1. Prendetela

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Erik:

Mi svegliai con un sussulto; aprii e chiusi più volte gli occhi cercando di cacciare via le orribili immagini appena sognate, o meglio, ricordate. Era passato quasi un anno da quando me ne ero andato, ma le atrocità che avevo compiuto con Derek mi perseguitavano ancora. Quel viaggio non mi piaceva, avevo imparato ad assalire le navi, avevo appreso nuovi trucchetti con la spada, ero anche riuscito a uscire da quella pazzia, però sentivo la mancanza di qualcosa.
Mi alzai dal mio letto, più stanco di quando ero andato a dormire. Rimasi lì, fermo; lasciai che il mio corpo seguisse il dondolio del galeone e, piano piano, mi persi nei miei pensieri. I ricordi più cruenti e dolorosi si propagarono nella mia mente senza che potessi fermarli.
La porta si aprì e un dolce profumo si propagò della cabina. Una piccola ragazza entrò a passo leggero e mi chiamò per nome, la ignorai. Un veloce lampo di paura passo negli occhi verde smeraldo della giovane, la quale, si avvicinò di più richiamandomi di nuovo.
«Sì, Ruby?»
Sentendomi parlare tirò un sospiro di sollievo.
«Mi hai fatto preoccupare, Erik»
Parlò sorridente e, come da copione, sorrisi anch'io. Quella piccola rossa sapeva sempre come rendermi felice.
«Comunque, sono venuta per avvisarti che Romeo vuole parlare con te»
Continuò lei. Mi chinai alla sua altezza per stamparle un bacio sulla guancia, e poi andai dal mio Maestro d'armi.
Romeo era un uomo anziano, dagli occhi scuri e da una lunga barba bianca, molto bravo a padroneggiare la spada e ad ideare piani. Lui, soprattutto, era conosciuto per la sua affidabilità e neanche l'avanzata età era riuscita a separarlo dal suo amato oceano.

Ruby:

Rimasi ferma a guardare il capitano uscire poi, solo dopo che la porta si chiuse, iniziai a sistemare la sua cabina. Sorrisi triste mentre sistemavo: fin da quando l'avevo incontrato me ne ero perdutamente innamorata. Però, per lui, ero solo un'amica, del resto lo eravamo tutti. Quando Erik e Derek litigarono, Erik venne a parlarci e noi decidemmo di seguirlo nel suo viaggio: sia perché gli eravamo fedeli e sia perché eravamo i più giovani, i fratelli e le sorelle minori, dei sottoposti di Derek; più o meno avevamo tutti la stessa età.
Delle poche ragazze della banda, fedeli al moro, solo io potei andare con loro. Perché nessuno, a parte Derek e mia sorella, si era accorto del mio amore.

Cinque anni fa...

Stavo pulendo i tavoli della taverna, dopo una faticosa giornata di lavoro; quando mia sorella maggiore entrò e si sedette scompostamente su una sedia, poggiando i piedi sul tavolo. Le lanciai solo una rapida occhiata, scuotendo il capo in dissenso e sospirando esasperata. Sapevo bene dov'era andata ed ormai ero arcistufa di rimproverarla, non bastava lo squallido lavoro che i nostri zii ci facevano fare, no figuriamoci, lei doveva anche rischiare la vita insieme ad omoni poco raccomandabili.
«Non posso credere di aver perso uno scontro di sguardi con quello là. È insopportabile e così odioso! Sarà anche il capo, ma io sono e resto la Ladra, sono temuta e dotata di una bellezza letale; e il fatto che non cade ai miei piedi, fa perdere la mia credibilità!»
Si lamentò lei, parlando più a se stessa che a me. Sbuffai una risata, roteando gli occhi per l'ennesima volta. Mi aveva confessato che si era innamorata di "quello là" ovvero Derek: il più crudele e spietato della banda, a mio parere. Ero contenta di non aver mai provato un'emozione simile, perché Esmeralda passava da "Ti odio brutto egocentrico" a "ma perché non cade ai miei piedi! Io lo amo!", purtroppo questa convinzione cambiò quando, circa due settimane dopo, incontrai gli occhi ancora dolci di Erik.

