SETTIMO CAPITOLO

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-Ti muovi? Sono venti minuti che stai sellando quel benedetto animale!- urlò Emma ormai esausta da quella lunga attesa. Si era adagiata a terra in un piccolo campo di tulipani rossi e stava contemplando il cielo che le si rifletteva in quelle sue fantastiche iridi dalle medesime sfumature.
-Ecco..un secondo..- disse Regina cacciando fuori un quarto di lingua dalla sua bocca cercando di concentrarsi per stringere l'ultima cinghia della briglia. -Fatto! Ho finito! Puoi venire!- aggiunse poco dopo soddisfatta del suo lavoro.

La bionda, sbuffando, si alzò da quel paradiso e con passi lenti e pesanti si diresse verso il luogo da cui proveniva quella voce. Lei era lì. Con una gamba appoggiata su un mezzo tronco e con le mani ancora indaffarate ad aggiustare quei minimi dettagli che rendevano perfetto quel cavallo. Emma la osservò, la scrutò e la fissò confermando la sua ipotesi che da sempre la aveva accompagnata nel cammino di StoryBrooke: quella donna la voleva, la desiderava, la bramava, doveva essere la sua donna, la sua famiglia.

Meccanicamente, come ogni volta che guardava la bruna, le si materializzò un sorriso sul volto incorniciato dai ricci dorati ormai scompigliati dal vento che assaggiava ogni piccola parte del suo corpo. Chiuse gli occhi e sognò. Sognò Regina che la stringeva, la abbracciava, la coccolava e desiderava solamente che tutto ciò potesse accadere. Non voleva altro. La bruna non si accorse delle attenzione che la bionda le stava riservando. Ma non le importava. Voleva solo che quell'emozione che stava per provare doveva essere unica ed irripetibile. Stava decorando il loro pubblico. Colei che avrebbe dovuto assistere ai baci rubati delle due ragazze. Colei che avrebbe dovuto assistere agli abbracci dati tra le rose e le margherite. Colei che avrebbe dovuto assistere all'amore che stava sbocciando tra le due ragazze.

Regina ruotò il volto ed incontrò lo sguardo di Emma che pian piano risaliva scrutando ogni forma ed ogni curva perfettamente scolpita della mora. I due visi si colorarono di un rosa tenue e scostarono le menti da quell'abbraccio dato solo col pensiero.

Quel momento perfetto fu smosso da Emma che disse solamente: -È perfetto..-
-Ero io che volevo tanto venire qui ed alla fine sei tu che non vedi l'ora che ti insegni a montarli..- e cominciò a ridere emanando un soffice e dolce suono che per Emma era una semplice ma allo stesso tempo meravigliosa melodia per le sue orecchie.
-Anche perché ho un'insegnante fantastica..- disse, senza mai distogliere lo sguardo dalla donna che aveva dinanzi.
-Emma..- non riuscì a dire altro che vide la ragazza corrergli incontro con le braccia aperte ed uno sguardo sognante.

Si aspettava da lei un bacio? Una risposta? Una conferma? Furono queste le uniche domande che affiorano nella sua testa. Emma si avvicinò. Le distanze stavano per azzerarsi. Regina chiuse gli occhi. Ma.. la bionda si limitò solo a sfiorarle il braccio con due dita creando un brivido sulla schiena della mora che riuscì solamente a portare il capo all'indietro ed a osservare la mano della bionda che pian piano la stava accarezzando.

-P-Perché lo stai facendo?- disse Regina quasi ansimando.
-Facendo cosa?- le rispose senza mai toglierle lo sguardo dritto nelle sue iridi e scostandole un ciuffo ribelle che le stava accarezzando il viso per far posto alla sua dolce ma impotente mano..
-Mi stai accarezzando, Emma..- aggiunse Regina mordendosi il labbro inferiore ormai totalmente asciutto dal leggero tocco della bionda che le stava facendo esplodere nell'anima un sentimento che non provava da anni.
-Non posso?- le sussurrò e fece inclinare il collo alla bruna per avere maggior spazio per assaporare quell'emozione che tra pochi attimi si stava per avverare. Regina non riuscì a non perdersi in quel corpo che Emma le stava mettendo a sua disposizione. Quest'ultima si avvicinò tanto quanto bastava per far echeggiare il suo respiro nell'incavo della gola della donna.

Un telefono suonò. Entrambe le ragazze si 'risvegliarono' e spalancarono gli occhi capendo solo successivamente ciò che stava per accadere. Si stavano lasciando andare. Stavano affogando nei loro corpi. Stavano per cadere in un unico sentimento che era nato nel cuore di loro stesse.

Regina si ricompose aggiustandosi i capelli e ritirarsi giù il vestito, in quanto pochi secondi prima la mano di Emma vi si stava insinuando all'interno.
La mora la guardò sbigottita.. -Idiota che fai? Rispondi!- le urlò presa dal panico di quel momento.
-Hmm..- la bionda era ancora ad occhi chiusi quando sentì la voce della bruna echeggiare nella sua testa. Le ci volle uno scossone per ritornare alla realtà e trovare il telefono nelle tasche dei pantaloni. Rispose.
-Pr- si schiarì la voce.-Pronto? Chi è?- pronunciò la ragazza con voce incredula.
-Tesoro sono tuo padre.. sono due ore che sei sparita.. dove ti sei cacciata? Io ti sto aspettando a lavoro da un bel po'!-
-Papà!- Emma chiuse con le dita l'apertura dell'audio del cellulare e chiese aiuto a Regina con gli occhi ma, non ricevendo alcuna risposta, si riportò l'apparecchio all'orecchio e continuò: -Papà, si sono al bar non cioè sono con Regina e Zelena, poi si c'è anche Malefica con noi e si, insomma siamo al maneggio, sai in una chiacchierata all'altra siamo finite qui.. scusami lo so che dovevo venire ma mi volevo concedere una giornata per me e per le mie amiche..- Regina sentendo quelle parole tossicchiò ma la bionda non fece una piega.
-Va bene, stai tranquilla, continuo io qui, vai a divertirti e salutamele!-
-Grazie mille papà, sei il mio eroe, ci vendiamo più tardi!- concluse e chiuse la chiamata.
Si domandò solamente perché non avesse detto che era sola con quella donna con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita.. si vergognava? O c'era qualcosa di più?

-Vals

SOUL ➳ swanqueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora