles ne approfittò per continuare.
"Mi hai avvicinato, corteggiato e fatto innamorare di te per questa faccia." Rimarcò, facendo dei cerchi con l'indice a mezz'aria intorno al proprio viso.
Vide Derek aprire bocca per parlare proprio nel momento in cui arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni.
Restarono muti entrambi per qualche secondo, poi Derek si riprese e ordinò un caffè nero per sé e un caffè macchiato caldo per lui.
Il cameriere se ne andò e Stiles rivolse all'avvocato una lunga occhiata indagatrice, stupito che ricordasse ancora come prendeva il caffè.
Si schiarí la voce, tornando con la schiena contro la sedia e proseguì.
"Comunque, non sono qui per parlare del passato. Voglio solo trovare una soluzione per la nostra collaborazione temporanea."
"Collaborazione temporanea?" ripeté Derek, alzando un sopracciglio.
"Non posso mica annuale il contratto che hai firmato con mio zio, Derek." spiegò Stiles, lasciando spazio al cameriere arrivato giusto in tempo per servire loro i caffè. "Hai chiesto uno studio e uno studio avrai. Solo che dovrò passare parecchio tempo in contatto con te, chi ti porti dietro e il cantiere."
"Credevo se ne sarebbe occupato il tuo socio."
Con il termine socio, Derek gli stava facendo capire che aveva preso informazioni su di lui e che ormai era a conoscenza della loro attività in comune.
"Scott è fin troppo occupato." bevve un lungo sorso dalla propria tazza, assottigliando gli occhi e arricciando le labbra per il disgusto. Danny aveva dimenticato lo zucchero. Afferrò una bustina dal contenitore posto sul tavolino, la strappò e ne verso il contenuto dentro il caffè, girandolo lesto per farlo sciogliere prima che si raffreddasse. "Non ho altra scelta se non occuparmene io, augurandomi che limiterai i nostri contatti puramente al lavoro. Può andarti bene?"
Derek aveva già bevuto tutto il suo caffè e lo stava osservando con un ghigno divertito.
"Quindi vuoi che io ti tratti come uno sconosciuto, non vuoi nemmeno dare risposte alle mie domande o sapere perché tra tanti imprenditori e tanti palazzi io abbia scelto proprio tuo zio."
"Non me ne importa nulla infatti." decretò Stiles, provando di nuovo il caffè e trovandolo, questa volta, ottimo. "Per me, sei solo un cliente."
"Un cliente che ti ha fatto scappare appena l'hai visto."
"Temevo covassi vendetta per come è finita tra noi, ma dato che non hai cercato di fare nulla di sconveniente, non ho motivo di preoccuparmi."
"Ti ho detto neanche cinque minuti fa che voglio una spiegazione al tuo comportamento..." disse l'avvocato, tra i denti. "... questo non ti ha fatto capire che sono abbastanza arrabbiato e che ritengo che le cose tra me e te siano rimaste in sospeso?"
Stiles lo aveva capito, ma non voleva proprio entrare in quel turbine, ripensare al passato, affrontare ciò che era successo, non dopo che aveva impiegato molto del suo tempo a cercare di dimenticare Derek e tutto ciò che avevano avuto insieme.
Si alzò in piedi, prendendo il portafoglio dal taschino della giacca e lasciando i soldi per il proprio caffè.
"Prenditi del tempo per decidere se le mie condizioni ti vanno bene, Hale.." e tirò fuori un suo biglietto da visita, mettendolo davanti all'uomo. "... e chiamami quando avrai deciso."
Fece per allontanare il braccio, ma Derek glielo afferrò con forza, trattenendolo e avvicinandosi a lui.
"Scappi di nuovo?" gli sibilò contro, l'uomo. "Non hai altro da dire, Stiles?"
Stiles cercò di divincolarsi, ma con scarso successo, perciò decise di non rispondere alla sua provocazione.
Vide Isaac avvicinarsi veloce e poggiare una mano sulla spalla di Derek.
"Basta così, amico."
L'avvocato si girò a guardarlo interrogativo e Stiles ne approfittò per scappare.
Corse a perdifiato, senza voltarsi indietro.
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Stiles non aveva chiuso occhio tutta la notte, la mente bloccata a quel momento con Derek.
Una parte di sé credeva di aver immaginato tutto, eppure sapeva di non averlo sognato perché quando era tornato a casa Scott l'aveva tempestato di telefonate e messaggi su Whatsapp e questo significava che Isaac gli aveva raccontato tutto.
Ma perché tutto quell'accanimento da parte sua?
Cosa diavolo voleva dirgli?
Dopo tutto quello che avevano passato e dopo tutta la fatica che lui stesso aveva affrontato per dimenticarlo eccolo tornare nella sua vita, a distruggergli quell'equilibrio così precario che si era costruito.
Voleva odiarsi per tutto quel tempo che stava sprecando a pensare a lui, lo voleva disperatamente, invece sentiva una parte di sé che aveva voglia di rivederlo, ancora.
D'altronde, lui aveva amato davvero Derek.
Non si erano lasciati perché l'amore tra loro due era finito, Stiles non aveva avuto altre storie importanti dopo e, fino ad oggi, non era mai stato un problema.
Sì, era uscito con diversi ragazzi - e ci aveva scopato, anche - ma nessuno era stato capace di fargli davvero battere il cuore e Stiles si era dato altro tempo, non potendo immaginare di rivedere il suo primo amore.
Era davvero nei casini.
Cazzo, sentiva di aver bisogno di Lydia o Jackson, ma non sapeva da dove cominciare, la sua testa era troppo incasinata.
Era addirittura andato al Green, uno dei tanti locali gay che frequentava quando era annoiato o stressato, e si era goduto la compagnia di uno sconosciuto - che non brillava per bravura nei pompini - ma che gli aveva regalato un orgasmo sufficientemente potente da spegnergli il cervello per alcuni momenti.
Non aveva risolto il casino che gli vorticava nella mente, ma l'aveva aiutato a tornare a casa senza mal di testa e con solo un'insonnia gestibile.
Un nuovo trillo, diverso da quello di Scott, lo convinse a girarsi nel letto e prendere il cellulare dalla mensola accanto al letto.
From unknown To Stiles 08:02
Accetto le tue condizioni, ma ad una mia sola condizione. DH
Erano passati quattro anni, eppure Derek possedeva ancora l'innato dono di farsi sentire sempre nel momento in cui Stiles era più confuso.
Sospirò, salvandosi il numero sul telefono e cominciando a digitare la risposta, non potendo ignorare il fatto che l'altro sia sceso a patti con lui, alla fine.
From Stiles to Hale 08:05
Sentiamo.
From Hale to Stiles 08:06
Voglio prima delle risposte.
Sono disposto a qualunque richiesta.
Possiamo vederci dove vuoi, con chi vuoi, non importa, io voglio solo sapere.
Dopodiché, ti prometto che metterò una pietra sopra alla nostra storia e ti tratterò come un semplice ex compagno di college.
Derek non si stava davvero rendendo conto di quello che gli stava chiedendo.
From Stiles to Hale 08:08
Se rifiuto, cercherai qualcun altro per farti lo studio?
From Hale to Stiles 08:08
No.
La risposta immediata e decisa, non lo stupì affatto.
Anche quando erano al college, Derek aveva sempre dimostrato un carattere risoluto e determinato, a volte molto in contrasto con quel lato dolce e passionale a cui Stiles era stato abituato nella loro relazione, specie quando si trattava dello studio o degli esami.
Non poteva sapere se Derek avrebbe chiuso la questione una volta saputa la verità, non lo sapeva proprio, solo che Stiles immaginava che gli avrebbe dato il tormento finché non avrebbe avuto ciò che voleva, proprio come gli avevano predetto Jackson e Lydia.
...Giusto, Jackson e Lydia!
Pensare a loro, gli fece venire un'idea!
From Stiles to Hale 08:12
Sono disposto a farlo solo se accetterai di parlarne davanti alla mia psicologa.
