[In Un Altro Luogo...]

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Così...pura.

Amaris entrò in classe dopo essersi ribellata ai trattamenti di Dunstan, e si era seduta al suo posto, nell'angolo.
Era assorta nei suoi pensieri quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
Si prese un attimo per godersi la confortevole sensazione di qualcuno che la sosteneva, ma quando ripensò al fatto che in quell'edificio non ci fosse nessuno, nessuno che la sostenesse, cercò con la coda dell'occhio di capire di chi fosse la mano e il suo sguardo finì sulla moltitudine di anelli e bracciali indossati dall'individuo, presumibilmente un uomo, dietro di lei.
Sì voltò di colpo per guardare chi fosse ma, appena egli vide la ragazza voltarsi, si scompose velocemente come fatto d'aria, scomparendo prima che ella potesse vederlo. «Ma...cosa...?» Mormorò tra sé e sé, prima di guardarsi attorno, spaventata e confusa dall'evento, ma attribuì il tutto alla stanchezza e alla deprivazione di sonno. «Dovrei dormire di più...» Pensò, appoggiando la testa sul banco, quando una voce, che lei attribuì in un secondo momento ad un ragazzo giovane, massimo sulla ventina, parlò con tono divertito, echeggiando per la stanza «Hai ragione, sei davvero adorabile mentre dormi.» Amaris non riuscì a contenersi e una tinta rosea spiccò sulle guance pallide. «H-hey, fatti vedere, razza di stalker! C-come fai a sapere dove abito?! Vieni fuori!» Esclamò, terrorizzata e si alzò, sbraitando.
«No, non qui, Amaris. Non qui.» Rispose la voce con tono serio, e poi continuò. «ci vedremo stasera, fiocco di neve. Per ora, ti riporto al tuo mondo, ma sappi che ti osserverò con grande interesse.» concluse la voce in quello che sembrava un sussurro, prima che una grande luce riportasse Amaris alla normalità, a quanto pare si era addormentata sul banco ma vista la sua abitudine di andare a scuola per fare presenza, a nessuno era importato e l'avevano lasciata stare.
Amaris si grattò la testa, alzandosi e dirigendosi verso l'uscita della sua classe ed incamminandosi, fortunatamente senza alcun problema inerente ai bulletti e ai suoi compagni, verso la sua fermata, dove prese il bus e tornò a casa, attribuendo l'intera esperienza ad uno strano sogno.
Solo un sogno.

[ᎪᎷᎪᎡᎪ]Where stories live. Discover now