Erik:

Mi diressi al timone mentre i miei pirati mi salutavano interrompendo, momentaneamente, i loro incarichi.
«Buongiorno capitano, dormito bene?»
Mi chiese il mio saggio pirata, Romeo.
«Sì, la tappa che mi consigli?»
Il capitano ero io, certo, ma molte volte era lui quello a consigliarmi possibili rotte o a scovare navi mercantili cariche d'oro.
«Arriviamo subito al punto, ho saputo che c'è una ragazza in possesso della mappa delle Bermuda»
Mi spiegò a bassa voce, guardandosi sospettoso attorno. Quel tesoro era definito immenso, ma di tutti quelli che erano andati a cercarlo, nessuno era stato più rivisto.
«Sai dov'è?»
«Certamente, mi è stato detto che si trova nell'arcipelago qui vicino e con questo vento arriveremo presto»
A Romeo brillarono gli occhi mentre diceva orgoglioso quella frase, gli piaceva essere sempre ben informato e pronto ad ogni evenienza.
«Perfetto, allora guidaci!»
Romeo prese il timone ed io feci retromarcia, tornando nella mia cabina. Ruby non c'era più e tutto era stato sistemato. La sua rapidità era sempre sorprendente.
Mi sedetti a peso morto sulla mia poltrona in pelle, posando stancamente le mani sulla scrivania di legno nero. Se avessi trovato il tesoro, sarei stato il più ricco capitano della storia e, a quel punto, mio fratello avrebbe dovuto riconoscere il mio valore. Mentre pensavo, il mio sguardo cadde su una vecchia foto appesa alla parete, eravamo io e lui da piccoli. Quando ancora ci volevamo bene, quando ancora eravamo una bella famiglia.
Ripensando ai bei momenti felici, i miei occhi si inumidirono; ma non permisi a nessuna lacrima di scendere. Scossi bruscamente il capo, lasciando perdere tutti quei sentimenti e concentrandomi sulle carte nautiche.

***

Qualche ora dopo, decisi di sgranchirmi le ossa, ero stufo di scrivere sul diario di bordo. Stiracchiandomi e scroccando le ossa aprii la porta, ma dei brividi mi fecero accapponare la pelle. Venni avvolto da un freddo improvviso, era strano dato che eravamo in piena estate, ma forse nel triangolo delle Bermuda era diverso, lì non c'era niente di normale; ameno così dicevano.
Trovammo una piccola isola da ispezionare, forse avremmo trovato qualcosa di interessante o, ancora meglio, la ragazza con la mappa. Decisi di scendere io e portai con me altri tre uomini:
Occhiodifalco, Rapidamano e Spostapietra.
Salimmo su una scialuppa e ci dirigemmo verso l'isola. Loro erano tesi e attenti a qualsiasi rumore io, al contrario, ero molto più tranquillo. Il mare era calmo e tutto ciò che si poteva sentire era lo scricchiolare del legno e il suono dell'oceano. 
Quando toccammo la costa saltai giù, bagnandomi gli stilavi e cominciando a camminare senza aspettare nessuno. Mi inoltrai nella radura, solo, tanto non si sarebbero persi, la vegetazione era ancora scarsa.
Come avevo previsto, in meno di una manciata di minuti, eravamo di nuovo insieme.
All'inizio mi sembrava tutto mortalmente normale, fino a quando il paesaggio non iniziò a cambiare: gli alberi finora bassi, con i tronchi cavi e secchi iniziarono ad alzarsi, sempre più su fino a toccare il cielo. Ai rovi si sostituì l'erba, un'erba verde e rigogliosa che ricopriva tutto il terreno. Nell'aria echeggiavano molti versi di animali: dal cinguettare del passero al gracidare delle ranocchie. Il vento, finora freddo e pungente, divenne una tiepida brezza che portava con sé i dolci profumi del bosco.
Mentre camminavamo in quel luogo meraviglioso, i miei pirati erano più tranquilli e rilassati.
Spostai un grande cespuglio di more che stava bloccando il mio cammino e lì, sdraiata di fianco a un fiumiciattolo, notai una bella giovine addormentata. Era assolutamente meravigliosa: aveva lunghi capelli corvini, che solo a guardarli sembravano morbidissimi, il dolce viso addormentato era divino, i tratti del volto perfetti e proporzionati. Indossava abiti simili a quelli dell'antica Grecia: una tunica a strascico, lunga fino alla caviglia e una fascia all'altezza del petto. Se non fossi nato in una famiglia cristiana, avrei pensato fosse una qualche divinità antica.
Rimasi a guardarla per qualche altro secondo, poi diedi l'ordine:
«Prendetela»
La mia voce risuonò fredda e distaccata. Senza controllare che loro facessero ciò che gli era stato ordinato, mi voltai e ritornai al mio galeone. Forse è lei la ragazza in possesso della mappa.

Angolo autrice:

Come avevo detto ecco ha voi il primo capitolo, se avete qualche domanda da farmi riguardo alla storia o parti che non si capiscono bene fatemelo sapere.

Qual'è la vostra prima impressione riguardo ai personaggi?

Una Goccia di MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora