Manhattan baby

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Erano all'incirca le due di notte e camminavo silenziosamente per le strade di New York, precisamente a Manhattan; e stavo per passare davanti un noto club della zona. Essendo un impeccabile osservatore amavo posare a lungo lo sguardo sulle persone che più mi davano sull'occhio. In quel momento stavo camminando con le mani in tasca, pensando a quanto strana fosse la mia vita, senza stranamente prestare attenzione a ciò che mi circondava; guardavo solo distrattamente se rischiavo di essere investito da qualche taxi o da qualche banda di ubriachi.
Quando il mio sguardo si posò automaticamente su uno strano personaggio. Sembrava un'attrice, ma so solo che non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
Era una strana donna, penso avesse appena vent'anni, dal corpo esile, quasi infantile. Era molto alta, ed indossava tacchi ripidissimi che la rendevano altrettanto slanciata. Da quello che riuscivo a vedere, dato che portava sul naso alla francese degli occhiali da sole a goccia neri, nonostante l'orario, aveva uno sguardo perso, sfuggente ma profondo. Riuscivo a notare in lei una triste frenesia, e ciò mi fece pensare a cosa le fosse successo.
Portava un classico caschetto di capelli neri con frangia, stile anni '20, perfettamente liscio e squadrato; quel tipo di taglio che sta bene a pochissime persone. La bocca era perfettamente evidenziata dal classico rossetto rosso fuoco, e il labbro superiore era sormontato dal caratteristico neo, che stava a pennello col personaggio che aveva creato.
Oltre il viso, però, ciò che la faceva spiccare tra la folla era l'abbigliamento: indossava un lungo cappotto di pelo leopardo, enormi tacchi borchiati e larghe calze a rete.
Le unghie erano impeccabilmente laccate di rosso ed erano perfettamente abbinate ai numerosi anelli dotati che portava alle dita fini. Il collo candido era anch'esso ornato da una catena dorata, che contrastava il colore della sua pelle.
Non riuscii ad udire la sua voce, ma giurerei che avesse una voce pacata, delicata e roca, da un tono molto basso. Non riuscii a conoscere nemmeno il suo nome, ma se dovessi affibbiarglielo, la chiamerei di sicuro Amélie, o Daisy. Non riesco a trovare nomi più adatti.

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