Ask me to stay

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Malia stava preparando le ultime cose prima di partire per la Francia. Finalmente sarebbe partita, avrebbe realizzato il suo sogno. Si sarebbe staccata da tutto il caos e il soprannaturale di Beacon Hills, e sarebbe potuta stare in pace per un periodo. Aveva in programma di stare a Parigi per due settimane, ma non escludeva l'ipotesi di stare via addirittura qualche mese.
Avrebbe fatto di tutto per levarsi di dosso lo stress di quell'ultimo periodo e dimenticarsi di tutte le cose brutte che le erano successe...e non solo.
Non voleva ammetterlo a se stessa, ma Lydia aveva ragione.

Qualche giorno prima la rossa era andata da Malia per parlarle. Aveva notato un comportamento strano da parte della sua amica negli ultimi tempi.
Dopo due ore di estenuante chiacchierata con Malia, Lydia era arrivata alla conclusione che l'amica non era malata o stufa di essere umana, e nemmeno sotto l'effetto della luna piena, che sarebbe arrivata una settimana dopo.
No, Malia era innamorata.
«Andiamo Lydia, non sono innamorata. Stiles me lo sono tolto dalla testa. Potete stare insieme senza che tagli la gola a te...o a lui» aveva risposto Malia dopo il verdetto di Lydia.
«Tesoro non ho mai detto che sei innamorata di Stiles» aveva ribattuto Lydia con il suo solito sorriso e con il tono di chi la sa lunga.
«E di chi dovrei esserlo allora?» chiese Malia con la sua solita schiettezza e ingenuità.
«Dimmelo tu»
Siccome Malia non accennava a rispondere, anzi, stava cominciando a spazientirsi, Lydia sbuffò e, dando una piccola pacca sulla spalla dell'amica le rispose
«È ovvio! Di Scott!» Malia rimase incredula.
«Di Scott? Scott McCall? Il mio alfa? Ma andiamo Lydia»
Lydia annuì convinta.
«E secondo me ricambia pure»

Malia scosse la testa per levarsi quei pensieri dalla mente. Lei non era innamorata di Scott. Figuriamoci. Non si sarebbe mai innamorata di un vero alfa, forte, bello, muscoloso, con dei bellissimi occhi color cioccolato che all'occorrenza potevano diventare rossi.
Malia sbuffò e scosse nuovamente la testa. Cosa andava a pensare. Scott era solo un suo amico. Un suo grande amico con cui aveva stretto un forte rapporto nell'ultimo periodo.
Mentre si diceva di smetterla di pensare certe cose, qualcuno suonò il campanello.
«Papà! Vai tu ad aprire la porta!» urlò al signor Tate dalla porta della sua camera.
«La prossima volta vai tu!» le gridò lui di rimando.
Malia sorrise. Le sarebbe mancato quando sarebbe stata in Francia.
Sentí suo padre parlare con qualcuno, ma non ci fece troppo caso, continuò invece a controllare di aver messo tutto in valigia.
«Toc toc» la voce venne preceduta da un odore che Malia conosceva bene:Scott.
I reggiseni che stava riponendo in valigia le caddero di mano e finirono a terra. Da quando era così distratta?
Si girò verso il suo alfa.
«Scott! Che bello vederti, è successo qualcosa?» era tesa e l'alfa percepì il suo nervosismo.
«No tranquilla, tutto normale, per quanto possa esserlo Beacon Hills...posso entrare?» chiese alla ragazza dalla soglia della porta in cui era rimasto. Sapeva che era meglio non invadere gli spazi della coyote senza prima aver avuto il suo permesso.
«Oh certo. Sì scusa, entra pure»
Scott entrò e si sedette sul letto di Malia, dal quale poi continuò a guardarla mentre continuava a preparare la valigia.
Le cose continuavano a caderle di mano e ogni volta che succedeva lei sbuffava o alzava gli occhi al cielo, mentre Scott sorrideva.
«E così...parti domani?»
«Già, alle 8 devo prendere l'aereo»
Scott annuì e abbassò lo sguardo. Sembrava...dispiaciuto. Che Lydia avesse ragione? No, non era possibile. Scott aveva ancora Kira. Che però non si faceva vedere da un bel po' di tempo, si disse Malia. Poi scosse la testa, esasperata.
«Ci mancherai» disse il lupo.
«Anche voi mi mancherete»
L'aria nella stanza aveva un odore strano. Sapeva di tensione, e stava diventando sempre più imbarazzante.

