Seduto in un angolo della sala Magna dell'Università, sedeva un uomo attento soprattutto a passare inosservato e desideroso sopra ogni altra cosa di non ledere nessuno. Mani grandi e callose, barba e capelli incolti, non sporchi ma trasandati. Vestito in maniera decorosa ma di sicuro non all'altezza della situazione, almeno per i canoni estetici imposti dalla circostanza. In quella mattina si svolgevano le consegne delle onorificenze a chi dopo la laurea, la specializzazione e gli ulteriori studi si era contraddistinto nella ricerca e nell'impegno della salvaguardia delle opere d'arte. Lui era forestiero li, non con un invito scritto, ma con un messaggio inviato da chi lo aveva sempre amato e ricercato, pur avendo svolto vite lontane. Albert partecipava a quella giornata di festa, di prestigio per incontrare ancora una volta gli occhi della sua amata figlia Helen. Era passato così tanto tempo dall'ultima volta che si erano visti. Lei era sempre più bella e sempre più donna, un concentrato di femminilità con un cuore immenso, ma con un carattere troppo forte e irrequieto. La sala andava riempiendosi, belle persone ben vestite, prendevano posto in prima fila per poter presenziare alla premiazione vantando il fatto di essere visibili e soddisfacendo il proprio edonismo. Sciocchi e vuoti come sacchi di farina messi in bella vista ma inutili. Buoni per proteggersi e proteggere dai rigori dell'inverno ma nulla di più. Albert, timido e impacciato era sempre più accorto e in disparte. Erano anni che non vedeva più tutta insieme quella quantità di persone. Aveva imparato a considerarle, aveva imparato a capire come queste abitassero e condividessero nonostante lui la vita e la terra, ma questo certo non lo rendeva più capace di saperci stare.
Erano anni che si era ritirato a vivere fra le cime poco alte dell'Appennino ma di sicuro di non facili accesso e desolate. Solo raramente riconosceva i rumori lontani di persone che d'estate più che d'inverno si inerpicavano per le doline prima e per le coste poi, lambendo il suo rifugio.
Era passata una estate, poi un autunno e infine un inverno prima che tornasse a sperare di incontrare presto sua figlia Helen. Gli alberi in città adesso in primavera erano ricchi di foglie e fiori. Quelli sulle sue montagne solo di abbozzo di gemme. Il mese di
Marzo per lui quanto per sua figlia erano sempre stati mesi difficili, combattuti e pieni di trasformazioni. Il mese in cui più facilmente i due si allontanano come volti da una forza tanto attraente in quanto simili, quanto respingente per lo stesso motivo.
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La strada da percorrere
General FictionAlla ricerca di se stessi negli occhi dell'altro