In basso, molto più in basso delle pendici sulle quali era costruito l'immenso castello, nel Bosco Sempreverde, era stato acceso un falò.
Una ragazza, accanto al fuoco, dava le spalle alla fine del giorno: si scaldava le mani piene di vesciche e tagli, la sua carnagione leggermente scura sembrava divenire bronzo, illuminata dalle fiamme rossicce, lo stesso colore dei suoi capelli.
Guardava di sottecchi il cadavere del lupo a pochi centimetri da lei, quasi come per assicurarsi che non riprendesse vita all'improvviso.
Gli occhi della bestia erano cerulei, la bocca chiusa celava canini affilati e il ventre era macchiato di sangue, lì dove la spada lo aveva ferito a morte.-Gli spiriti sono così belli questa sera, Amber- Un comune mortale non avrebbe percepito quel sussurro, ma gli orecchi a punta della ragazza sicuramente.
Con il suo udito nessuna distanza le impediva di ascoltare sua sorella, seduta su un tronco d'albero caduto accanto ad un ruscello.
Sembrava ipnotizzata dal tramonto.
-Forse questo è un segno...Jordon, ol mio Jordon- Amber si alzò dal terreno e raggiunse Alyssa con tale rapidità che nemmeno i suoi stivali si udirono, in mezzo a tutte quelle foglie cadute.
-Dovrei dirgli di sì- La giovane si spostò verso l'estremità del tronco per farla sedere -Lo ami?- Amber cercò il suo sguardo, voleva decifrarlo al meglio: i grandi occhi azzurri della sorella sembravano quelli di una piccola creatura, indifesa e... inesperta, così pieni di vita e desiderosi di scoprire il mondo.
-Credo di sì...- Sussurrò quando d'improvviso il suo volto da serio divenne luminoso per il suo sorriso e scacciò una ciocca bionda ribelle dal suo grazioso viso mentre esclamava con voce sognante -Sì! Ricordo alla perfezione quella Notte... completò il mio amuleto di ambra, com'era luminoso al chiaro di luna! E i suoi occhi... come un pezzo di cielo, così azzurri e splendenti come pietrw magiche mentre si inginocchiava...
Teneva i nostri amuleti uniti tra le mani e li sentii pronunciare quelle parole... che mi fecero battere forte il cuore-.
Sospirò, gli occhi si erano spostati da sua sorella al tramonto e viceversa.
Amber era rimasta seria e Alyssa non riusciva a capire come potesse non essere entusiasta per lei, poi aggiunse -La mamma sarà così orgogliosa di me! E finalmente la mia vità sarà...-
-Felice- La sorella maggiore completò la frase al posto suo, senza uno spiraglio di sorriso in quel volto all'ombra della siepe, non illuminato dagli ultimi raggi di sole.
-Felice!- Ripetè Alyssa, guardandola intensamente con il suo sorriso capace di commuovere qualsiasi essere vivente ma sua sorella non condivideva il suo stato d'animo.
Anzi, poggiò una mano sulla sua spalla dicendo con tono solenne -È il sogno più ambito al mondo, e da come me ne hai parlato... sembra essere giunto fin troppo in fretta e creso proprio che... l'immediatezza sia il più fatale degli errori quindi... ti inviterei a riflettere -.
Come risposta ricevette un ulteriore sorriso, accompagnato da una risatina - Sei così pessimista Amber... perchè non vuoi lasciarti sprofondare nel mare impetuoso che offre questa vita?- Amber spostò la mano sul suo petto - Non ne ho bisogno, di sprofondare, sono già capace di galleggiare-.
Il sole scomparve completamente dietro i monti lontani -Sono preoccupata per te...- Ma la voce di Amber sovrastò la sua -Non più di quanto lo sia io per te e vorrei che mi ascoltassi, ti prego di essere paziente e vivrai felice...- Alyssa si alzò dal tronco con gli occhi lucidi e parlò con un sussurro prima di dileguarsi, quando era arrabbiata la sua voce si abbassava di tonalità -Invecchierò sola, sarò soltanto identificata come... Una donna inutile, impotente, sterile se seguirò il tuo modo di vivere-.
E scappò dal bosco.Le tradizioni volevano che, compiuti i diciotto anni d'età, ogni giovane maschio e femmina partecipasse alla Notte degli Amuleti.
Una notte durante la quale ognuno indossava amuleti di svariata forma, colore e dimensione, chr luccivano al buio.
Prima del ballo, la femmina doveva trovare un compagno, il cui amuleto avrebbe inglobato perfettamente il suo, formandone uno unico.
