Capitolo 1

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- Non arrivare tardi stasera, non sai ancora bene le strade. -

- Mamma tranquilla. - Rispondo sbuffando. - Quante volte devo ripeterti che ho Maps nel cellulare? -

- Dico seriamente Nora. - Abbassa gli occhiali rettangolari sul naso per scrutarmi severamente, poi riporta lo sguardo fisso al computer.
Il suono snervante dei tasti risuona nella stanza vuota e così capisco che è tornata nel suo mondo.

Alzo gli occhi al cielo ed esco da casa.

Stasera, Seoul è davvero fredda e umida.
Onestamente adoro queste temperature, ma non è inverno, è primavera! Ecco perchè mi manca l'Arizona, il clima è più secco.

Mi stringo nella mia giacca nera in similpelle e camminando inizio a sentire i rumori del traffico: sono sicura di star arrivando in centro città.

Non mi lamento di esserci trasferiti in Corea del Sud, ma c'erano tante cose da valutare prima di partire. Come ad esempio i miei nonni, gli amici, il lavoro a cui tenevo molto e tanti altri fattori secondari molto importanti per me.
Ma a quanto pare è stata "l'unica soluzione fattibile", così la chiama mia madre questa follia. Per carità, so di non essere l'unica al mondo ad aver cambiato stato ma non ero per niente motivata già in principio.

Continuo a camminare e mi accorgo di essere già in una delle vie principali.
Una signora anziana mi chiede con un terribile accento inglese se voglio comprare i suoi calamari fritti e quando rifiuto, probabilmente con un terribile accento coreano, lei sbarra gli occhi per la sorpresa.

Ho imparato la lingua locale con estrema difficoltà e tutt'ora non sono sicura di quello che potrei dire. Kyung, il fidanzato di mia madre, ha fatto del suo meglio per farmi migliorare e credo di aver messo a dura prova la sua pazienza... ma il tempo era limitato, avevo tante altre cose da fare e stavo impazzendo.

Decido di prendere la metropolitana per accorciare i tempi, e rimango sorpresa dalla grande quantità di persone nonostante l'orario insolito.

Sono qui da circa cinque giorni e non ho visto nulla di Seoul.
Nessuno può accompagnarmi e non lo chiedo nemmeno a mia madre, perché so che uscirebbe fuori di testa in caso ci perdessimo. Kyung sarebbe un ottimo cicerone, ma deve pensare al lavoro quindi mi arrangio come posso.

Salita a bordo rimango in piedi per mancanza di posto. Prevedibile. Quando arrivo a destinazione però, mi fiondo fuori evitando la calca.

Quando le scale mobili mi portano su, un vento gelido mi fa tremare le gambe e i miei lunghi capelli sembrano prendere vita propria. Mi piace il freddo ma non ci sono abituata.
Pensandoci, non ho ancora cenato e qualcosa di caldo da mangiare sarebbe perfetto adesso.

Mi muovo incerta su dove stia andando, l'idea sarebbe un ristorante o un pub ma in base ai cartelli, sto proseguendo verso una piazza o un... parco?
Ecco, il coreano scritto è un grande limite per me.

In giro ci sono tante persone, sembrano non fare caso al freddo gelido di questa serata, anzi. Soprattutto le ragazze adolescenti sembrano a proprio agio nelle loro minigonne. Io rabbrividisco solo a guardarle.

Fortunatamente i miei occhi beccano un'insegna a LED con scritte sia in coreano che in inglese: "Silent Garden - Zuppe, pollo e altro ancora!"

Proprio mentre sto per svoltare l'angolo, qualcos'altro attira la mia attenzione. Effettivamente in fondo c'è una piazza immensa, avevo letto bene. Sorrido e mi affretto a raggiungerla, cenerò dopo.

Esco il cellulare dalla tasca, pronta a scattare foto ad ogni cosa. Adoro creare nuovi ricordi.
Mentre cammino i miei occhi vengono attirati dai colori delle vetrine dei vari ristoranti, così illuminati e pieni di vita che non posso non immortalare questo sfondo.

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