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Gli ho chiesto perché stesse piangendo e mi ha raccontato la storia della sua vita.
Si chiama Park Jimin, nato a Busan, lavora come barista qui vicino e piange perché il ragazzo l'ha mollato.

Ora mi sta leggendo la chat e ogni tanto la commenta o mi chiede un parere. Sinceramente non so da quanto stiamo parlando ma sembra passato pochissimo.
Ha smesso di piangere e i suoi occhi, senza lacrime, sono scuri e grandi.
Ho avuto abbastanza tempo per osservarlo bene, da quel che mi consente la mia, la sua finestra e la distanza tra le due.
Ha i capelli neri, lisci, corti, spettinati, la fronte scoperta. Si passa spesso la mano tra i capelli e li tira indietro.
Ha un viso carino, ovale, non molto paffuto. Ha addosso una maglia a righe orizzontali, bianco e nero che si ripete mille volte.

-Mi ha scritto che mi ama e che vuole sposarmi, capisci? E oggi mi lascia dicendo che il suo amore si è spento come una candela senza ossigeno. La candela gliela metto su per il...-
-Jimin, calmati. Prima eri disperato e ora ti incazzi?-
-Mi sto rendendo conto del tipo di persona con cui stavo insieme. Non vale la pena piangere per lui-
Wow, ci è voluto poco.

-Ma tu lo amavi?-
-Certo che lo amavo, avrei dato la vita per lui. Cazzo, gli ho comprato un bracciale d'oro. Ho speso uno stipendio per quel bracciale! No no, io me lo riprendo- lo interrompo
-Ora lo ami?-
Lui non risponde.
Guarda giù e poi guarda me.
-Yoongi...-
-Sí?-
-Puoi venire qui?-
-Qui dove?-
-A casa mia-

Il mio vicino di casa piange spesso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora