sometimes I feel like nothing

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"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare." 

-A. Schopenhauer

Song: Youth by Shawn Mendes ft. Khalid

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Allison pov's

Mi girai di colpo e vidi l'ultima persona che potessi immaginare. Aveva i capelli di un platino biondo bellissimo, li aveva tinti. Indossava dei jeans e una t-shirt bianca. Lo vidi sorridere, un sorriso mozzafiato.

Gli saltai addosso, mi strinse tra le sue braccia e potevo sentirlo sorridere. "Mi sei mancata", disse ancora abbracciandomi. "Anche tu."

Sentii qualcuno avvicinarsi. "Hey Allison", disse Jason. Aveva una voce strana... era forse arrabbiato con me? "Hey, Jason lui è Josh e Josh lui è Jason." "È un piacere conoscerti", disse Josh per poi porgergli la mano.

Josh era un mio amico di infanzia. Lo conoscevo da sempre ormai. Quando avevo 13 anni si trasferii. Ho dei bellissimi ricordi con lui. Mi ricordo come da piccola andavamo a caccia di fantasmi, ma non riuscimmo mai a catturarne uno, pensavamo che avessero paura di noi.

Mi ricordo ancora quando avevo cinque anni e andavamo sempre da sua nonna quando faceva le torte di mela. Le amavo quelle torte così gustose e buone e poi per non parlare della nonna di Josh, un'anziana sempre gentile e saggia.

Spostai lo sguardo su Jason. Avevo paura che Jason potesse scoppiare da un momento all'altro. Ma perché i ragazzi devono essere così strani? Poi dicono che le ragazze sono complicate.

"Il piacere è tutto mio", rispose dopo un'eternità Jason stringendogli la mano.

"Cinny, hai voglia di andare a mangiare un gelato dopo la scuola?" Sorrisi al soprannome, non se ne era dimenticato.

Avevo una fissa con la cannella da piccola, la mettevo su ogni dolce che mangiavo e una volta ne mangiai così tanto, che dovetti andare all'ospedale. Ma la adoro ancora.

"Certo Josh." "Perfetto", sorrise, come faceva ad avere dei denti così perfettamente bianchi e dritti?

"Non può, ha da fare, sarà per la prossima volta.", ci interruppe Jason. "Sai cosa Josh? Possiamo andare a mangiare una pizza. Ti va bene alle otto?", dissi io. "Certo, ti passo a prendere con la macchina." Sorrise un'ultima volta e mi diede un bacio sulla guancia. Poi se ne andò.

Spostai il mio sguardo su Jason, che stava guardando per terra. "Andiamo in classe, faremo tardi", disse freddo. Perché Jason?

Andammo in classe, Jason non aprii bocca. La maggior parte delle volte, ero io quella che non parlava. Jason è sempre stato vivace, cosa stava succedendo al mio migliore amico?

Mi sedei sulla sedia e presi fuori dallo zaino il mio quaderno. La professoressa stava spiegando qualcosa di poco interessante, perciò incominciai a disegnare. Disegnavo per due motivi nella mia vita: disegnavo per calmarmi e quando ero frustrata, arrabbiata o confusa.

Incominciai a disegnare senza fare caso a cosa stessi disegnando. Alla fine, finii il mio disegno. Mi alzai dalla sedia e andai dalla prof, "scusi prof, non mi sento tanto bene, potrei uscire?" "Ma certo Allison." E poi continuò con la sua lezione. 

Stavo mentendo, non riuscivo solamente a stare lì seduta ascoltando la prof di storia con un Jason che non mi rivolge la parola, senza sapere il motivo della sua rabbia. Perché non mi accorgo quando sbaglio?

Non lo faccio mai vedere, ma anche io sono un umano. Ho un cuore, ho del sangue che scorre tra le vene e sono reale. Anche io soffro, anche io posso sentirmi triste e arrabbiata.  Ho provato dolore e ne ho provato anche tanto, però non lascerò che il dolore mi cambi di nuovo.

Se devo lasciar andare una persona la lascio andare, non voglio costringere le persone a rimanere. Mi alzo ogni mattina, ho mille motivi per non andare avanti nella mia vita, ma non mollo.

Non lascerò mai a nessuno spezzarmi le ali. Qualche volta sono impossibile, nessuno riesce ad aiutarmi e nessuno mi capisce. Qualche volta mi sento come l'aria, come il vuoto, il niente del niente.

-ily @alonewtf

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