Cosa vuoi che sia?
Passa tutto quanto.
Solo un po' di tempo e
ci riderai su.-Ligabue
Un nuovo giorno.
Un nuovo noioso giorno.
Apro gli occhi e vedo che l'orologio segna le 11.00 in punto. Il bello di aver finito il liceo penso che sia proprio questo, svegliarsi quando lo si vuole, anche se in realtà io non posso farlo. Ho delle responsabilità e una casa da "mandare avanti" come si usa dire.
Dopo la cerimonia dei diplomi, la maggior parte dei miei amici era partita per andare in vacanza ma io avevo preferito non farlo e restare con papà, nonostante mi avesse praticamente obbligata ad andare. Mi aveva detto che mi avrebbe messa in punizione se non fossi andata ed io ero scoppiata a ridere alla notizia. Da quel 24 dicembre, la mia vita era cambiata, non uscivo più ne il pomeriggio, ne la sera, non andavo più alle feste, avevo allontanato i miei amici e a loro andava bene così, a scuola non ero più vista come Carlotta ma come la ragazza che aveva perso la mamma a causa della leucemia, tutti si avvicinavano a me perché erano dispiaciuti non perché volevano starmi vicina, nessuno si era presentato a casa mia nemmeno una volta, bastava solo pormi una domanda, un semplice "come va?"
Anche se nulla andava bene, anzi, tutto andava per il verso sbagliato, avrei finto, avrei simulato un sorriso e cercato di dimenticare per un po' il dolore che mi stava trafiggendo l'anima e il cuore e invece non era venuto nessuno, da quel 24 dicembre, avevo iniziato a passare con papà tutte le sere, a mangiare pizza e a guardare film, evitando quelli strappalacrime. Dopo un mese o due a mangiare schifezze mi ero sperimentata in cucina e i nostri pasti erano diventati più appetibili, avevo anche imparato a mettere la lavatrice, a stendere i vestiti, a stirarli. Non che prima non aiutassi la mamma, lo facevo sempre, cercando di darle una mano in cucina, lavando i piatti, ma se una cosa era sicura era che non avevo mai fatto una lavatrice in vita mia, quindi la prima volta avevo mischiato un po' il tutto e le magliette di papà si erano un po' ristrette, poi fortunatamente avevo capito che dovevo separare i bianchi dai colorati, che dovevo cambiare i gradi a seconda di quali vestiti volevo lavare e tutto era diventato più semplice.
Mamma faceva sembrare tutto così facile, nonostante la casa fosse sempre pulita, i vestiti perfettamente stirati e conservati nel cassetto, i pasti sempre serviti in tavola, non era mai stanca, non aveva mai un capello fuori posto, era perfetta. Ed io avevo dato sempre tutto per scontato, anche la sua presenza. Tutte le volte in cui mi diceva di darle un bacio prima che io uscissi di casa sbuffavo, alzavo gli occhi al cielo ma lo facevo ugualmente. Quante volte avrei voluto dirle che la volevo bene, quante volte avrei voluto dirle che lei era davvero la migliore madre del mondo ma non l'avevo mai fatto, se non da bambina.I ricordi mi fanno accapponare la pelle e scaccio via il brivido che mi ripercorre su tutto il corpo. Mi alzo dal letto, rifaccio il letto e mi infilo sotto il getto dell'acqua fredda. L'estate sta giungendo a termine, e quest'ultima a Pisa non è delle migliori, il caldo è asfissiante e l'aria è afosa ma è pur sempre la mia stagione preferita quindi accetto anche le parti negative. Finita la doccia, infilo un paio di pantaloncini, una canotta e ai piedi un paio di converse.
Lascio i capelli bagnati e scendo al piano di sotto. La casa è come sempre vuota ma non cerco di non dar peso a questo, e mi addentro in cucina dove trovo il solito post it lasciato da papà.Oggi finisco alle 14. Non mi aspettare per mangiare. Ti amo.
Sorrido a quelle due semplici paroline e verso un po' di latte in un bicchiere aggiungendo una dose sproporzionata di nesquik.
Come sempre, pulisco casa, e al contrario di come ha detto papà preparo un bel pranzo e decido di aspettarlo.
Ad un tratto sento un rumore proveniente dalla porta di ingresso. La mia attenzione viene catturata da una busta rossa che trovo a terra, sopra lo zerbino. Di solito il postino passa al mattino, ma decido comunque di prenderla e di vederne il contenuto. Fuori c'è scritto soltanto il mio nome in grassetto così aggrotto la fronte e la apro.
Il mio cuore manca di un battito alla vista di un biglietto per Los Angeles. Che significa? Sono confusa e tremante quando si apre la porta di fronte a me svelando l'uomo più importante della mia vita: mio padre.
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Like Wind
Romance"Tu non mi conosci." "Oh sì, certo che ti conosco. Sei la classica ragazza che farebbe di tutto per far parlare di se, per passare dalla parte della vittima, la classica ragazza che vuole farsi amare dalla gente perché ha paura di restare da sola." ...