Mentre Malia riponeva le ultime cose in valigia, Scott se ne stava in silenzio seduto sul suo letto.
Una ciocca di capelli le sfuggì da dietro l'orecchio, e con un gesto veloce e nervoso, Malia la rimise a posto. Diamine, quanto era bella, pensò Scott.
Il fisico asciutto si muoveva agile e veloce nella stanza, stretto tra la salopette di jeans e una maglietta a righe, coperta da una camicetta a quadri. Il solito outfit di Malia, che Scott trovava a dir poco adorabile. I capelli stavano ricrescendo e le stavano d'incanto, addirittura meglio di quando erano lunghi fino alla schiena. Era anche questo che a Scott piaceva di Malia, non era come le altre ragazze, lei aveva uno stile tutto suo, e se ne fregava del giudizio della gente. Era sempre spontanea e sincera...nel bene e nel male.
«Spero di aver messo tutto» disse infine la coyote, una volta ultimato il lavoro.
«Hai messo lo spazzolino?» chiese Scott. Sbadata com'era, poteva anche esserselo dimenticato.
Infatti la ragazza corse in bagno e, tornata con lo spazzolino, lo ripose nel beauty-case rosso.
«Bene, adesso c'è tutto»
C'era solo un piccolo problema: la valigia era troppo piena e Malia non riusciva a chiuderla.
«Vuoi che ti dia una mano?» le chiese Scott cercando di trattenere le risate.
«No, ce la faccio» rispose Malia a denti stretti, seduta sopra la valigia. Dopo altri cinque tentativi e un grande sospirò, la ragazza ci ripensò e si lasciò aiutare.
Quando finalmente riuscirono a chiudere la valigia, Malia aveva un'espressione esausta sul volto. A quel punto Scott non riuscì più a trattenersi e cominciò a ridere a crepapelle. Malia lo guardò male, ma poi si lasciò contagiare dalla risata cristallina del suo alfa.
Mentre entrambi ridevano, Scott non seppe dove trovò il coraggio per farlo, forse era colpa della luna, fatto sta che baciò Malia. Fu un bacio casto, che dopo un attimo di incertezza, la ragazza ricambiò.
Quando si staccarono per riprendere fiato, si guardarono negli occhi.
Malia diede un colpo di tosse ed entrambi si allontanarono.
«Mi...mi mancherai Malia» ancora imbarazzato, Scott le rivolse queste parole.
«Beh, se avrete bisogno di me basta che mi chiamiate, vedrò cosa potrò fare» gli rispose.
Scott decise di rischiare, dopotutto, non aveva niente da perdere.
«Malia. Io ho bisogno di te»
La ragazza lo guardò. Fissò i suoi occhi in quelli di lui e si abbandonò al suo istinto, baciandolo di nuovo.
Il bacio era più passionale, mentre le mani di Scott scendevano verso i fianchi della ragazza. Poi la prese per il sedere e la adagiò sul letto. Mentre lui le toglieva le bretelle della salopette e lei gli cominciava a togliere la felpa scura, il signor Tate passò per il corridoio e notò qualcosa di strano dalla porta socchiusa.
Bussò alla porta e i ragazzi si staccarono.
«Devo forse ricordarvi che ho una pistola?» chiese il padre di Malia con le sopracciglia alzate.
Malia rimase zitta a guardarlo come sempre, mentre Scott si schiariva la voce e si scusava.
«Si, no, cioè.....ehm, scusi signor Tate»
Con un cenno del capo, l'uomo uscì dalla stanza.
Scott guardò Malia ed entrambi cominciarono a ridere. Quando una ciocca di capelli scappò dall'orecchio di Malia, Scott la rimise al suo posto. No, non era affatto colpa della luna.
«Non voglio che tu te ne vada» le sussurrò accarezzandole una guancia.

«Chiedimi di restare» gli disse.
Si sorprese anche lei delle sue parole. Era il sogno di una vita, volare in Francia. Voleva davvero farlo, voleva davvero andare a Parigi. Eppure, ora che era certa che Lydia avesse ragione, non era sicura di volersene andare e rischiare di mandare tutto all'aria.
Scott la guardò negli occhi. Era il suo alfa e la conosceva bene. Forse fin troppo.
«Non posso. Desideri così tanto fare questo viaggio. Non sarei un buon alfa e un buon amico se ti chiedessi di rinunciarvi» ribatté.
«Tu chiedimelo. Lo farò, se me lo chiederai» insistette la ragazza.
Dopo un'attimo di incertezza, Scott la baciò e, a fior di labbra, le chiese:
«Resta»

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