Prendere o lasciare, Hale!
Nessuno avrebbe mai accettato una cosa simile, non per una cosa stupida come una storia finita.
Magari in quel modo Derek avrebbe finalmente capito di darci un taglio e farsene una ragione, anche a costo di cercare un altro designer d'interni.
From Hale to Stiles 08:14
Perfetto. Dimmi quando e dove.
Ci sarò.
Merda!
Non avrebbe dovuto accettare.
Proprio per niente!
Si alzò dal letto e si diresse in bagno, lasciando il telefono sulla mensola e decidendo che gli avrebbe risposto dopo il lavoro.
Doveva distrarsi e subito.
Il palazzo che ospitava lo studio che divideva con Scott non era enorme, poco più di dieci piani e loro erano al secondo, fieri possessori di 110 metri quadri di ufficio.
Avevano tutto ciò che serviva: una bella porta a vetri con sopra l'insegna del nome della loro attività, una piccola sala d'attesa senza segreteria, l'ufficio vero e proprio, un archivio, una sala progetti - la stanza più grande - un bagno provvisto di due lavabi e due docce e una camera matrimoniale arredata spartanamente per quando il lavoro obbligava Stiles a rimanere in ufficio, cosa che aveva tassativamente vietato a Scott, che aveva un compagno da cui tornare.
Insomma, la "Dreamland Interior Designers" era particolare, ma ben strutturata e Stiles stesso aveva scelto il nome della loro attività dopo che suo padre aveva definito il suo progetto un sogno stupido per un sognatore stupido.
Beh, questo sognatore stupido aveva realizzato il suo stupido sogno e aveva riscosso così tanto successo da riuscire ad entrare in affari con lo zio, ampliando entrambi i loro profitti e progetti.
Oh, sì, a livello professionale Stiles era più che soddisfatto.
Varcava sempre il portone dello studio con orgoglio e quella mattina non era diversa.
"Stiles! Finalmente!"
Ops. Si era dimenticato di Scott.
E Scott lo aveva perseguitato per tutta la serata con mille messaggi e mille audio vocali.
" 'Giorno, Scott." cercò di sembrare normale e si augurò di trovare un nuovo cliente nella sala d'attesa color porpora, seduto sul divano nero contornato da cuscini multicolor, che Stiles stesso aveva scelto.
" 'Giorno un corno!" l'amico si avvicinò allargando le braccia. "Si può sapere perché non mi hai risposto? Sono stato in ansia per tutto il tempo!"
Sì, Stiles non metteva in dubbio le sue parole.
Di solito, Scott McCall si presentava al lavoro tirato a lucido, con un bel completo addosso, i capelli neri e mossi pettinati all'indietro e il viso fresco e riposato; invece, oggi lo stava accogliendo senza la giacca del completo, senza cravatta, con i capelli spettinati che evidenziavano i suoi tratti messicani, gli occhi color pece e la mascella leggermente storta.
Doveva averlo fatto stare in pensiero davvero molto, ma Stiles non aveva voluto parlare con nessuno, ieri.
"Scusa, amico, ma avevo bisogno di pensare." ammise, posandogli una mano sulla spalla. "È stata una serata pesante."
Scott sospirò. "Isaac me l'ha detto e sinceramente non so cosa pensare." la voce che cercava di risultare rassicurante. "Hai già pensato a cosa fare? Ne hai parlato con tuo zio?"
Stiles negò col capo e si avviò alla sua scrivania.
"No, terrò Noah fuori da questa storia." posò la ventiquattrore a terra e mise il cellulare accanto al computer. "Derek ha accettato di smettere di tormentarmi a condizione di parlare della nostra rottura... e io gli ho detto che lo farò solo davanti a Lydia."
Scott strabuzzò gli occhi. "Intendi voi tre?" Stiles gli annuì. "E ha accettato?" E annuì di nuovo. "Quindi non avete chiarito..."
Stiles accese il computer con uno sbuffo.
No, non avevano risolto nulla, anche perché lui non voleva proprio entrare all'argomento.
"Tranquillo, Scottie, non ho davvero intenzione di incontrarmi con lui da Lydia. Gliel'ho detto solo per prendere tempo prima di decidere come liberarmi di lui."
Scott andò al suo posto, chiudendo la bocca e passandosi una mano sul collo.
Stiles conosceva quell'atteggiamento; in pratica, era contrario e voleva dire la sua, ma taceva per rispetto.
"Puoi parlare, se vuoi, non me la prenderò se devi di nuovo dare ragione a lui e non a me." strinse le labbra, perché davvero non concepiva il fatto che Scott si fosse schierato dalla parte di Derek.
Lui conosceva la loro storia ed era certo di avere il suo totale appoggio, invece era bastata una chiacchierata con Derek per cambiare idea.
"Qui non si tratta di dare la ragione, Stiles.." spiegò Scott, sistemando alcune carte. "...qui si tratta di aver sentito anche l'altra versione della storia e di aver capito che ci sono delle cose che non sai, delle incomprensioni tra voi che vanno risolte, specie se Hale è ancora così maledettamente ossessionato da te."
Stiles strinse gli occhi.
"Non è ossessionato da me. Al massimo, non sa accettare un rifiuto."
"Un rifiuto dopo una notte insieme. Non è stata solo la tua prima volta, Stiles... ma anche la sua." gli ricordò, serio. "Questo particolare non me lo avevi detto."
Perché era una mezza verità.
Quando aveva fatto sesso con Derek, l'unico vero vergine era stato Stiles.
Per Derek era la sua prima esperienza completa con un maschio, ma aveva avuto delle ragazze prima di capire di essere gay, e anche dopo non era mai andato dritto in prima base, limitandosi a preliminari - più o meno spinti - ma pur sempre preliminari.
Stiles era quello che aveva avuto solo mezzi incontri platonici e nascosti, e quando aveva incontrato Derek e aveva apprezzato il corteggiamento, le uscite e le effusioni a cielo aperto si era lasciato incantare dal senso prorompente di felicità che aveva caratterizzato il suo breve periodo ad Harvad.
Quindi, dire che Derek era vergine non era totalmente vero e, anche se Scott voleva vederla in quel modo, il fatto in sé non era motivo di appoggio da parte dell'amico.
"Scott, davvero!" sbottò esasperato. "Non so proprio come fartelo capire... io non ce la faccio ad affrontare Derek! L'averlo visto per due volte di fila è stato più che abbastanza, per me!"
Si passò le mani tra i capelli, abbassando il capo e cercando di calmare l'ansia che lo stava investendo.
Derek era appena rientrato nella sua vita e già gli stava scombussolando il suo intero mondo!
Il cellulare vibrò e Stiles alzò gli occhi per vedere chi fosse.
Due messaggi. Uno di un'ora prima, che non aveva notato, e un altro di Jackson.
Sbloccò la schermata e lesse quello dell'amico.
From Jackie-bello to Stiles 09:50
Non mi hai fatto sapere nulla e sono stato costretto a chiamare Scott, che è stato troppo vago per i miei gusti... ma poi, dieci minuti fa mi contatta il tuo ex, e questa sì che è una notizia da prima pagina!
Vuoi che ti mandi lo screen della nostra allegra conversazione?
Lydia lo ha adorato!
Ma non doveva essere al lavoro?
Possibile mai che stessero sempre insieme solo perché Lydia aveva lo studio nella stessa struttura dove lavorava Jackson?
From Stiles to Jackie-bello 09:52
Mi girano i coglioni, Jackie.
Non sono nemmeno le dieci e già mi sento interrogare da tutti i miei amici quindi, qualsiasi cosa ti abbia detto Hale, NON MI IMPORTA!!
Stiles lanciò il telefono sulla scrivania e si lasciò ricadere sulla sedia girevole.
Ignorò le vibrazioni del cellulare, le chiamate che vide brillare sullo schermo e persino Scott, che si era avvicinato per scuoterlo dal suo torpore, ma era tardi, Stiles era già arrabbiato, troppo arrabbiato per dargli retta.
"Stiles, ti sta chiamando Lydia." gli disse piano, Scott. "Almeno con lei vuoi parlare?"
Stiles puntò gli occhi sul cellulare che gli stava porgendo l'amico, notando che non fosse il suo.
Ci pensò su, anche se la telefonata era già stata accettata e sullo schermo i secondi della conversazione stavano scorrendo più veloci del normale, ma non gli importava, sapeva che Lydia sarebbe rimasta in linea, lasciandogli tutto il tempo che gli serviva.
Non era molto convinto, non voleva sentire anche lei dar ragione a Derek o spronarlo a chiarire, però sapeva che Lydia era l'unica che poteva davvero aiutarlo, in quel momento, per uscire da quella situazione del cazzo.
Afferrò il cellulare con un movimento deciso, portandoselo all'orecchio.
Non dovette nemmeno parlare, il suo respiro pesante risuonò per bene attraverso il microfono, perché Lydia gli parlò, dolce come sempre.
"Credevo fossimo d'accordo entrambi sul fatto che scappare non è mai una buona soluzione ai problemi, Stiles." cominciò. "E sai anche che il vero problema non è chiarire con Derek ma è proprio Derek. Ricordi cosa mi hai detto di lui, Stiles? Ricordi quello che ci siamo detti nelle nostre sedute?"
Sì, lo ricordava, per questo stava così male, ma non poteva ammetterlo, erano cose che non aveva detto a nessuno tranne che a lei e ora non voleva ripeterle davanti a Scott.
"Dì solo sì o no, Stiles."
"...Sì..." un sussurro leggero, ma lei lo sentì ugualmente.
"Per quanto possa farti male, un confronto con Derek servirà a dare una svolta decisiva alla tua vita, Stiles. Niente più incertezze, potrai dire la tua senza timori e fare a lui quelle domande che hai fatto a me, ricevendo finalmente delle riposte, soprattutto perché Derek vuole lo stesso e sarà disposto a dartele. Non hai pensato a questo?"
No.
Aveva solo pensato al dolore che avrebbe provato, al fatto che l'avrebbe rivisto, non aveva considerato questo rovescio della medaglia.
Prese il suo telefono con la mano libera e lesse il messaggio che aveva ignorato.
From Hale to Stiles 09:03
Forse hai ragione, dovrei lasciarti in pace... ma sono quattro anni che il tuo ricordo mi tormenta.
Voglio solo sapere cosa ti ha fatto scappare, dove ho sbagliato, poi ti lascerò in pace come promesso.
Ti prego, Stiles.
Stiles lo sapeva che era la cosa giusta da fare, mettere la parola fine a questa vecchia storia affrontando Derek una volta per tutte.
"E se non andasse bene, Lyds?" le chiese, sottovoce. "Se dovessi reagire male, se dovessi ritrovarmi come tre anni fa? Se non avessi incontrato Jackson, forse sarei ancora..."
"Ci ho pensato, Stiles.." lo interruppe lei. "E credo che l'idea di parlarne qui da me sia ottima. Se vuoi, possiamo stabilire delle regole... a te la scelta."
Rimaneva sempre stupito dal dono di Lydia di farlo tornare con i piedi per terra.
Era l'unica a farlo uscire dal turbine di terrore che ogni tanto gli offuscava la vista, gli aumentava il battito cardiaco e gli faceva vedere tutto nero rischiando di farlo sfociare in un tremendo attacco di panico, l'unica a rimetterlo in riga, l'unica a mostrargli un diverso punto di vista sufficientemente reale da farlo sentire meglio.
Perciò perché ignorare le sue parole?
E se avesse ragione come sempre?
Inspirò a fondo e si massaggiò l'attaccatura del naso.
"Okay, Lydia... cos'hai in mente?"
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Let's Hurt Tonight
FanfictionStiles era stato certo di due cose nella sua vita: l'affetto e la presenza di suo fratello, Steven, e l'amore di Derek, il suo ragazzo. Invece, li aveva persi entrambi ed era scappato da quella vita per crearsene un'altra altrove, lontano da tutto c...