Capitolo 27

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- Questi jeans sono stati fatti per me. È così. - Dice Lucas, guardandosi allo specchio del negozio.

Alzo gli occhi al cielo e sorrido. - Posso farti una domanda? -

- Tutto ciò che vuoi. -

- Non fraintendermi... pensi di essere un bel ragazzo? -

Si gira verso di me, facendo una piroetta orribile. - Non vorrei sembrare poco umile, ma sì. Cosa c'è di meglio? -

- Forse potresti sembrare un po' vanitoso. - Dico, cercando di far capire lo scherzo il più possibile.

- Piccola, avere un'alta autostima è il più bel regalo che possiamo fare a noi stessi. È quando si sminuiscono gli altri utilizzando la sicurezza di sentirsi superiori che è sbagliato. In quel caso è vanità, per me. -

Rimango a bocca aperta.

- Quindi? Ti piacciono i jeans? -

- Umh, sì. - Rispondo distratta.

Siamo al centro commerciale da circa due ore e credo sia la prima volta che non lo sento parlare di quei jeans,per dire qualcosa di interessante.

- Tu che sei una ragazza, pensi che funzioneranno per rimorchiare? -

Come non detto.
- Be', dipende la ragazza... ma Lucas, ti rendi conto che se tu parlassi alle ragazze come hai fatto con me poco fa, sarebbero tutte ai tuoi piedi? -

- Poco fa? Perché? -

Poggio una mano in fronte. - Cavolo, lascia perdere. -

Dopo aver comprato quei jeans 'miracolati' a detta di Lucas, ci dirigiamo verso una caffetteria. Nonostante le mie proteste, insiste nel pagarmi un cappuccino al cioccolato, mentre lui sceglie il frappè alla fragola. Ci sediamo in uno dei tavolini.

Mi fa piacere bere qualcosa con lui, ma odio il fatto che paghi per me, non è giusto.

- Senti, mi rendo conto di essere parecchio irritante quando vado a fare shopping. Vedilo come un "grazie" per la tua pazienza. Sotto forma di cappuccino ovviamente. -

Gli sorrido grata.

Abbasso la mascherina per prendere la cannuccia e mi gusto la bevanda.

- Nora, ma che fai? Copriti! -

Per poco non faccio cadere il bicchiere. - Oddio scusa! Non sono abituata. Come dovrei bere allora? -

- Fai passare la cannuccia da sotto la maschera e bevi. Non lo fare più, hai capito? - Mi sussurra.

Arrossisco. - Scusami. -

Lui si guarda intorno, come per accettarsi che nessuno stia guardando.

- Metti la mano al centro del tavolo. -

- Cosa? Perché? -

- Devo darti una cosa. -

Faccio come dice e lui avvicina la sua alla mia, mi consegna un tubo giallo di plastica.

- Cosa sarebbero? -

- Medicine. -

Lo fisso allibita. - Lucas! -

- E cosa ti sembravano? Caramelle? -

- Ma... -

- Lo so, lo so. Ten si arrabbierà e mi ucciderà bla bla bla. - Dice alzando gli occhi al cielo. - Cos'è la vita senza un po' di rischio? -

- Lucas, io ti tornerò i soldi. Tu... -

- Accetta le medicine e basta. A casa prendine una prima di andare a dormire. Ovviamente non farti scoprire da quella lucertola. -

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