Alla fine delle danze, il maschio faceva la proposta alla sua compagna: se avesse accettato, avrebbe potuto farla sua e generare una prole, se invece avesse rifiutato, il suo corpo negli anni a venire non avrebbe più garantito la fertilità e sarebbe stata solo considerata come un'inutile essere... una poco di buono.
La femmina aveva solo il dovere di procreare e se ciò non sarebbe stato possibile, l'esilio era soluzione oppurtuna.
Nonostante i venticinque anni, Amber non ebbe mai intenzione di parteciparvi.Dopo aver smorzato il fuoco e con tutta la forza che aveva caricatosi il lupo in spalla, si allontanò dalla radura per raggiungere, lentamente, la sua capanna.
L'odore della zuppa di funghi investì le sue narici: i genitori erano seduti attorno al fuoco, e Alyssa era adagiata sull'erba tra di loro.
Odiava quell'odore, non l'era mai piaciuta la zuppa di funghi... Invece agli altri tre piaceva così tanto.
Non si preoccupò di avere ancora il peso della spada addosso quando si riempì una scodella di zuppa e si sedette di fronte a loro.
Il lupo era stato adagiato sul tappeto, pronto per essere scuoiato.
Il padre fece scivolare le dita sulle sue trecce bianco latte, un tempo rosso vivo, e diede un rapido sguardo alla bestia per poi rivolgersi alla figlia - Era l'esemplare migliore?-
- L'unico per oggi-.
Sprecava poche parole con i genitori, molte altre ne donava alla sorella invece.
-Amber- Era stata sua madre a parlare, Adria, con un tono di voce dolce e cordiale... che la infastidiva terribilmente.
Lo stesso tono di voce che va rivolto ad un animaletto spaventato, lo stesso che aveva contaminato la mente di sua sorella per tutti i suoi diciotto anni.
La donna aveva gli occhi color tè nero, gli stessi di Amber,la quale se ne tormentava.
-Quella...spada- Faceva fatica persino a nominarla, oggetto surreale per una femmina - Diventerà pesante per te e una spalla maschile potrà sempre esserti d'aiuto-.
Era come se volesse concederle una seconda possibilità, quella di essere ammessa in famiglia.
Per la famiglia Amber era vergogna e disonore: non soltanto aveva privilegiato egoisticamente la sua verginità al progredire della specie, ma la sua esistenza era stata fondata sulla spada, oggetto immaneggiabile per una delicata mano femminile.
I genitori chiesero al Saggio se potesse ritentare la Scelta Vitale, usanza popolare secondo la quale oggetti di ogni tipo venivano posti sotto gli occhi dei neonati: se il bambino avesse reagito positivamente nei confronti di un oggetto in particolare, gli sarebbe stato donato solo all'età di dodici anni e l'avrebbe accompagnato durante tutta la sua vita.
Perchè mai una neonata avrebbe trovato più sicura e interessante la lama tagliente di una spada invece di un ventaglio colorato? Sua sorella sorrise alla vista della malva, pianta benefica che le concesse il dono di curare la famiglia dalle sventure con erbe medicinali e tisane.
La piccola Amber, di appena un mese non sorrise, ma con aria solenne puntò un ditino verso l'arma tagliente.Amber rispose alzandosi dal terreno e dirigendosi verso la sorella -Non ne sento la necessità- Posò la zuppa di funghi accanto a lei e si ritirò all'interno della capanna.
Adria aveva abbassato lo sguardo per incredulità per poi voltarsi verso la secondogenita e ascoltare le sue parole.
La maggiore estrasse la spada dal fodero e la guardò come se fosse la seconda cosa più preziosa al mondo, dopo la sorella, e osservò la lama lunga e affilata, l'elsa scura solamente decorata con un grande smeraldo all'estremità. Sospirò e accasciandosi nel suo angolo della capanna si coprì per metà con la coperta monocroma.
Attraverso i lembi della tenda riusciva a vedere le spalle di sua madre, il volto pieno di gioia del padre ma non riusciva a scorgere Alyssa, ne sentiva solo la voce.
Amber temeva davvero per la sua sorte, per la sua spensieratezza...
Sospirò ancora: avrebbe desiderato proteggerla più di chiunque altro e si batteva ogni giorno per il suo bene contro una società maschilista e dedita alle superstizioni.
Tutta la società aderiva pienamente al pensiero e al volere di Lui, un uomo la quale segreta identità era soltanto conosciuta dalle sue più intime guardie.
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La fine del giorno
FantasyDal testo: "[...] Per la famiglia Amber era vergogna e disonore: non soltanto aveva privilegiato egoisticamente la sua verginità al progredire della specie, ma la sua esistenza era stata fondata sulla spada, oggetto immaneggiabile per una delicata m...